Politiche giovanili. Mumolo: “A Bologna finanziati 3 progetti per un totale di oltre 66mila euro”

Favorire la cittadinanza attiva dei giovani, valorizzare i luoghi di aggregazione, promuovere iniziative e cicli di incontri per aiutare i ragazzi a crescere e a diventare protagonisti del presente e del futuro che li attende. Sono gli obiettivi che si propongono di raggiungere i 20 progetti proposti dagli Enti locali ammessi ai contributi regionali per interventi rivolti alle giovani generazioni. Sono 3 i progetti finanziati in Provincia di Bologna, a Casalecchio di Reno, a San Giovanni in Persiceto e nello stesso capoluogo. A comunicarlo è il consigliere regionale Antonio Mumolo, relatore della legge contro le infiltrazioni mafiose e per la promozione della legalità approvata lo scorso maggio.

Il finanziamento complessivo è di oltre 1.820.000 euro, di cui 500 mila euro in spesa corrente sono stati assegnati a soggetti privati e associazioni senza scopo di lucro nel mese di novembre 2011, mentre 320 mila euro vengono ora assegnati agli Enti locali per attività a favore dei giovani. La somma restante, corrispondente a 1 milione di euro in spesa investimento, finalizzata all’adeguamento e alla qualificazione degli spazi di aggregazione giovanile e all’acquisizione di attrezzature tecnologiche, sarà assegnata nei prossimi mesi, sempre attraverso un percorso di concertazione con gli Enti locali. (altro…)

Inaugurato lo sportello di Avvocato di strada a Catania

Un’iniziativa che viene ad aggiungersi ai servizi offerti da Catania ai più deboli ed emarginati, in particolare ai senza tetto, non per chiedere favori ma rivendicare diritti. È stata inaugurata questa mattina (sabato 28 gennaio), presso il Salone dell’Ordine dei Cavalieri della Mercede, in via Antonino di San Giuliano n° 60/A, la sede catanese di “Avvocato di strada”, dove è aperto il nuovo sportello di tutela legale per persone senza dimora.

Tutti i martedì dalle 17 alle 19, senza appuntamento, un gruppo di legali catanesi offrirà consulenza ed assistenza gratuita agli homeless che vivono a Catania. Ha illustrato l’iniziativa l’avv. Antonio Mumolo, presidente nazionale di “Avvocato di strada”, introdotto dall’avv. Giuseppe Rapisarda, che coordina la sede catanese, ed accolto dal barone Beniamino Sorbera de Corbera, responsabile dell’Ordine dei Cavalieri della Mercede, che ospita il servizio.

“Il senza tetto è invisibile – ha affermato il presidente Mumolo -. Non è solo una persona che non ha casa. Non ha possibilità di trovare un lavoro né di far valere alcuno dei suoi diritti, proprio perché non ha una residenza, non ha nemmeno diritti politici, non può votare. Ecco, in alcune delle città nelle quali esiste “Avvocato di strada” abbiamo fatto in modo che i Comuni creassero addirittura una residenza virtuale, alla quale far corrispondere il domicilio del senza tetto”.

Rapisarda ha messo l’accento sulla soddisfazione, personale e dei colleghi che collaborano con lui, per la realizzazione di un progetto nel quale sono in tanti a credere; Sorbera si è confermato ancor più disponibile ad andare oltre l’ospitalità della Casa della Mercede e a rendere la collaborazione sempre più fattiva.

Siciliainformazioni. “Giustizia, Avvocato di strada apre tre nuove sedi in Sicilia”

Un numero sempre crescente di italiani finisce per vivere in strada. Fra gli effetti più devastanti della crisi c’è proprio l’aumento del numero di persone che perdono la propria casa. Uomini e donne che diventano invisibili, incapaci di difendersi da ingiustizie e violenza.

Avvocato di strada, onlus che tutela giuridicamente le persone senza dimora, arriva in Sicilia per inaugurare i primi tre sportelli dell’isola a Catania, Siracusa e Palermo. Nel capoluogo, il servizio sarà operativo a partire da mercoledì 1 febbraio, dalle 16 alle 18, nel convento della Caritas diocesana di vicolo San Carlo 58.

“La residenza è collegata a dei diritti” – spiega Antonio Mumolo, presidente dell’associazione nazionale Avvocato di strada. Quando una persona viene sfrattata e finisce in strada, viene cancellata dalle liste anagrafiche del comune. E’ allora che diventa invisibile: la nostra normativa collega la residenza ad una serie di diritti fondamentali garantiti dalla carta costituzionale.

Perdendo la residenza, si perde il diritto all’assistenza del sistema sanitario nazionale. Malattie gravi come diabete o epatite non possono essere curate perché i pazienti non possono essere seguiti ma solo accedere alle prestazioni di pronto soccorso. Senza residenza non si può esercitare il diritto al voto, non ci si può iscrivere alle liste di collocamento o aprire una partita IVA. In sostanza, senza residenza non si ha accesso ai diritti riconosciuti dallo stato sociale.

