CONFERENZA STAMPA. “Senza tetto, non senza diritti”. Avvocato di strada Onlus presenta il rapporto annuale sulle attività

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Diritto alla residenza anagrafica, fogli di via, sfratti, licenziamenti, diritto di famiglia e protezione internazionale: sabato 12 aprile l’Associazione Avvocato di strada Onlus presenta in conferenza stampa il rendiconto delle attività svolte nel 2013 in favore delle persone senza dimora. La conferenza stampa si terrà a partire dalle h.12 presso l’Aula Agostini dell’INMP, in via di San Gallicano 25/a Roma.

Senza tetto, non senza diritti
Avvocato di strada Onlus presenta il rapporto annuale sulle attività
Sabato 12 aprile h.12 – Aula Agostini – INMP – Via di San Gallicano 25/A, Roma (MAPPA)

Avv. Antonio Mumolo, presidente Avvocato di strada Onlus:
“Presentazione rapporto 2013 Avvocato di strada Onlus”

A seguire, intervengono i referenti italiani di Avvocato di strada per presentare casi e storie di diritti negati dal territorio

Info e contatti
Associazione Avvocato di strada Onlus
Email: info@avvocatodistrada.it
Web: www.avvocatodistrada.it
Tel. 051397971 – Fax. 0513370670

(DIRE) PD. Mumolo silura rinvio congresso: “In direzione tutti zitti. Segretario in autunno? così partiamo tardi per le regionali”

(DIRE) Bologna, 8 apr. – Chiuso il tormentone delle liste per le europee, il Pd dell’Emilia-Romagna e’ ora proiettato verso il congresso regionale del 22 giugno. Non a caso ieri sera nella direzione chiamata a licenziare l’elenco degli aspiranti europarlamentari per il prossimo quinquennio si e’ fatto sentire l’unico candidato finora ufficialmente in campo. Antonio Mumolo ha riconosciuto l'”ottimo lavoro” fatto dal segretario uscente Stefano Bonaccini, costretto ad una mediazione in extremis coi renziani (in particolare con il deputato Matteo Richetti) sui nomi da schierare. Ma il consigliere regionale e’ anche intervenuto per ribadire davanti al ‘parlamentino’ del partito la sua indisponibilita’ ad un rinvio all’autunno, sostenuto negli ultimi giorni da diversi esponenti di spicco sia dell’area Renzi che dell’area Cuperlo. “Se il timore e’ che eccessive divisioni nel Pd tra diversi candidati possano creare problemi alla campagna elettorale io trovo che sia un timore infondato”, riafferma oggi Mumolo. “Per ora – sottolinea – sono l’unico candidato, ma e’ chiaro che quando ce ne saranno altri bisognera’ evitare contrapposizioni e polemiche durante la campagna elettorale, dopo la quale avremo comunque quasi un mese per confrontarci. Possiamo tranquillamente sottoscrivere un gentlemen agreement per sostenere le nostre idee impegnandoci a sostenere tutti i candidati Pd alle amministrative e alle europee senza creare problemi”. Secondo Mumolo un rinvio “creerebbe problemi addirittura maggiori, perche’ l’unica soluzione possibile sarebbe a ottobre-novembre, quando ci troveremo ancora senza segretario regionale in piena campagna per le regionali, che se non ho calcolato male saranno a inizio marzo”. Invece “se manterremo la data, dal 23 giugno avremo gia’ il nuovo segretario e inizieremo subito il percorso per scegliere il candidato alla presidenza dell’Emilia-Romagna”. Ieri sera in direzione nessuno dei leader ha risposto alle parole di Mumolo. Ma l’interessato vede il bicchiere mezzo pieno: “Non e’ intervenuto nessuno e per me e’ un bene. Vuol dire che non si pensa al rinvio, quindi sono fiducioso”. Nei giorni scorsi i civatiani avevano gridato all’inciucio. “Il fatto che la richiesta arrivi sia da parte di esponenti della mozione Renzi che da parte di esponenti della mozione Cuperlo- aveva ad esempio affermato la vicepresidente Pd Sandra Zampa- mi suggerisce il dubbio che si voglia e si stia cercando un accordo che renda inutile congresso e primarie consegnando di fatto un vincitore scelto dai vertici del Pd sulla base di patti concordati tra le parti”. (Bil/ Dire) 14:16 08-04-14 NNNN

Cultura. Risoluzione maggioranza: trasformazione province non si traduca in perdita di risorse

L’iter di riordino istituzionale che riguarda le Province non si deve tradurre in una perdita di risorse per la cultura. È quanto si auspica in una risoluzione sottoscritta da Antonio Mumolo (primo firmatario Thomas Casadei) e da numerosi altri colleghi del Pd e da consiglieri Idv, Sel-Verdi e Fds, oltre a Franco Grillini del Gruppo Misto.

