La Regione istituisce i garanti per l’infanzia e l’adolescenza e per i detenuti. Mumolo: “Solo una società che cura la marginalità può progredire”

Questa mattina l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato a maggioranza la legge che istituisce due nuovi istituti di garanzia, il Garante per l’infanzia e l’adolescenza e il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale che si vanno ad aggiungere a quella del Difensore civico, le cui prerogative sono state modificate.

La legge prevede una durata del mandato di 5 anni senza possibilità di rielezione, riduce le indennità di funzione e prevede cause di ineleggibilità e incompatibilità: ciascuno dei tre incarichi è incompatibile con l’esercizio di qualsiasi attività di lavoro autonomo o subordinato, e qualsiasi attività commerciale, imprenditoriale o professionale da cui possa derivare un conflitto di interessi con l’incarico assunto. Il consigliere regionale PD Antonio Mumolo ha letto in aula la dichiarazione di voto favorevole del gruppo PD.

“La legge approvata oggi è un provvedimento di grande importanza. Oltre ad essere un principio, afferma Mumolo, la centralità del cittadino è, per la Regione Emilia-Romagna, essenza fondativa del proprio essere Istituzione. Per questo la Regione si è dotata di strumenti di Garanzia posti a tutela dell’individuo e della collettività anche nei confronti dell’azione delle Istituzioni stesse, il cui operato può urtare le legittime esigenze e diritti. Essendo i Garanti delle figure di garanzia abbiamo cercato fino all’ultimo di approvare la legge all’unanimità. Anche se non ci siamo riusciti per l’astensione di Movimento 5 stelle e Lega occorre sottolineare come dato positivo che non ci sono stati voti contrari e che sono stati accolti in aula sei emendamenti presentati dalla Lega.”

“Le necessità di tutela, prosegue Mumolo, sono ancora maggiori quando il soggetto da tutelare si trovi in condizione di debolezza, magari bambino o adolescente ancora incapace di fare valere i propri diritti, o individuo ristretto o limitato per legge nella propria libertà di autodeterminarsi. Il Difensore o il Garante non è solo colui che segnala l’abuso e propone il rimedio, ma è ancora prima espressione di una direttiva culturale alla base della nostra comunità regionale: si cresce insieme, nessuno escluso, o non si cresce affatto. Una società che non cura la marginalità, che non garantisce la dignità del singolo, che non offre prospettive di inclusione e riscatto a chi si trova in difficoltà, è una società che forse potrà anche arricchirsi economicamente, ma mai progredire.

Referendum, un aiuto per sostenere la campagna

Il consigliere regionale PD Antonio Mumolo ha aderito al referendum sulla legge elettorale che intende abrogare la legge elettorale in vigore, meglio conosciuta con il nome di “porcellum” o “legge porcata”. A pochi giorni dal termine per la raccolta delle firme ecco un appello dei promotori del referendum pubblicato dal quotidiano Europa.

