Flash mob contro i tagli al sociale. I disabili si sdraiano in piazza per simulare un olocausto

Sabato 29 ottobre 2011 si terrà in Piazza Nettuno a Bologna un flash mob organizzato da varie associazioni che difendono i diritti dei disabili. Alle h. 16 disabili, i loro familiari e i volontari delle associazioni si sdraieranno per terra per alcuni minuti per una manifestazione silenziosa di protesta contro i tagli al welfare. Il consigliere regionale PD Antonio Mumolo parteciperà all’iniziativa.

L’intervista a Daniela, una delle promotrici dell’iniziativa


Il Fatto Quotidiano – 26 ottobre 2011
Tagli al welfare: manifestano i disabili. “Sdraiati in piazza per simulare un olocausto”

La protesta in piazza Nettuno a Bologna: “Vogliamo far capire alla gente che essere portatori di handicap non è solo un dramma privato, ma un problema sociale”. Arriveranno persone da tutta Italia. Il sostegno sui blog

Scenderanno in piazza, e si immoblizzeranno per alcuni minuti sdraiati a terra, simulando un olocausto che silenziosamente si sta impossessando di un’esistenza sempre più precaria. Loro sono tutte quelle persone che si definiscono “come una grande famiglia”, una famiglia che lotta e difende i diritti dei disabili. Quei diritti che mai come oggi sono finiti sotto la scure dei famigerati tagli governativi. Perché si sa, in tempo di crisi diventa legittimo risparmiare su tutto. Pure se a costo del risparmio si levano servizi assistenziali fondamentali.

Con questo spirito, in un mix di rabbia e indignazione, nasce il flash mob che il 29 ottobre trasformerà piazza Nettuno a Bologna, nel teatro di un’iniziativa insolita, diversa per natura da qualsiasi altra manifestazione. Gli attori principali della ‘presa di piazza’, saranno i disabili, i loro familiari, e chi lavora con loro fianco fianco, come gli educatori sociali, le associazioni di volontariato e poi tutte le persone che vorranno solidarizzare con quell’olocausto invisibile che getterà tutti a terra, per cinque lunghissimi minuti di silenzio. Un silenzio che esprimerà appieno come non si possa fare altro che morire, giacere a terra, di fronte ai tagli che negano un diritto fondamentale come quello all’assistenzialismo.

“Prima di tutto – afferma Daniela, promotrice dell’iniziativa e rappresentante dell’associazione Orsa – desidero sottolineare che quando un familiare è affetto da un grave handicap, come nel mio caso lo è mia figlia, tutta la famiglia diventa disabile perché le condizioni del nucleo familiare vengono alterate. Quello che più ci spinge a buttarci a terra sabato, simbolicamente ‘morti’, sta nel fatto che la nuova manovra finanziaria sta letteralmente massacrando l’handicap. I dati parlano chiaro: nel 2011 gli stanziamenti al sociale sono due miliardi in meno rispetto al 2008 e un miliardo in meno rispetto al 2010, quindi in un anno i fondi del welfare hanno subito un taglio del 63,4%”.

Tagli che ricadono interamente sui servizi assistenziali, sul sostegno nelle scuole, sull’affiancamento degli educatori e anche sui centri diurni. E non solo. Perché la riduzione degli stanziamenti dedicati al welfare e in particolare all’handicap ricade anche su chi vive tutti i giorni la disabilità: “La famiglia – continua Daniela – è la prima ad essere colpita dai tagli e per questo motivo si rischiano situazioni di estrema povertà. La Regione Emilia Romagna il 20 dicembre 2009 ha modificato l’articolo 49 della legge 2 del 2003 reintroducendo quanto stabilito dalla delibera 875 del 1993, ovvero reinserire nel reddito delle persone disabili anche le indennità non soggette all’Irpef”. Tradotto, significa che tutte le indennità assistenziali, che la legge 328/2000 aveva stabilito come un diritto essenziale della persona disabile, ora rientrano pienamente nel reddito delle varie famiglie con disabili, portandole ad una vera e propria compartecipazione alla spesa. E in molti casi si parla di persone sole, anziane, che sull’orlo della povertà si trovano nel paradosso, cioè a dover pagare servizi che dovrebbero essere garantiti loro come un diritto.

