Con 26 voti a favore (Pd), 15 astenuti (M5s, Ln, Sel e AltraER) e 3 contrari (Ln, Fi, Fdi-An), l’Assemblea legislativa regionale ha approvato una risoluzione presentata durante la seduta di oggi da venti consiglieri del Gruppo Pd che impegna la Giunta a operare “affinché i potenziali ostacoli al processo di ripubblicizzazione del servizio idrico attraverso l’in house providing vengano rimossi, sia sul piano regolatorio che su quello normativo”. La “scelta gestionale spetta a chi rappresenta le comunità locali, a cui va garantita la piena autonomia nell’individuazione del modello più confacente alle singole realtà”. Si chiede, inoltre, all’Agenzia territoriale per i servizi idrici e rifiuti (Atersir) “di redarre uno studio sull’applicazione delle normative finanziarie sulle aziende pubbliche che gestiscono i servizi pubblici locali, approfondendo gli aspetti relativi all’efficacia e all’efficienza dei diversi modelli di gestione”. Infine, si chiede “al Parlamento di accelerare la discussione in materia, per arrivare ad una nuova coerente e completa legislazione nazionale”.
Il diritto all’acqua di ogni persona è previsto in diverse Convenzioni e Dichiarazioni internazionali.
L’art. 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 dice che “ogni individuo ha diritto alla vita” e senz’acqua non c’è vita.
La Convenzione per l’Eliminazione di tutte le forme di Discriminazione contro le Donne del 1979 riconosce il diritto delle donne a non essere discriminate anche rispetto alla fornitura di acqua.
La Convenzione sui diritti dell’Infanzia delle Nazioni Unite del 1989 impone agli stati di garantire ai minori la fornitura di acqua potabile.
La Risoluzione ONU del 29 luglio 2010 dichiara il diritto all’acqua un diritto umano universale e fondamentale in quanto estensione del diritto alla vita.
La nostra Costituzione, all’art. 32, tutela il diritto alla salute, e senza acqua non ci può essere salute.
L’articolo 5 del piano casa, che stabilisce, tra le altre cose, il divieto per chi occupa un immobile di chiedere l’allacciamento alla rete che fornisce acqua potabile, oltre ad essere in contrasto con le Convenzioni e Dichiarazioni citate presenta forti dubbi di costituzionalità.
Fin da prima che fosse approvato, schiere di giuristi, operatori sociali e associazioni, avevano predetto cosa sarebbe successo: le norme, che nelle intenzioni del governo dovevano servire a combattere le occupazioni, si sarebbero scontrate con la realtà. Una realtà fatta per lo più da famiglie disperate che occupano case sfitte perché non sanno dove far dormire i propri bambini o i propri anziani.
Il sindaco Merola ha fatto bene a riallacciare l’acqua agli occupanti. Perché era un dovere morale e civile, perché è compito del Sindaco occuparsi della salute dei cittadini e perché un amministratore serio si batte contro le povertà e non fa la guerra ai poveri.
Oggi Merola è indagato, ma questa indagine appare un atto dovuto, nefasta conseguenza di una legge sbagliata.
Molti amministratori si troveranno nella medesima situazione e davanti al medesimo paradosso se la legge non verrà al più presto cambiata: applicare le normative internazionali garantendo il diritto alla salute dei cittadini ma al contempo violare una legge dello stato.
E non credo si possa sostenere, come fanno alcuni, che il sindaco abbia fatto bene ma che la legge debba rimanere così com’è.
Queste persone, che magari vanno in chiesa tutte le domeniche ma ignorano i Vangeli (“ho avuto sete e mi avete dato da bere”) fanno un evidente torto alla loro stessa intelligenza.
Se la legge non cambia ogni amministratore che si comporti come il nostro Sindaco sarà indagato; e allora queste persone o dicono che Merola ha fatto bene e quindi bisogna fare i conti con una legge da rivedere almeno su questo punto, o dicono che Merola ha fatto male ed in questo caso dovranno fare i conti solo con la loro coscienza.
La decisione del Sindaco Merola di riallacciare l’acqua allo stabile occupato di Via De Maria è coraggiosa. A decidere se delle famiglie occupano ingiustamente uno stabile devono essere gli organi preposti, ma negare l’acqua potabile a delle famiglie con bambini piccoli che vivono in una casa occupata solo perché altrimenti sarebbero in strada è inumano.
L’acqua è un bene comune e, come afferma la risoluzione ONU del 28 luglio 2010, “un diritto umano universale e fondamentale”, in special modo se si parla di minori.
Un plauso quindi al sindaco di Bologna per il coraggio mostrato. La sua decisione, tra l’altro, è in linea con i doveri dei sindaci che sono anche responsabili del diritto alla salute di tutti i cittadini, anche dei più poveri.
I consiglieri regionali PD Antonio Mumolo e Thomas Casadei dalle 7.30 alle 9 di mercoledi 8 giugno 2011 hanno distribuito materiali informativi sui referendum del 12 e 13 giugno a tutti i viaggiatori della Stazione FS di Bologna.
Durante la mattina di mercoledì 8 giugno, dalle 7.30 alle 9, i consiglieri regionali PD Thomas Casadei e Antonio Mumolo saranno davanti alla stazione di Bologna, insieme ad altri militanti, per distribuire materiali informativi sui referendum del 12 e 13 giugno ai viaggiatori.
“I risultati elettorali alle ultime elezioni amministrative – affermano Casadei e Mumolo – sono stati un grande segnale di richiesta di cambiamento da parte della società italiana. Per tutti i cittadini i referendum di saranno una nuova occasione per dimostrare le proprie idee in merito a scelte fondamentali per il proprio futuro.”
“Come consiglieri del PD in queste settimane abbiamo partecipato a numerose iniziative dedicate ai referendum e mercoledì mattina, prima della seduta dell’Assemblea Regionale e nell’ora di massima affluenza alla stazione, specie per i lavoratori e gli studenti pendolari, distribuiremo materiale informativo in stazione per informare quanti più cittadini è possibile sulla necessità di recarsi a votare.”
“Nonostante i ripetuti richiami dell’Agcom, del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di tanti altri organi, il sistema televisivo continua ad ignorare i referendum e il passaparola è l’unico strumento per informare i cittadini sui temi del referendum. In questi pochi giorni che mancano alla data del voto – concludono Casadei e Mumolo – invitiamo tutti coloro che hanno a cuore il destino del Paese a mobilitarsi e ad andare a votare domenica e lunedì perché il quorum venga raggiunto.”