Cara amica, caro amico,
come sa, la raccolta delle firme sta per concludersi con un successo che fa piazza pulita dei dubbi e dei timori che avevano accompagnato nemmeno due mesi fa la decisione di sfidare il tempo e la logica pur di consentire ai cittadini di esprimere la loro volontà di tornare a ri-eleggere il parlamento e di potersi esprimere sulla legge elettorale già nella prossima primavera, ultima finestra utile prima della conclusione naturale della legislatura.
La larga risposta alla nostra iniziativa sta dimostrando in tutta evidenza quanto la legge elettorale vigente sia invisa ai cittadini, e, di fronte alla crisi morale, sociale ed economica che coinvolge il paese, quanto diffuso sia il bisogno di ricominciare mettendo le premesse per la ri-elezione di un parlamento pienamente legittimato capace di prendere e chiedere impegni a tutti per il presente e per il futuro.
Le reazioni che già in questi giorni vanno manifestandosi dimostrano peraltro nei fatti quanto fondata fosse la convinzione che solo il referendum costituisce il pungolo capace di spingere il parlamento a risvegliarsi dalla propria colpevole inerzia e a cambiare l’attuale legge elettorale nel senso indicato dai cittadini sottoscrittori dei quesiti.
Già questo da solo dà la misura del rilievo della nostra iniziativa. Al di là delle opinioni di ciascuno su quale sarebbe la legge elettorale migliore per il paese, grazie alla iniziativa referendaria è ormai opinione universalmente condivisa, da una parte, che il Porcellum, che ha contribuito enormemente al discredito della rappresentanza, è in sé indifendibile, e, dall’altra, che la precedente legge elettorale (cosiddetto Mattarellum) sarebbe sicuramente migliore di quella attuale.
Già oggi, mentre ancora contiamo con fiducia e con cura le firme raccolte, possiamo perciò dire che il referendum ha vinto: costringendo a riaprire la strada da sei anni bloccata, imponendo la condanna del Porcellum, indicando in modo nitido la prospettiva per il suo superamento.
Fino a quando il cammino iniziato non è stato portato a termine non possiamo tuttavia fermarci.
Per questo motivo Le scriviamo per chiedere il suo aiuto per continuare. Nel corso della iniziativa abbiamo appreso della sua partecipazione al referendum e letto sulle agenzie e sui giornali parole importanti che dicono del suo consenso e della sua condivisione. Sono parole che ci hanno confortato nella fatica di questi intensi giorni e che ci spingono a continuare.
Esse ci incoraggiano a chiederle ora un aiuto concreto che ci consenta di farlo.
Il Comitato referendario per i collegi uninominali, composto da singole personalità e da alcune formazioni politiche organizzate, ha finanziato l’attività condotta finora grazie al contributo volontario dei suoi componenti e a prestiti che gli hanno permesso di coprire per il momento un deficit significativo, nonostante i costi siano stati ridotti ai minimi termini sul piano della comunicazione, della propaganda e del sostegno centrale alle attività locali e di componente.
Il contributo che Le chiediamo sarà impiegato per coprire le spese già sostenute nella fase di raccolta delle firme e per avviare la successiva campagna elettorale referendaria. Di tutto questo Le renderemo conto pubblicamente.
In tale quadro ci pare doveroso rammentare che il concorso pubblico al finanziamento dei referendum, al quale taluni hanno fatto riferimento, non ha nulla a che vedere con la generosità dei cosiddetti rimborsi elettorali ai partiti, in quanto la legge lo limita a 1000 lire a firma fino a 500mila firme e verrebbe corrisposto al Comitato referendario soltanto se e quando il referendum sarà effettivamente celebrato e avrà superato il quorum della partecipazione al voto della metà più uno del corpo elettorale. Contiamo perciò fiduciosi sul suo sostegno.

Personalità e gruppi che hanno aderito al referendum: Europa, Articolo 21, Romano Prodi, Pierluigi Castagnetti, Walter Veltroni, Enrico Letta, Rosy Bindi, Dario Franceschini, Federico Orlando, Valerio Onida, Gustavo Zagrebelski, Rita Levi Montalcini, Eugenio Scalfari, Paola Gaiotti, Piero Fassino, Matteo Renzi, Giuliano Pisapia, Luigi De Magistris, Massimo Zedda, Nicola Zingaretti, Vasco Errani, Catiuscia Marini, Nichi Vendola, don Luigi Ciotti, Ennio Morricone, David Sassoli, Ignazio Marino, Vannino Chiti, Franco Siddi, Virginio Merola, Alberto Losacco, Enrico Rossi, Liliana Cavani, Sandro Gozi, MariaPia Garavaglia, Enzo Bianco, Debora Serracchiani, Fabio Granata, Fabio Melilli, Matteo Richetti, Roberto Montanari, Marco Monari, Magda Negri, Massimo Donadi, Vincenzo Vita, Antonio Mumolo, Angelo Bonelli, Cittadinanzattiva, Marianna Madia, Dario Ginefra, “Il Futurista”, Marco Meloni, Giovanna Melandri, Sergio Cofferati, Andrea Cozzolino, Antonio Panzeri, Ruggiero Mennea, Lino Paganelli, Maria Laura Rodotà, Maria Teresa Meli, Gad Lerner, Nino Bertoloni Meli, Paolo Guzzanti, Andrea Giorgis, Nicola Piepoli, Ermete Realacci, Francesco Barbato, Andrea Papini, Mauro Mangano, Francesco Storace, Carlo Vizzini, Massimiliano Valeriani, Enzo Foschi, Daniele Manca, Alessandro Bianchi, Furio Colombo, Ugo Cappellacci, Walter Verini, Nicola Bono, Salvatore Cherchi, Graziano Milia, Roberto Deriu, Carlo De Benedetti, Dino Di Palma, Mauro Contini, Sandro Collu, Gianmario Mariniello, Piercamillo Falasca, Francesco Boccia, Cristiana Muscardini, Massimo Cialente, Vittoria Franco, Luigi Zanda, Carmelo Briguglio, Marina Sereni, Giuseppe Civati, Rita Borsellino, Alessandra Siragusa, Marco Filippeschi, Paolo Corsini, Salvatore Del Vecchio, Mani Tese e Giustizia e Libertà di Brescia, Massimo Fantola, Marco Espa, Domenico Bevacqua, Francesco Gervasi, Mario Oliverio, Melania Fadda, Guido Melis, Edmondo Cirielli, Jean- Leonard Touadi, Giovanni Bachelet, Paolo Masini, Miriam Mafai, Barbara Pollastrini, Siegfried Brugger, Rosa Russo Iervolino, Enrico Morando, Benedetto Della Vedova, Ermanno Olmi, Fabrizio Vigni e molti altri.
Andrea Morrone – Arturo Parisi – Mario Barbi