“Un altro aspetto che vogliamo rivendicare con il flash mob – sottolinea Daniela – è il lavoro di cura della famiglia di un disabile che viene totalmente ignorato. Se si va in un centro residenziale, ovvero una struttura che accoglie persone disabili sole, si paga introno ai 5mila euro. Per chi invece non si appoggia a quei centri non esiste un riconoscimento del lavoro di cura svolto dalle famiglie. Anzi si pensa a tagliare le varie sovvenzioni. E lo trovo davvero vergognoso”. E con un’emozione velata aggiunge: “Mi piacerebbe che tutte le persone che ci vedranno sabato capiscano che la disabilità è un problema sociale e non privato. Se si inizia a capire che le famiglie disabili non vanno lasciate da sole allora si può iniziare a rendere giustizia. E’davvero difficile vivere in una situazione di ‘non integrazione’”.

Si prevede una larga partecipazione all’iniziativa, molti arriveranno anche da fuori Bologna: “Molti amici – precisa Daniela – arriveranno da Forlì, Roma, Pescara e sui vari blog è un continuo tam tam di persone che decidono di unirsi al nostro flash mob. Speriamo davvero che tutto questo dia grande visibilità al mondo dell’handicap. E speriamo in una giornata di sole”. Per illuminare così lo striscione che verrà sventolato, come simbolo di un ‘olocausto latente’: “Tagli sui soggetti improduttivi: il nuovo massacro dei disabili”.

di Carmen Pedullà
Fonte: Il fatto quotidiano

Video. L’intervento di Antonio Mumolo a “Il nostro tempo”

Sabato 22 ottobre 2011 il consigliere regionale PD e presidente dell’associazione Avvocato di strada Onlus Antonio Mumolo è intervenuto all’iniziativa pubblica organizzata da Debora Serracchiani e Pippo Civati “Il nostro tempo”, che si è tenuta in Piazza Maggiore a Bologna.

Le persone che sono intervenute dal palco, montato sotto una tensostruttura trasparente che ha occupato metà crescentone, si sono confrontate a coppie, per similitudini e differenze. Il precario e l’economista, il blogger e il giornalista, il sindaco della grande città con quello del piccolo comune, e così via. Antonio Mumolo è intervenuto per parlare di politica, diritti e del tema della residenza anagrafica.

L’obiettivo dell’iniziativa era mettere insieme cinque grandi proposte per cambiare l’Italia su temi diversi: democrazia, contrasto alla corruzione e ai conflitti d’interesse, tutela del paesaggio e della bellezza italiana, contrasto al precariato e all’evasione fiscale.

28.10.11 Incontro pubblico “Le ecomafie ci riguardano?”

Il consigliere regionale PD Antonio Mumolo, relatore della legge contro le infiltrazioni mafiose e per la promozione della legalità approvata lo scorso maggio dall’Assemblea Legisislativa della Regione Emilia-Romagna, parteciperà all’incontro “Le ecomafie ci riguardano,? dal Cilento all’Emilia-Romagna: voci e azioni per la democrazia e la difesa del nostro territorio”. L’iniziativa, organizzata da Legambiente Bologna in memoria di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso dalla camorra per il suo impegno ambientalista, si terrà venerdì 28 ottobre 2011 alle h.17.30 presso La scuderia, Piazza Verdi 2, Bologna. (altro…)

Edilizia sociale. Accordo tra Regione e Ministero. Mumolo: “Previsti interventi a Pianoro e Calderara di Reno”

E’ stato firmato a Roma l’Accordo di programma tra Regione e Ministero delle infrastrutture per la realizzazione in Emilia Romagna di 9 interventi di edilizia sociale residenziale e riqualificazione urbana. Le risorse stanziate ammontano a 22 milioni e 400 mila euro che, considerando il cofinanziamento locale arrivano a oltre 48 milioni di euro. Per l’esecutività dell’accordo occorre attendere ancora il decreto di approvazione del Presidente del Consiglio e il via libera degli organi di controllo. A questo punto scatteranno i 120 giorni previsti per la presentazione del progetto definitivo e i 180 giorni per la firma dell’intesa tra Regione e i Comuni.

