I richiedenti asilo hanno diritto alla residenza anagrafica anche dopo il decreto Salvini. Il Tribunale di Bologna accoglie il ricorso dell’Associazione Avvocato di strada

Con un provvedimento del 2/05/2019 il Tribunale ordinario di Bologna ha accolto integralmente il ricorso presentato da una cittadina extracomunitaria richiedente asilo, alla quale era stata respinta la domanda di iscrizione anagrafica presso il Comune di Bologna, in forza del Decreto Legge 113/18 (decreto Salvini) convertito in legge 132/18.

 Il ricorso è stato presentato dagli avvocati Paola Pizzi ed Antonio Mumolo, volontari dell’Associazione Avvocato di strada Onlus.

Il giudice, dott.ssa Matilde Betti, ha riconosciuto la fondatezza della domanda presentata in via cautelare dalla ricorrente ed ha quindi ordinato al Sindaco di Bologna, nella sua qualità di Ufficiale di Governo responsabile della tenuta dei registri anagrafici, di procedere alla iscrizione della ricorrente nel registro anagrafico della popolazione residente nel comune di Bologna, con le modalità previste per le persone senza dimora.

 

La storia di Laura, mamma di una bimba di sei anni, disoccupata e senza residenza

La storia di Laura, mamma di una bimba di sei anni. Dopo aver perso il lavoro è stata sfrattata, è andata ad abitare in una casa occupata dove il Comune di Firenze non voleva concederle la residenza. Grazie all’intervento di Avvocato di strada ha ottenuto la residenza e con quella l’assistenza sanitaria e tutti i diritti civili per lei e sua figlia. Ne ha parlato Antonio Mumolo alla trasmissione Tagadà di La7.

Giornata della memoria, il mio intervento in aula

Come ci ricorda Liliana Segre “L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa”. Sono intervenuto nell’aula dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna in occasione della giornata della Memoria 2019

Intervento sul programma triennale “L.r. n. 3/2016 “Memoria del Novecento. Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna” – programma degli interventi per il triennio 2019-2021”.

La conoscenza approfondita del passato e il lavoro sulle memorie sono strumenti indispensabili di cittadinanza attiva.
La Regione, con la legge sulla memoria e con questo piano triennale riconosce e sostiene il lavoro dell’ANPI e delle tante realtà che sul nostro territorio portano avanti ricerche storiche di valore e contribuiscono a coltivare la memoria.
In questi giorni a Bologna è aperta una mostra sulle leggi razziali, che noi italiani abbiamo elaborato non molti decenni fa, distruggendo la vita di nostri cittadini. È importante ricordare che è successo qui, nel nostro paese, con la collaborazione o semplicemente il silenzio di tanti. È avvenuto, quindi può accadere di nuovo, come ammoniva Primo Levi.
Per questo è così cruciale l’azione dei tanti che continuano a studiare il passato, a raccogliere le memorie, a diffonderle con tutti gli strumenti possibili.
Viviamo frangenti in cui stiamo di nuovo iniziando a dividere l’umanità in “noi” e “loro”, in cui cerchiamo facili capri espiatori per rassicurarci di fronte a una complessità che ci sfugge. Un tempo in cui alcune parole vengono usate con leggerezza, in cui azioni disumane vengono legittimate da rappresentanti delle istituzioni, in cui le manifestazioni fasciste vengono talvolta accolte senza indignazione.
Promuovere e sostenere non solo lo studio e la ricerca, ma anche le iniziative didattiche e formative, valorizzare i luoghi della memoria sono gli obiettivi di questo programma, ed è importante e significativo che la nostra regione continui a sostenerlo. In questi anni i risultati sono stati molteplici, ne voglio ricordare uno: il rafforzamento della rete e del coordinamento tra le diverse realtà, che ha aumentato l’efficacia delle azioni realizzate.
Come ci ricorda Liliana Segre “L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo. La memoria vale proprio come vaccino contro l’indifferenza.”
Contro l’indifferenza è importante questo programma. Contro l’indifferenza è importante l’azione di tutti noi.

Mumolo: “Reddito di cittadinanza? venga dato anche ai senza tetto”

Il reddito di cittadinanza non verrà dato alle persone che vivono in strada e sono prive di residenza. Ne ho parlato in un’intervista a Radio Cusano Campus

+++REDDITO. AVVOCATI STRADA: C’E’ SCOGLIO BUROCRATICO PER I SENZATETTO NON HANNO RESIDENZA, E NON POSSONO CHIEDERLO MA NE HANNO DIRITTO+++

(DIRE) Roma, 25 gen. – Antonio Mumolo, avvocato giuslavorista, e’ intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’e’ desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Universita’ Niccolo’ Cusano. Mumolo fa parte di ‘Avvocato di strada’, una rete di legali che si occupa delle persone in estrema difficolta’. Riguardo la possibilita’ che i senzatetto possano beneficiare del reddito di cittadinanza, Mumolo ha affermato: “Da quello che ho letto del decreto finora, e’ assolutamente possibile per i senzatetto richiedere il reddito di cittadinanza, con un enorme scoglio: da un lato potrebbero richiederlo perche’ non hanno reddito, ma se finiscono in strada perdono la residenza e la carta d’identita’ quindi non possono richiedere il reddito di cittadinanza. Bisogna quindi risolvere prima il problema della residenza per richiedere il sussidio. Il problema e’ gia’ risolvibile perche’ la normativa sulla residenza c’e’, ma c’e’ una forte resistenza da parte dei sindaci, ma c’e’ anche un rapporto con la poverta’ che non e’ univoco. Da una parte il governo fa il reddito di cittadinanza per sconfiggere la poverta’, ma dall’altra parte le ultime norme del decreto sicurezza sembrano invece andare contro la poverta’, perche’ per i clochard che occupano strutture abbandonate per proteggersi dal freddo, le pene sono state raddoppiate, si rischia da 2 a 4 anni di galera. E’ una pena enorme se consideriamo che per le lesioni personali la pena e’ da 1 a 3 anni. Poi c’e’ il reato di accattonaggio, per chi chiede l’elemosina, di cui non se ne sentiva il bisogno perche’ gia’ erano previste dalla legge pene per l’accattonaggio molesto e per lo sfruttamento di minori per l’accattonaggio. Queste norme sembrano quasi voler acuire questi problemi di poverta’. Ci sono persone senza fissa dimora che ci hanno chiesto informazioni sul reddito di cittadinanza e noi li indirizziamo verso i soggetti che possano seguirli in questa pratica. Stiamo lavorando anche ad una soluzione alternativa: se i comuni insistono a non dare residenza a queste persone, gli devono comunque fornire tutti i servizi di welfare sulla base del domicilio. Ma questa e’ una situazione un po’ farraginosa, noi lavoreremo per fargli ottenere la residenza e il reddito di cittadinanza”. (Comunicati/Dire) 11:49 25-01-19

Sostegno al popolo curdo

Il popolo kurdo è il “popolo senza terra” più numeroso del pianeta. Le violazioni dei diritti fondamentali di questo popolo sono all’ordine del giorno, eppure i kurdi continuano a rivestire un ruolo fondamentale nel contrasto all’avanzata integralista e jiadista. Con un emendamento alla legge di bilancio ho chiesto alla Regione Emilia-Romagna di continuare a sostenere la causa del popolo kurdo promuovendo attività di studio e confronto e un “patto di amicizia”. Ecco il mio intervento in aula