La mia candidatura al Parlamento Europeo

Qualche giorno fa mi è stata chiesta la disponibilità a candidarmi al Parlamento Europeo, nella lista del Partito Democratico, collegio Nord Est (Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige).
Ci ho pensato molto.
In fin dei conti il mio studio è a Bologna, come la mia famiglia e le tante attività (politiche e di volontariato) che ho la fortuna di seguire.
Poi ho pensato alle tante battaglie, portate avanti, come avvocato e come consigliere regionale, ed alle speranze di tante e tanti.
È solo un esempio ma se in 5 regioni Italiane c’è oggi una legge che garantisce il medico di base alle persone più povere, quelle senza dimora, è merito delle lotte e delle rivendicazioni che portiamo avanti da tanto tempo. Senza una visione della politica, che parta dai diritti di tutte e tutti, quella legge non ci sarebbe mai stata.
È però anche vero che, perché le leggi vengano discusse e approvate, è necessario che qualcuno le presenti nelle assemblee legislative.
E quel qualcuno deve crederci profondamente per superare i tanti ostacoli che si presentano.

Quante volte abbiamo discusso di cose che non riusciamo a cambiare perché dipendono da direttive europee. Quante volte ci siamo sentiti poco rappresentati quando, in Europa, si approvano provvedimenti ingiusti, su temi come immigrazione, povertà, sanità, lavoro.
Ho pensato che tirarsi indietro, non provarci nemmeno, sarebbe comodo ma sbagliato.
Ho deciso di accettare la candidatura, sapendo che è una battaglia difficilissima, in una lista molto competitiva.
Se dovessi essere eletto, io farò tutto quanto è in mio potere per cambiare l’accordo di Dublino e le politiche sull’immigrazione, per un reddito di cittadinanza europeo, per un salario minimo europeo obbligatorio per ogni stato e basato sul costo della vita, per vincolare i fondi europei sulla sanità all’impegno di usarli per la sanità pubblica.
Per difendere i diritti dei deboli e le ragioni della pace.
La campagna elettorale durerà 45 giorni (si vota l’8 e 9 giugno) e ci vogliono almeno 60mila preferenze per essere eletti; so bene che sarà difficilissimo ma ci proverò.
Se non sarò eletto sarò comunque a posto con la mia coscienza perché ho tentato di dare il mio contributo per cambiare le cose.
Ognuna e ognuno di noi dovrà impegnarsi al massimo in questa campagna elettorale perché queste elezioni europee sono epocali.
Sono uno spartiacque tra chi vuole far tornare indietro l’Europa e chi la vuole far crescere.

Ognuna e ognuno di noi sceglierà tra le validissime candidature che sono in lista.
Se vorrete sostenermi, nei prossimi giorni darò tutte le informazioni per farlo.
Vi ringrazio in ogni caso tantissimo, anche per la pazienza di leggere questo lungo messaggio.