Gli interventi che verranno finanziati in Emilia-Romagna riguardano città capoluogo come Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, ma anche Comuni con più di 15.000 abitanti quali Fiorenzuola d’Arda (PC), Faenza (RA), Pianoro (BO), Cesenatico (FC), o gravati da problemi di disagio sociale e tensione abitativa come Calderara di Reno (BO). Gli interventi sono destinati a immobili di proprietà pubblica e privata e serviranno a realizzare una trasformazione urbanistica che metterà sul mercato dell’affitto circa 320 alloggi, di cui 175 frutto di riconversione di edifici esistenti.

“Con questo accordo – afferma il consigliere PD Antonio Mumolo – il percorso proposto dalla Regione più di un anno fa sulla base delle richieste fatte da 26 comuni prende corpo. Speriamo che il Governo dia l’approvazione necessaria all’accordo e che i lavori possano partire presto.”

Nella provincia di Bologna verranno finanziati interventi a Pianoro e a Calderara di Reno. L’intervento a Pianoro prevede un finanziamento nazionale di 1 milione 869 mila euro e un analogo cofinanziamento locale. L’intervento riguarda il centro di Pianoro, in aggiornamento con quanto previsto con i Programmi di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile. Verranno realizzati 36 alloggi in locazione permanente, nonché l’intervento su ulteriori 12 alloggi in via Fantini e 3 in via dello Sport, necessari alla mobilità degli inquilini originariamente residenti nell’ambito oggetto di riqualificazione. Previste anche opere di urbanizzazione per il miglioramento dell’accessibilità. Il progetto prevede anche un interessante processo di partecipazione e di coinvolgimento della cittadinanza.

L’intervento a Calderara di Reno riceve un contributo del Ministero di 909 mila euro e un finanziamento locale di 3 milioni 670 mila euro. La proposta riguarda il complesso edilizio “Garibaldi 2”, da tempo oggetto di riqualificazione e di specifici accordi di programma tra Comune, Regione e soggetti privati proprietari, per il superamento delle condizioni di degrado fisico e sociale nonché di insicurezza urbana. L’intervento sarà concentrato sul Blocco 3 (uno dei sei corpi di fabbrica che costituiscono il complesso residenziale, due dei quali sono giù stati recuperati), procedendo alla parziale acquisizione e al totale recupero dei 46 miniappartamenti che lo compongono. Dei 46 monolocali una parte rimarrà di proprietà degli attuali proprietari che parteciperanno alla ristrutturazione in accordo con il Comune; gli altri verranno in parte accorpati e trasformati in alloggi da destinare a locazione permanente a canone sostenibile, consentendo così, oltre al risanamento dello stabile e alla sua rigenerazione dal punto di vista energetico, anche una diversificazione dell’offerta abitativa e una diminuzione dell’attuale carico urbanistico.

Mumolo: “Sbloccati dalla Regione 16.498.026,20 per i Comuni della Provincia di Bologna”

16.498.026,20 per il sistema economico, le imprese e il lavoro. A tanto ammontano le risorse dei Comuni della Provincia di Bologna che sono state sbloccate dalla Giunta regionale.

“La legge regionale sul patto di stabilità territoriale approvata dalla Regione Emilia-Romagna lo scorso dicembre è stata l’unica di questo tipo in Italia. Grazie ad essa gli Enti locali potranno disporre di quei fondi che avevano in cassa ma che non potevano toccare per via del patto di stabilità nazionale voluto dal Governo.” Ad affermarlo è il consigliere regionale PD Antonio Mumolo.

