Crisi del comparto suinicolo. Risoluzione del Gruppo PD per tutelare la qualità

Antonio Mumolo è uno dei consiglieri PD firmatari di una Risoluzione presentata in Assemblea legislativa per chiedere che la Regione Emilia-Romagna solleciti la rapida convocazione di un Tavolo tecnico nazionale, per concretizzare le misure che servono alla sopravvivenza del settore suinicolo attraverso un Accordo tra allevatori e trasformatori.

“La nostra Regione è consapevole da anni della crisi che vivono gli allevatori – dichiarano i consiglieri – tanto che il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 ha già concesso contributi economici al comparto suinicolo per circa 25 milioni di euro e la Giunta ha assunto diverse iniziative di abbattimento dei costi per il tramite dei consorzi di Garanzia Agricoli; tutto ciò non è però sufficiente a salvare anche in futuro le produzioni di alta salumeria del territorio.”

Lo scorso 13 aprile la Regione ha riunito le Associazioni allevatoriali, le rappresentanze delle Imprese di trasformazioni delle carni suine, le organizzazioni agricole e sindacali per concordare le ulteriori iniziative di contrasto alle difficoltà del comparto: tutti i partecipanti hanno concordato sulla necessità di un piano di settore e di un vero e proprio Accordo quadro nazionale, che definisca livelli trasparenti di produzione e di prezzo in grado di salvaguardare la qualità della carne di suino senza strozzare i produttori. Tali richieste sono state formalizzate in una lettera dell’assessore regionale Rabboni al ministro Romano lo scorso 15 aprile.

“Se non si interviene subito, a livello nazionale, per aumentare i ricavi degli operatori, – sottolineano i consiglieri – il costante incremento dei costi a cui stiamo assistendo determinerà la chiusura di altri allevamenti ed aziende, fino ad abbattere del tutto la qualità della produzione di carne e le esportazioni.”

“Per questo motivo e se perdura l’inerzia del ministro, – concludono i consiglieri PD – invitiamo la Giunta a bypassare il governo nazionale, concordando direttamente con le altre Regioni italiane coinvolte nella crisi le iniziative congiunte da assumere.”

OG2011032756

Una risoluzione per riassegnare al Progetto Valle Po i 180 milioni sottratti dal Governo

“Il bacino del fiume Po è, per estensione, popolazioni che vi abitano e vi lavorano, una delle zone più importanti del Paese. Per questo è importante avviare un’azione che miri alla messa in sicurezza del fiume, al renderlo navigabile, allo sviluppo di progetti turistici. Anche la Regione Emilia-Romagna ha approvato un atto di indirizzo politico a sostegno del Progetto Strategico Speciale Valle del fiume Po, ma con un decreto-legge questo Governo ha modificato le risorse nazionali disponibili del FAS, sottraendo al progetto Valle Po i fondi originariamente assegnati dal CIPE. E’ invece necessario che essi vengano ripristinati”.

Questo il contenuto di una Risoluzione del Gruppo PD in Regione Emilia-Romagna, che vede tra i firmatari il consigliere regionale PD Antonio Mumolo.

Nella Risoluzione si leggono i numeri di una delle realtà più importanti d’Italia, non solo in termini fluviali ma anche per quanto attiene i territori che la costeggiano: «Il fiume Po è il principale fiume italiano, con una lunghezza di 652 chilometri e il bacino idrografico più grande d’Italia, che si estende per quasi a un quarto dell’intero territorio nazionale, interessa circa 3.200 comuni, oltre l’Emilia-Romagna altre sei regioni e la provincia autonoma di Trento e una popolazione di circa 16 milioni di abitanti.
Per la densità abitativa del territorio, le attività produttive insediate, le infrastrutture e il grado di utilizzazione della risorsa idrica il bacino del Po rappresenta una realtà eccezionalmente varia, un punto nevralgico dell’economia nazionale: in quest’area si forma il 40 per cento del prodotto interno lordo e si collocano il 37 per cento dell’industria nazionale, che sostiene il 46 per cento dei posti di lavoro, il 55 per cento della zootecnia, il 35 per cento della produzione agricola. Le problematiche che affliggono l’area del grande fiume, lungamente trascurate nel corso del tempo, si sono rese quanto mai visibili negli ultimi anni e richiedono azioni composite, urgenti e condivise”.

OG2011032757