Oggi più che in passato, la situazione di emarginazione sociale che colpisce i senza tetto non tocca più quasi esclusivamente immigrati, tossicodipendenti, alcolisti, persone con problemi psichici. “Nei dormitori – secondo la testimonianza dell’avvocato Mumolo – ci sono molti padri separati, imprenditori falliti, pensionati che sono stati sfrattati. Una persona di una certa età, se licenziata, diventa ‘incollocabile’ con l’attuale normativa”. E il numero dei casi continua a salire.

L’esperienza di Avvocato di strada nasce a Bologna dieci anni fa. Con i tre sportelli siciliani inaugurati nei giorni scorsi, sale a 25 il numero delle sedi dell’associazione sul territorio nazionale. Ogni anno, l’associazione segue oltre duemila persone, fra italiani e stranieri, incluse le vittime della tratta. “Tuteliamo gratuitamente persone i cui diritti sono spesso calpestati – dice Mumolo – cercando di fare in modo che la legge sia veramente uguale per tutti, anche per i più poveri”.

Un caso in particolare ha costituito un precedente giurisprudenziale fondamentale per il progetto Avvocato di strada: la causa contro il comune di Bologna che aveva negato ad una persona senza fissa dimora un diritto soggettivo come quello della residenza. La vertenza si è conclusa con il riconoscimento del diritto alla residenza della persona, per cui oggi tutte le persone senza dimora possono ottenere la residenza presso centri di accoglienza, associazioni, dormitori. Un successo per l’associazione e per i professionisti che ne fanno parte, tutti animati dalla convinzione che i diritti umani sanciti nelle carte costituzionali non debbano rimanere soltanto belle parole.

Fonte:
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/139316/giustizia-avvocato-strada-apre-nuove-sedi-sicilia.htm

Chiusura ospedali psichiatrici. Casadei e Mumolo: “Una bellissima giornata per la dignità di tutti”

Con il voto di ieri il Senato ha approvato il decreto carceri che prevede la chiusura definitiva degli OPG, gli ospedali psichiatrici giudiziari. Le sei strutture attualmente esistenti in Italia, tra cui quella di Reggio Emilia, chiuderanno i battenti entro il 31 marzo 2013.

“Con il decreto carceri l’Italia potrà finalmente chiudere una triste pagina della propria storia e compirà una vera e propria svolta di civiltà”. Commentano così la notizia i consiglieri regionali del Partito Democratico Thomas Casadei e Antonio Mumolo, sempre attenti alle questioni connesse al carcere e ai diritti delle persone più vulnerabili.

“Solo il 60% dei 1500 pazienti rinchiusi negli OPG sono considerati individui socialmente pericolosi. Tutti gli altri sono detenuti solamente perchè non hanno una famiglia che li accolga o una AUSL che li possa assistere. Se, come auspichiamo, la Camera confermerà il voto del Senato – proseguono i consiglieri – 600 persone giudicate non pericolose socialmente torneranno libere e non saranno più costrette a vivere prive di dignità in luoghi che lo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha esitato a definire indegni. Gli altri pazienti saranno trasferiti in strutture più idonee a questo tipo di cura. Un esempio significativo nella nostra Regione è la comunità aperta Casa Zacchera a Sadurano, sulle colline di Castrocaro, che dal 2007 grazie ad un progetto speciale promosso dalla Regione Emilia-Romagna, è considerata un esempio di buone pratiche nel campo della salute mentale per il reinserimento territoriale degli internati.”

“Un grande ringraziamento deve andare a tutti i cittadini e alle associazioni che hanno combattuto per anni per questo risultato. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza di loro e senza lo straordinario impegno del Senatore Ignazio Marino, Presidente della Commissione sanitaria d’inchiesta, che con un lavoro iniziato circa due anni fa, insieme ai componenti della Commissione, ha documentato e portato alla luce una realtà che veniva volutamente ignorata e che in molti stentavano a ritenere possibile. Il grado di civilizzazione di una società si misura anche dalle condizioni delle persone più deboli. Per questo – concludono Mumolo e Casadei – oggi è una bellissima giornata per i diritti e la dignità di tutte le persone.”

Commercio equo solidale. Mumolo: “Dalla Regione un sostegno a tre cooperative sociali della provincia di Bologna”

Nella seduta congiunta della Commissione II “Politiche Economiche” e della Commissione VI “Statuto e Regolamento” che si è tenuta oggi sono stati illustrati gli interventi per lo sviluppo del commercio equo e solidale in Emilia-Romagna.

“Nel corso del 2011 – afferma il consigliere regionale PD Antonio Mumolo – la Regione Emilia-Romagna ha erogato oltre 112.000 euro ad 11 organizzazioni del Commercio equo e solidale riconosciute. I finanziamenti sono serviti a sostenere interventi di miglioramento delle strutture di vendita, per interventi legati alla sicurezza, per impianti, attrezzature, dotazioni informatiche, arredi e software.”

