Il fatto quotiano. A Modena sfregiata la mostra contro la camorra. Il parroco: “I clan tra noi, dobbiamo reagire”

FONTE: Il Fatto quotidiano | L’esposizione di fotografie in una chiesa di Modena. I carabinieri: “Non abbiamo dubbi, sono segni mafiosi”. E per la prima volta si schiera anche la chiesa: “Abitano vicino alle nostre case, frequentano le nostre parrocchie: ora apriamo gli occhi”

Un’intimidazione allo scrittore Davide Cerullo mediante lo sfregio della sua mostra dedicata a Scampia “Volti che interrogano”, esposta nella chiesa Beata Vergine di Modena. E dopo il sindaco di Bomporto Alberto Borghi, nel giro di una settimana tocca a un sacerdote denunciare la camorra. Sabato mattina nella parrocchia di don Paolo Boschini, a due passi dal centro, sono state danneggiate alcune fotografie di Cerullo, già autore assieme ad Alessandro Pronzato (Radio Maria) di “Le ali bruciate”, autobiografia di un ragazzino soldato di camorra che rifiuta l’abbraccio mortale di ‘O sistema’ e sceglie di combatterlo con l’educazione alla legalità.

Le parole di Boschini suonano come un boato nel silenzio: ”Se qui una mostra contro la camorra suscita atti di questo tipo i cristiani non possono avere reazioni timide. Cerullo gira l’Italia per incontri pubblici ma solo a Modena ha subito questo avvertimento. In particolare la croce impressa sul volto di un bambino che guarda attraverso una fessura, associato da me allo stesso autore, poichè lui sa guardare attraverso, ha dei sogni”.

I carabinieri considerano i segni come messaggi mafiosi da decriptare, essendo riferiti alle uniche sei fotografie (su 35) prese ad esempio nella messa di domenica scorsa. Davide Cerullo risiede da due anni a Nonantola, in quel fazzoletto di terra al confine bolognese da un trentennio base logistica del Clan dei Casalesi: ”Sono preoccupato, ma questo atto dimostra a tutti che il fenomeno criminoso è presente anche qui – spiega Cerullo – a Scampia l’invito che mi arriva è a ‘parlare bene’, il che significa non parlare. Invece bisogna alzare il tiro e denunciare, non possiamo fingere che queste cose non esistano”. (altro…)