“In Emilia-Romagna la cultura e la creatività hanno un valore economico pari a più di 32 mila imprese per 78 mila addetti, senza contare l’incidenza della redditività prodotta dal turismo culturale. Se non ci saranno variazioni – segnalano i consiglieri – il settore dello spettacolo perderà risorse pari a 760 mila euro, i sistemi bibliotecari oltre 850 mila euro, i musei quasi 500 mila euro e le istituzioni culturali delle Province subiranno tagli per 1,3 milioni di lire”.

Di qui la richiesta alla Giunta regionali di “agire in tutte le sedi più opportune perché le risorse destinate alla cultura non diminuiscano con la scomparsa delle Province, ma trovino un utilizzo attraverso il protagonismo delle città metropolitane, delle unioni e associazioni dei comuni oltre che delle città capoluogo”. Un ulteriore impegno sollecitato nella risoluzione è quello di “integrare il bilancio regionale destinato alla cultura al fine di venire incontro alle diverse realtà ed esperienze che vedrebbero seriamente messa in discussione la loro stessa sopravvivenza”. Anche verificando, in aggiunta, “la possibilità di investimenti integrativi e di diretta presa in carico dei progetti”.

Tra le funzioni delegate dalla Regione alle Province – si legge nella risoluzione – assume un ruolo di primo piano il settore strategico della cultura che potrebbe essere un efficace strumento di traino per il rilancio economico. Un patrimonio in termini di reddito e posti di lavoro che rischia di essere messo in serio pericolo dalla trasformazione delle Province in organi di secondo livello. La legge regionale in materia di promozione culturale (L.r.37/1994) assegna infatti alle Amministrazioni provinciali un ruolo di primo piano sia nell’esercizio delle funzioni di programmazione e coordinamento degli interventi sia nella realizzazione di progetti per obiettivi specifici. Per queste ragioni – sostengono i consiglieri – “occorre una più approfondita riflessione”.

ALLEGATO
5378 Risoluzione per impegnare la Giunta affinchè le risorse destinate alla cultura, con la scomparsa delle province, trovino utilizzo attraverso il protagonismo di altri Enti locali. A firma dei Consiglieri: Casadei, Donini, Pariani, Carini, Zoffoli, Pagani, Piva, Grillini, Montanari, Barbieri, Alessandrini, Marani, Mazzotti, Sconciaforni, Mori, Naldi, Serri, Mandini, Vecchi Luciano, Barbati, Mumolo, Paruolo (02 04 14)

Immigrazione. Assemblea approva programma triennale 2014-2016 per integrazione sociale

calcio-immigrazioneL’Assemblea legislativa ha approvato a maggioranza (contrari Fi-Pdl e Lega nord; astenuto il Mov5stelle) il Programma 2014-16 per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri.

Inclusione, equità e diritti, cittadinanza, antidiscriminazione sono i quattro “obiettivi strategici” individuati dal Programma 2014-16. Per confermare l’attuale contesto di forte coesione sociale, il Programma – in attuazione della Legge regionale 5/2004 – pone l’obiettivo di spostare l’attenzione dai flussi di ingresso alla qualità dell’integrazione, considerandola un fattore decisivo delle politiche di investimento regionali. Il Programma si incentra su tre azioni prioritarie: la promozione e il coordinamento in ambito locale delle iniziative per l’apprendimento e l’alfabetizzazione alla lingua italiana; la mediazione e la formazione culturale; l’informazione e la conoscenza diffusa dei diritti e dei doveri connessi alla condizione di cittadino straniero. Particolare attenzione andrà posta a due situazioni di criticità, quelle relative alle donne e ai giovani di origine straniera.

A favore del programma è intervenuto in aula il consigliere regionale PD Antonio Mumolo: “E’ un provvedimento che parla di diritti e di responsabilità”.

A conclusione del dibattito, l’assessore Teresa Marzocchi ha parlato di “un provvedimento che si rivolge ai cittadini presenti sul nostro territorio e come cittadini hanno diritti e doveri”.

Appello per cambiare il decreto lavoro: no all’aumento del precariato

Schermata 2014-04-02 alle 17.00.45“Il decreto lavoro del Governo contraddice alcuni principi cardine del jobs-act annunciato da Renzi: invece di ridurre le forme contrattuali, con la liberalizzazione del contratto a termine rafforza il precariato, provoca un ulteriore frammentazione dei contratti di lavoro e l’impoverimento del contenuto formativo dell’apprendistato, in violazione delle discipline dell’Unione europea”. Lo afferma Salvatore Tesoriero, coordinatore dell’area civatiana di Bologna, che con il prof. Luigi Mariucci ha preparato un appello che chiede modifiche strutturali al decreto lavoro del Governo.