“Tra le realtà che hanno ottenuto i finanziamenti della Regione ci sono tre realtà della provincia di Bologna: la Cooperativa Ex Aequo Soc. Coop. Sociale, Bologna cui sono stati assegnati € 9.140,00, la cooperativa sociale Arcoiris di Pieve di Cento, che ha ottenuto € 4.640,00, e la Cooperativa sociale C’è Un Mondo di Bologna, cui sono andati € 1.501,60.”

“La promozione del Commercio equo e solidale è una forma importante di commercio, che valorizza e incrementa il lavoro fatto nei paesi in via di svuluppo. E’ molto importante – conclude Mumolo – che la Regione Emilia-Romagna continui a sostenere le realtà impegnate in questo settore, pubblicizzando il lavoro che svolgono, migliorando la conoscenza che i consumatori hanno di loro e cercando di favorire lo sviluppo dei loro punti vendita.”

Pubblica amministrazione. Una risoluzione PD sollecita linee guida in ambito Open Data

Antonio Mumolo è uno dei consiglieri PD firmatari di una risoluzione (primo firmatario Thomas Casadei) che impegna la Giunta regionale a promuovere, in tempi contenuti, l’elaborazione e l’approvazione di Linee guida in materia di Open Data (libero accesso ai dati) che definiscano criteri e regole che dovranno essere seguite dai diversi settori e direzioni della Regione.

I firmatari chiedono inoltre che siano definiti e adottati gli interventi, anche di natura organizzativa e gestionale, gli atti e i provvedimenti amministrativi necessari, oppure specifiche norme, per “garantire la massima apertura e messa a disposizione delle informazioni pubbliche” in possesso delle Pubbliche amministrazioni regionali, “nel rispetto delle leggi vigenti, identificando criteri guida e livelli di garanzia per i privati cittadini, le imprese ed il terzo settore che scelgano di utilizzare i dati pubblici resi disponibili dalle P.A.”.

Nel testo si sollecita quindi la Giunta a “intraprendere azioni concrete nei confronti degli enti locali regionali”, delle società partecipate e degli operatori economici affinchè l’Open Data diventi la regola con cui i dati in possesso sia delle organizzazioni pubbliche, che di quelle non pubbliche, siano raccolti, trattati e mantenuti.

La Giunta infine, si chiede nel documento, dovrà attivarsi per coinvolgere le comunità potenziali di utilizzatori di dati, professionali e non, con particolare attenzione alle fasce più giovani, rappresentate da studenti universitari e di scuole secondarie di secondo grado.

Nel documento si cita la Direttiva 2003/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio della UE, in cui si afferma che le informazioni del settore pubblico sono “un’importante materia prima per i prodotti e i servizi imperniati sui contenuti digitali” da riutilizzare per “sfruttarne il potenziale e contribuire alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro”. Nello stesso documento si dice anche che gli Enti pubblici hanno il compito di favorire il riuso e rendere disponibili i documenti attraverso indici on line e licenze standard e che sono soggetti a riuso solo documenti e informazioni privi di vincoli.

I consiglieri ricordano inoltre che l’Assemblea Legislativa ha approvato il 27 luglio 2011 le Linee guida al Piano telematico dell’Emilia-Romagna 2011-2013, in cui sono riconosciuti nuovi diritti di cittadinanza digitale tra cui il “Diritto di accesso ai dati” e dove si specifica in particolare che “il libero accesso ai dati (Open Data) nella pubblica amministrazione denota un approccio degli enti pubblici che predilige l’apertura e la trasparenza…” e che “l’Open data, oltre a sottolineare una volontà strategico-politica di apertura e trasparenza delle scelte e, in particolare, dell’impiego delle risorse pubbliche a disposizione del ‘Governo’, si muove dalla convinzione che i dati in possesso delle Pubbliche amministrazioni siano un patrimonio che può essere proficuamente messo a valore anche e soprattutto dalle imprese…”.

La Giunta regionale, si legge ancora nel testo, ha approvato il 7 novembre 2011 il Programma operativo 2011 del Piano telematico dell’Emilia-Romagna, con cui si è data concretezza agli obiettivi strategici enunciati nelle Linee guida, dove sono descritti gli obiettivi dell’intervento in ambito Open Data.

Il 14 ottobre 2011, inoltre, è stato pubblicato on line il portale regionale dati.emilia-romagna.it, sul quale sono disponibili oltre dieci basi dati di proprietà della Regione licenziate con licenze Open Data.

La Commissione Europea, sottolineano infine i firmatari, ha presentato il 12 dicembre 2011 una strategia sui dati aperti per l’Europa, che dovrebbe dare un contributo all’economia europea quantificabile in 40 miliardi di euro all’anno.

OG2012002883