Un’iniziativa che viene ad aggiungersi ai servizi offerti da Catania ai più deboli ed emarginati, in particolare ai senza tetto, non per chiedere favori ma rivendicare diritti. È stata inaugurata questa mattina (sabato 28 gennaio), presso il Salone dell’Ordine dei Cavalieri della Mercede, in via Antonino di San Giuliano n° 60/A, la sede catanese di “Avvocato di strada”, dove è aperto il nuovo sportello di tutela legale per persone senza dimora.
Tutti i martedì dalle 17 alle 19, senza appuntamento, un gruppo di legali catanesi offrirà consulenza ed assistenza gratuita agli homeless che vivono a Catania. Ha illustrato l’iniziativa l’avv. Antonio Mumolo, presidente nazionale di “Avvocato di strada”, introdotto dall’avv. Giuseppe Rapisarda, che coordina la sede catanese, ed accolto dal barone Beniamino Sorbera de Corbera, responsabile dell’Ordine dei Cavalieri della Mercede, che ospita il servizio.
“Il senza tetto è invisibile – ha affermato il presidente Mumolo -. Non è solo una persona che non ha casa. Non ha possibilità di trovare un lavoro né di far valere alcuno dei suoi diritti, proprio perché non ha una residenza, non ha nemmeno diritti politici, non può votare. Ecco, in alcune delle città nelle quali esiste “Avvocato di strada” abbiamo fatto in modo che i Comuni creassero addirittura una residenza virtuale, alla quale far corrispondere il domicilio del senza tetto”.
Rapisarda ha messo l’accento sulla soddisfazione, personale e dei colleghi che collaborano con lui, per la realizzazione di un progetto nel quale sono in tanti a credere; Sorbera si è confermato ancor più disponibile ad andare oltre l’ospitalità della Casa della Mercede e a rendere la collaborazione sempre più fattiva.
Un numero sempre crescente di italiani finisce per vivere in strada. Fra gli effetti più devastanti della crisi c’è proprio l’aumento del numero di persone che perdono la propria casa. Uomini e donne che diventano invisibili, incapaci di difendersi da ingiustizie e violenza.
Avvocato di strada, onlus che tutela giuridicamente le persone senza dimora, arriva in Sicilia per inaugurare i primi tre sportelli dell’isola a Catania, Siracusa e Palermo. Nel capoluogo, il servizio sarà operativo a partire da mercoledì 1 febbraio, dalle 16 alle 18, nel convento della Caritas diocesana di vicolo San Carlo 58.
“La residenza è collegata a dei diritti” – spiega Antonio Mumolo, presidente dell’associazione nazionale Avvocato di strada. Quando una persona viene sfrattata e finisce in strada, viene cancellata dalle liste anagrafiche del comune. E’ allora che diventa invisibile: la nostra normativa collega la residenza ad una serie di diritti fondamentali garantiti dalla carta costituzionale.
Perdendo la residenza, si perde il diritto all’assistenza del sistema sanitario nazionale. Malattie gravi come diabete o epatite non possono essere curate perché i pazienti non possono essere seguiti ma solo accedere alle prestazioni di pronto soccorso. Senza residenza non si può esercitare il diritto al voto, non ci si può iscrivere alle liste di collocamento o aprire una partita IVA. In sostanza, senza residenza non si ha accesso ai diritti riconosciuti dallo stato sociale.
Oggi più che in passato, la situazione di emarginazione sociale che colpisce i senza tetto non tocca più quasi esclusivamente immigrati, tossicodipendenti, alcolisti, persone con problemi psichici. “Nei dormitori – secondo la testimonianza dell’avvocato Mumolo – ci sono molti padri separati, imprenditori falliti, pensionati che sono stati sfrattati. Una persona di una certa età, se licenziata, diventa ‘incollocabile’ con l’attuale normativa”. E il numero dei casi continua a salire.
L’esperienza di Avvocato di strada nasce a Bologna dieci anni fa. Con i tre sportelli siciliani inaugurati nei giorni scorsi, sale a 25 il numero delle sedi dell’associazione sul territorio nazionale. Ogni anno, l’associazione segue oltre duemila persone, fra italiani e stranieri, incluse le vittime della tratta. “Tuteliamo gratuitamente persone i cui diritti sono spesso calpestati – dice Mumolo – cercando di fare in modo che la legge sia veramente uguale per tutti, anche per i più poveri”.
Un caso in particolare ha costituito un precedente giurisprudenziale fondamentale per il progetto Avvocato di strada: la causa contro il comune di Bologna che aveva negato ad una persona senza fissa dimora un diritto soggettivo come quello della residenza. La vertenza si è conclusa con il riconoscimento del diritto alla residenza della persona, per cui oggi tutte le persone senza dimora possono ottenere la residenza presso centri di accoglienza, associazioni, dormitori. Un successo per l’associazione e per i professionisti che ne fanno parte, tutti animati dalla convinzione che i diritti umani sanciti nelle carte costituzionali non debbano rimanere soltanto belle parole.