Commercio equo solidale. Mumolo: “Dalla Regione un sostegno a tre cooperative sociali della provincia di Bologna”

Nella seduta congiunta della Commissione II “Politiche Economiche” e della Commissione VI “Statuto e Regolamento” che si è tenuta oggi sono stati illustrati gli interventi per lo sviluppo del commercio equo e solidale in Emilia-Romagna.

“Nel corso del 2011 – afferma il consigliere regionale PD Antonio Mumolo – la Regione Emilia-Romagna ha erogato oltre 112.000 euro ad 11 organizzazioni del Commercio equo e solidale riconosciute. I finanziamenti sono serviti a sostenere interventi di miglioramento delle strutture di vendita, per interventi legati alla sicurezza, per impianti, attrezzature, dotazioni informatiche, arredi e software.”

“Tra le realtà che hanno ottenuto i finanziamenti della Regione ci sono tre realtà della provincia di Bologna: la Cooperativa Ex Aequo Soc. Coop. Sociale, Bologna cui sono stati assegnati € 9.140,00, la cooperativa sociale Arcoiris di Pieve di Cento, che ha ottenuto € 4.640,00, e la Cooperativa sociale C’è Un Mondo di Bologna, cui sono andati € 1.501,60.”

“La promozione del Commercio equo e solidale è una forma importante di commercio, che valorizza e incrementa il lavoro fatto nei paesi in via di svuluppo. E’ molto importante – conclude Mumolo – che la Regione Emilia-Romagna continui a sostenere le realtà impegnate in questo settore, pubblicizzando il lavoro che svolgono, migliorando la conoscenza che i consumatori hanno di loro e cercando di favorire lo sviluppo dei loro punti vendita.”

Pubblica amministrazione. Una risoluzione PD sollecita linee guida in ambito Open Data

Antonio Mumolo è uno dei consiglieri PD firmatari di una risoluzione (primo firmatario Thomas Casadei) che impegna la Giunta regionale a promuovere, in tempi contenuti, l’elaborazione e l’approvazione di Linee guida in materia di Open Data (libero accesso ai dati) che definiscano criteri e regole che dovranno essere seguite dai diversi settori e direzioni della Regione.

I firmatari chiedono inoltre che siano definiti e adottati gli interventi, anche di natura organizzativa e gestionale, gli atti e i provvedimenti amministrativi necessari, oppure specifiche norme, per “garantire la massima apertura e messa a disposizione delle informazioni pubbliche” in possesso delle Pubbliche amministrazioni regionali, “nel rispetto delle leggi vigenti, identificando criteri guida e livelli di garanzia per i privati cittadini, le imprese ed il terzo settore che scelgano di utilizzare i dati pubblici resi disponibili dalle P.A.”.

Nel testo si sollecita quindi la Giunta a “intraprendere azioni concrete nei confronti degli enti locali regionali”, delle società partecipate e degli operatori economici affinchè l’Open Data diventi la regola con cui i dati in possesso sia delle organizzazioni pubbliche, che di quelle non pubbliche, siano raccolti, trattati e mantenuti.

La Giunta infine, si chiede nel documento, dovrà attivarsi per coinvolgere le comunità potenziali di utilizzatori di dati, professionali e non, con particolare attenzione alle fasce più giovani, rappresentate da studenti universitari e di scuole secondarie di secondo grado.

Nel documento si cita la Direttiva 2003/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio della UE, in cui si afferma che le informazioni del settore pubblico sono “un’importante materia prima per i prodotti e i servizi imperniati sui contenuti digitali” da riutilizzare per “sfruttarne il potenziale e contribuire alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro”. Nello stesso documento si dice anche che gli Enti pubblici hanno il compito di favorire il riuso e rendere disponibili i documenti attraverso indici on line e licenze standard e che sono soggetti a riuso solo documenti e informazioni privi di vincoli.

I consiglieri ricordano inoltre che l’Assemblea Legislativa ha approvato il 27 luglio 2011 le Linee guida al Piano telematico dell’Emilia-Romagna 2011-2013, in cui sono riconosciuti nuovi diritti di cittadinanza digitale tra cui il “Diritto di accesso ai dati” e dove si specifica in particolare che “il libero accesso ai dati (Open Data) nella pubblica amministrazione denota un approccio degli enti pubblici che predilige l’apertura e la trasparenza…” e che “l’Open data, oltre a sottolineare una volontà strategico-politica di apertura e trasparenza delle scelte e, in particolare, dell’impiego delle risorse pubbliche a disposizione del ‘Governo’, si muove dalla convinzione che i dati in possesso delle Pubbliche amministrazioni siano un patrimonio che può essere proficuamente messo a valore anche e soprattutto dalle imprese…”.

La Giunta regionale, si legge ancora nel testo, ha approvato il 7 novembre 2011 il Programma operativo 2011 del Piano telematico dell’Emilia-Romagna, con cui si è data concretezza agli obiettivi strategici enunciati nelle Linee guida, dove sono descritti gli obiettivi dell’intervento in ambito Open Data.

Il 14 ottobre 2011, inoltre, è stato pubblicato on line il portale regionale dati.emilia-romagna.it, sul quale sono disponibili oltre dieci basi dati di proprietà della Regione licenziate con licenze Open Data.

La Commissione Europea, sottolineano infine i firmatari, ha presentato il 12 dicembre 2011 una strategia sui dati aperti per l’Europa, che dovrebbe dare un contributo all’economia europea quantificabile in 40 miliardi di euro all’anno.

OG2012002883