“Con il nostro appello, firmato tra gli altri dal candidato alla segreteria regionale Antonio Mumolo e dai parlamentari Sandra Zampa e Sergio Lo Giudice, chiediamo al PD Bologna di convocare una apposita direzione provinciale nella quale si possa discutere del decreto lavoro. L’obiettivo – conclude Tesoriero – è ottenere l’impegno da parte del partito bolognese a sostenere le istanze di modifica del decreto”.

Appello per cambiare il decreto lavoro

Il Jobs Act annunciato da Renzi nel gennaio 2014 prevedeva la “riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile” e  “un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti”.

Con il decreto lavoro si fa il contrario. Si incentivano oltre misura il lavoro a termine e il lavoro interinale, prevedendo ben otto proroghe senza giustificazione fino a  tre anni, senza alcun vincolo alla assunzione definitiva. Si impoverisce di contenuti formativi l’apprendistato, eliminando anche qui ogni vincolo alla assunzione definitiva.

In questo modo non si contrasta ma si rafforza la precarietà. Si contraddicono le direttive della Unione Europea. Non si favoriscono affatto le imprese virtuose, quelle che investono sulla qualità del lavoro e della produzione, ma si premiano i comportamenti abusivi tipici di quelle pratiche aziendali che fondano la cattiva gestione delle risorse umane sul reiterato ricatto occupazionale. Si aggiunga che già ora il contratto a termine costituisce il 70% delle assunzioni: quel dato prevedibilmente crescerà in virtù delle proroghe frazionate per mesi, e magari verrà spacciato come successo della “sperimentazione” la ulteriore cannibalizzazione delle forme corrette di assunzione.

Perciò il decreto è tutt’altro che “intoccabile”. Va invece cambiato radicalmente.  Chiediamo che lo faccia anzitutto il governo, ancora prima dell’esame parlamentare. Non basta una mediazione al ribasso che si limiti a ridurre il numero delle proroghe. Va cambiata la struttura del provvedimento. Il contratto a termine senza una giustificazione obiettiva è di per sé una anomalia: questa può essere prevista solo per casi specifici (ad esempio le microaziende) e solo se la mancanza di una giustificazione causale è collegata a un congruo termine minimo di durata. Le proroghe, in numero limitato, vanno ammesse agganciandole a un obbligo di motivazione delle cause che impediscono l’assunzione definitiva. Al tempo stesso vanno rafforzati il diritto di precedenza del lavoratore a termine rispetto a successive assunzioni a tempo indeterminato e l’incentivazione fiscale e contributiva  della stabilizzazione. Inoltre vanno introdotti efficaci controlli dei servizi pubblici per impedire che la reiterazione del termine sia adottata come pratica sistematica a fini di pura elusione della legge. Nell’apprendistato vanno ripristinati l’obbligo della formazione trasversale e i vincoli alla assunzione definitiva di una percentuale di apprendisti come condizione di nuove assunzioni, salvo motivazione.

Solo a queste condizioni il decreto potrà essere convertito in Parlamento senza contraddire in partenza il progetto di razionalizzazione e riunificazione del mercato del lavoro annunciato dal disegno di legge delega.

Il tutto nella consapevolezza che non saranno comunque le regole sui contratti a creare nuova e buona occupazione, fino a quando non si prenderanno misure incisive per rianimare la domanda interna e riavviare un ciclo di crescita compatibile.

Bologna, 2 aprile 2014

Luigi Mariucci – Salvatore Tesoriero –  Sandra Zampa –  Sergio Lo Giudice –  Antonio Mumolo – Teresa Marzocchi – Elly Schlein –  Alessandro Galatioto – Sonia Camprini – Paolo Serra – Sonia Camprini – Tiziana Gentili – Monia Negusini – Emanuela Torchi 

02.04.14 Parma. Il partito dei beni comuni – Incontro con Antonio Mumolo

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Mercoledì 2 aprile @ Circolo Pd Parma Centro [Via Saffi 19 – Parma]

Incontro con Antonio Mumolo, candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico Emilia-Romagna.

Consigliere regionale e avvocato di strada, Antonio Mumulo vuole costruire una proposta di rinnovamento a partire dal confronto e dalle proposte degli iscritti e degli elettori di tutti i territori della regione.

Evento Facebook
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