Un numero sempre crescente di italiani finisce per vivere in strada. Fra gli effetti più devastanti della crisi c’è proprio l’aumento del numero di persone che perdono la propria casa. Uomini e donne che diventano invisibili, incapaci di difendersi da ingiustizie e violenza.
Avvocato di strada, onlus che tutela giuridicamente le persone senza dimora, arriva in Sicilia per inaugurare i primi tre sportelli dell’isola a Catania, Siracusa e Palermo. Nel capoluogo, il servizio sarà operativo a partire da mercoledì 1 febbraio, dalle 16 alle 18, nel convento della Caritas diocesana di vicolo San Carlo 58.
“La residenza è collegata a dei diritti” – spiega Antonio Mumolo, presidente dell’associazione nazionale Avvocato di strada. Quando una persona viene sfrattata e finisce in strada, viene cancellata dalle liste anagrafiche del comune. E’ allora che diventa invisibile: la nostra normativa collega la residenza ad una serie di diritti fondamentali garantiti dalla carta costituzionale.
Perdendo la residenza, si perde il diritto all’assistenza del sistema sanitario nazionale. Malattie gravi come diabete o epatite non possono essere curate perché i pazienti non possono essere seguiti ma solo accedere alle prestazioni di pronto soccorso. Senza residenza non si può esercitare il diritto al voto, non ci si può iscrivere alle liste di collocamento o aprire una partita IVA. In sostanza, senza residenza non si ha accesso ai diritti riconosciuti dallo stato sociale.
Oggi più che in passato, la situazione di emarginazione sociale che colpisce i senza tetto non tocca più quasi esclusivamente immigrati, tossicodipendenti, alcolisti, persone con problemi psichici. “Nei dormitori – secondo la testimonianza dell’avvocato Mumolo – ci sono molti padri separati, imprenditori falliti, pensionati che sono stati sfrattati. Una persona di una certa età, se licenziata, diventa ‘incollocabile’ con l’attuale normativa”. E il numero dei casi continua a salire.
L’esperienza di Avvocato di strada nasce a Bologna dieci anni fa. Con i tre sportelli siciliani inaugurati nei giorni scorsi, sale a 25 il numero delle sedi dell’associazione sul territorio nazionale. Ogni anno, l’associazione segue oltre duemila persone, fra italiani e stranieri, incluse le vittime della tratta. “Tuteliamo gratuitamente persone i cui diritti sono spesso calpestati – dice Mumolo – cercando di fare in modo che la legge sia veramente uguale per tutti, anche per i più poveri”.
Un caso in particolare ha costituito un precedente giurisprudenziale fondamentale per il progetto Avvocato di strada: la causa contro il comune di Bologna che aveva negato ad una persona senza fissa dimora un diritto soggettivo come quello della residenza. La vertenza si è conclusa con il riconoscimento del diritto alla residenza della persona, per cui oggi tutte le persone senza dimora possono ottenere la residenza presso centri di accoglienza, associazioni, dormitori. Un successo per l’associazione e per i professionisti che ne fanno parte, tutti animati dalla convinzione che i diritti umani sanciti nelle carte costituzionali non debbano rimanere soltanto belle parole.