Legalità economica: la Cgil regionale vara un manifesto per nuove iniziative culturali e contrattuali in ER

La Cgil regionale si assume un nuovo impegno per contrastare le varie forme di illegalità che inquinano l’economia e il lavoro e lancia un manifesto di principi e obiettivi, da declinare in concreto anche attraverso la contrattazione territoriale e di categoria, per rafforzare la legalità economica in Emilia Romagna. L’impegno è collegato alla analoga campagna promossa dalla Cgil nazionale ed è stato lanciato martedì 20 settembre durante il convegno “Per la legalità economica: dalla campagna Cgil alle buone prassi di contrattazione nel territorio” al quale ha partecipato il consigliere regionale PD Antonio Mumolo.

Tra evasione fiscale, operazioni finanziarie sospette segnalate da Bankitalia, lavoro sommerso e irregolare col relativo carico di evasione contributiva, i numeri che riguardano la regione sono in aumento e indicano che la criminalità organizzata diventa più aggressiva. Ma l’intenzione della Cgil Emilia Romagna, come ha detto avviando i lavori di stamattina la segretaria regionale Anna Salfi, “non è tanto di rilanciare l’allarme e la denuncia, quanto piuttosto di costruire iniziative e piattaforme attorno ai punti del manifesto: educazione-formazione dei giovani alla legalità, regole per il mercato del lavoro e la sicurezza, istituzione della Dia in Emilia Romagna, trasparenza del sistema bancario, protocolli anti-evasione nei comuni, difesa dell’ambiente e del territorio, sicurezza urbana e integrazione culturale, rispetto dei contratti a tutela del lavoro e tracciabilità delle retribuzioni, difesa del “made in Italy”, sicurezza alimentare, sostegno all’applicazione della recente legge regionale.”

Le “buone prassi” per la legalità, che già costituiscono esperienze di contrattazione sul territorio regionale, sono state illustrate dalla comunicazione introduttiva di Franco Zavatti, coordinatore regionale “Legalità e sicurezza”, da brevi interventi di dirigenti delle categorie Fillea-costruzioni, Fisac-bancari, Funzione Pubblica, Sindacato pensionati e della Cgil di Rimini.

Molto importante il contributo degli autorevoli ospiti esterni. Il Procuratore aggiunto del Tribunale di Bologna Valter Giovannini ha puntato il dito contro l’evasione fiscale come “fenomeno criminale che intossica l’economia sana fino a diventare un vero e proprio flagello sociale”, elencando le varie forme di quel reato che per di più ha visto ridotta la pena, con un aggravio di complicazioni per il lavoro dei magistrati. Nel successivo intervento, Giuseppe La Pietra della direzione nazionale di “Libera” ha raccontato l’esperienza della Carovana antimafia e il caso dei beni confiscati, mentre il consigliere regionale Antonio Mumolo, relatore in Assemblea legislativa sulla recente legge regionale di contrasto e prevenzione del crimine, ha spiegato le nuove normative annunciando che tra due anni saranno sottoposte a verifica riguardo a costi, risultati, attività concreta dei progetti e degli strumenti messi in campo, e modificata laddove necessario. Infine il segretario generale Cgil ER Vincenzo Colla ha richiamato il valore fondamentale della legalità in rapporto ai diritti del lavoro, tanto più in un momento difficile di crisi come l’attuale, e sarà in questa chiave che la Cgil regionale parteciperà alla costruzione del nuovo patto per lo sviluppo con la Regione e le associazioni imprenditoriali.

Ha concluso i lavori Serena Sorrentino, della segreteria nazionale Cgil, responsabile della campagna nazionale “Legalità: l’unica risposta per il lavoro e il futuro”.

Il Manifesto per la legalità