“L’accesso alle quote – sottolinea il consigliere – permetterà ai Comuni di pagare le ditte che hanno effettuato lavori pubblici e che sono ancora in credito. L’arrivo dei pagamenti permetterà alle imprese, che in questo periodo hanno difficoltà di accesso al credito, di avere a disposizione denaro liquido utilissimo per poter continuare ad operare sul territorio. La maggior parte delle opere comprende opere di manutenzione stradale, cura del patrimonio pubblico, dell’arredo e del verde urbano, ristrutturazione o realizzazione di nuovi edifici pubblici, interventi di edilizia pubblica.

“La Regione ha messo a disposizione 84 milioni di euro, e a questi, grazie alla legge regionale e all’adesione di numerosi Comuni e Province, si sono potuti aggiungere 21 milioni che altrimenti sarebbero stati avocati dall’amministrazione centrale dello Stato e sottratti alle necessità del nostro territorio.”.

Le risorse sbloccate per i Comuni della Provincia di Bologna

Anzola dell’Emilia
234.440,66

Baricella
175.173,45

Bazzano
200.493,28

Budrio
428.030,00

Calderara di Reno
346.405,79

Castel Maggiore
545.125,77

Castel San Pietro Terme
213.995,62

Castello d’Argile
60.826,33

Castenaso
439.210,73

Castiglion de’ Pepoli
267.000,00

Crespellano
178.505,02

Dozza
561.612,59

Gaggio Montano
46.179,00

Galliera
122.724,34

Granarolo dell’Emilia
165.042,37

Imola
6.198.354,11

Malalbergo
95.099,87

Marzabotto
283.344,52

Minerbio
885.953,69

Monte San Pietro
192.955,44

Monterenzio
139.469,87

Monteveglio
155.959,43

Monzuno
216.000,00

Ozzano dell’Emilia
496.907,62

Pieve di Cento
78.662,55

Sala Bolognese
402.673,31

San Giorgio di Piano
129.805,11

San Giovanni in Persiceto
531.941,48

San Lazzaro di Savena
1.156.380,39

San Pietro in Casale
121.507,79

Sant’Agata Bolognese
75.977,45

Sasso Marconi
623.607,27

Vergato
112.285,36

Zola Predosa
616.375,99

Totale
16.498.026,20

Emergenza carceri. Risoluzione del Gruppo PD per chiedere misure alternative e nuove strutture

Antonio Mumolo è uno dei consiglieri regionali del Gruppo PD che hanno firmato una risoluzione presentata all’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna per chiedere al Governo di dar corso al Piano carceri, previsto da un’intesa istituzionale siglata nel maggio scorso, per realizzare a Bologna, Ferrara, Parma, Reggio Emilia e Piacenza, cinque nuovi padiglioni, in grado di ospitare fino a 200 detenuti ciascuno.

La risoluzione sottolinea che nonostante nel 2010 la Regione abbia destinato al Programma carcere 500 mila euro, ai quali se ne sono aggiunti altri 820 mila (300 mila dei Comuni e 520 mila del Fondo sociale europeo), le carceri dell’Emilia-Romagna restano tra le più affollate d’Italia: accogliendo 4373 detenuti, a fronte di una capienza massima di 2394 unità, hanno infatti un indice di sovraffollamento pari al 182,5%.
I firmatari della risoluzione chiedono pertanto risorse adeguate in modo da consentire condizioni di vita dignitose ai carcerati e condizioni di lavoro più sostenibili per gli agenti penitenziari; sollecitano anche l’effettiva attuazione di misure alternative al carcere, che avrebbero il doppio vantaggio di combattere il sovraffollamento e dare risposte più consone al recupero dei detenuti, e l’istituzione del Garante nazionale dei diritti dei detenuti. Alla Giunta regionale il testo invece domanda di sostenere, nelle sedi opportune e proprie, quanto chiesto al Governo. (altro…)