Mancate cure alle persone senza dimora. Avvocati di strada: “Oggi in Senato per chiedere urgenti modifiche alla legge”

Oggi pomeriggio l’Associazione Avvocato di strada è stata convocata in Senato per un’audizione in Commissione Igiene e sanità. La Commissione si è riunita nell’ambito dell’esame dei disegni di legge n. 86 in materia di assistenza sanitaria alle persone senza dimora.

“Oggi in Italia – afferma Antonio Mumolo, presidente di Avvocato di strada Onlus, presente all’audizione – ci sono almeno 19mila italiani che vivono in strada. Tutti loro sono potenzialmente privi di residenza anagrafica e quindi non possono accedere al servizio sanitario nazionale. Non possono avere cure continuative, non possono scegliere un medico di base per ottenere la prescrizione di un far­maco o di una visita spe­cia­li­stica. Non possono rivolgersi al SERT se hanno problemi di alcolismo o tossicodipendenza”.

“Si tratta di una situazione paradossale, perché chi non ha una casa è più esposto di altri a numerosi fattori (freddo, malnutrizione, scarsa igiene, ecc) che generano gravi patologie e allo stesso tempo non dispone delle condizioni per curarsi. Una persona malata che non può curarsi in poco tempo vedrà peggiorare la propria situazione fino a rischiare la vita. Se sopraggiungono malattie più gravi o invalidanti che rendono la persona non più indipendente occorre calcolare un pesante e inevitabile aggravio sulle spese sanitarie. La mancata cura di determinate malattie, infine, può rappresentare un pesante rischio per la salute pubblica. Tutto questo – aggiunge Mumolo – in palese contrasto con la Costituzione Italiana, che all’Art.32 recita “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

“In Commissione Igiene e sanità abbiamo affermato ancora una volta un’urgenza non più differibile: come chiede il ddl n.86, che abbiamo contribuito a scrivere, è indispensabile modificare l’articolo 19 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, in materia di assistenza sanitaria alle persone senza dimora e dare la possibilità alle persone prive della residenza anagrafica di iscriversi negli elenchi del Sistema Sanitario nazionale nel Comune in cui si trovano. Ci auguriamo di aver trovato terreno fertile in Senato – conclude Mumolo – e speriamo che l’iter della legge n. 86 possa andare avanti per colmare una lacuna che non fa onore al nostro paese”.

Al servizio dei più deboli. Al via il primo progetto nazionale di Servizio Civile di Avvocato di strada

“Quest’anno, per la prima volta, tra i progetti del Servizio civile nazionale del 2015 c’è anche quello di Avvocato di strada”. A darne notizia è il presidente dell’Associazione nazionale, Avv. Antonio Mumolo.

“Dieci giovani tra i 18 e i 29 anni potranno svolgere il Servizio civile presso le nostre sedi di Bologna, Foggia, Genova, Milano e Padova. Per fare domanda – sottolinea il presidente dell’Associazione Onlus che si batte per i diritti delle persone senza dimora – c’è tempo fino alle 14 del 16 aprile 2015. Per dodici mesi i giovani che verranno selezionati affiancheranno il lavoro dei nostri avvocati volontari e potranno fare un’esperienza di vita unica “al servizio dei più deboli”, come recita il titolo del progetto”.

“Siamo molto orgogliosi di avere per la prima volta questa opportunità. L’istituto del Servizio Civile – conclude Mumolo – nasce per promuovere forme di difesa non violenta della Patria, dove la Patria è intesa come il luogo di incontro della comunità sociale ed il punto di riferimento di valori condivisi ed universali, che meritano perciò di essere difesi. L’approvazione del nostro progetto significa che tra questi valori che devono essere difesi ci sono anche la solidarietà e l’attenzione ai diritti di tutti, anche delle persone più fragili. E questa ci sembra un’ottima notizia”.

Info su progetto e presentazione domande:
http://www.avvocatodistrada.it/serviziocivile/

cartolina

Mafie. Maggiore conoscenza per prevenzione. Mumolo relatore della legge

Abbinamento dei due progetti di legge contro le mafie e per la legalità per le “evidenti affinità di argomento”; scelta del testo-base, quello della Giunta, e nomina dei relatori (Antonio Mumolo, Pd, per la maggioranza, Silvia Piccinini, M5s, per le opposizioni): è quanto deciso dalla commissione Bilancio affari generali e istituzionali, riunitasi in mattinata.

Il testo-base sarà dunque il progetto di legge d’iniziativa della Giunta, depositato il 27 febbraio, che interviene su varie parti della L.r. 3/2011, i cui contenuti e obiettivi, sviluppati in quattro articoli, sono stati illustrati dall’assessore Massimo Mezzetti. La premessa è che sempre più spesso indagini della magistratura portano alla luce la presenza delle mafie fuori dalle aree di insediamento tradizionale; queste organizzazioni criminali si mostrano capaci di adattarsi anche a contesti distanti geograficamente da quelli in cui sono nati, e assai diversi sul piano sociale e culturale. Perciò, accanto alle politiche da adottare per ostacolare queste infiltrazioni, si avverte un’esigenza conoscitiva del fenomeno.

Con il progetto di legge, si punta a rafforzare l’Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso, strumento necessario nella lotta alla criminalità organizzata, in grado di selezionare ed evidenziare i fattori locali, i segnali anticipatori della penetrazione della criminalità organizzata all’interno della società civile. All’Osservatorio, che avrà un ruolo tecnico, si chiede di garantire un costante monitoraggio delle iniziative sviluppate attraverso la legge, incrociare banche-dati, le fonti informative finora disperse sul tema del crimine organizzato e mafioso, predisponendo rapporti conoscitivi da mettere a disposizione della Giunta, della comunità regionale e di un nuovo organismo: la “Consulta regionale per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità”. La Consulta avrà funzioni propositive e consultive, e Mezzetti ha anticipato che ne potrebbero fare parte anche i capigruppo in Assemblea legislativa. Verrà inoltre convocata una Conferenza regionale sulla legalità, per coordinare al meglio gli interventi di prevenzione, nonché le azioni finalizzate al sostegno degli Enti Locali destinatari di beni immobili confiscati.

L’altro progetto di legge, depositato il 13 febbraio dai cinque consiglieri del Movimento 5 stelle (prima firmataria Giulia Gibertoni), si compone di sei articoli e agisce a sua volta sulla L.r. 3/2011, una legge “che si è dimostrata rapidamente inadeguata”, ha detto in commissione Silvia Piccinini. Al contrario, è scritto nella relazione di accompagnamento, che “la politica regionale deve agire in modo reattivo e straordinario e mettere in campo nuovi strumenti, nuove norme ad integrazione di quelle che già esistono”.

La differenza più significativa rispetto al testo della Giunta prevede la costituzione di parte civile in tutti i processi aventi come oggetto reati di criminalità organizzata e mafiosa “ogni qualvolta si inizino processi aventi ad oggetto reati di criminalità organizzata e mafiosa, riguardanti il territorio regionale”, superando l’ampia discrezionalità finora affidata alla Giunta regionale. Inoltre, i proventi dei risarcimenti derivanti dalla costituzione in giudizio dovrebbero essere destinati alle azioni finalizzate al recupero dei beni confiscati.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Mumolo (Pd), Andrea Bertani (M5s) e Matteo Rancan (Ln). Obiettivo condiviso è quello di arrivare all’approvazione della legge nel più breve tempo possibile, prevedendo un duplice livello confronto con tutti i soggetti interessati, prima dell’avvio del dibattito in commissione quando sarà definito il testo dell’articolato.

16.03.15 Auser Bologna: “Due esperienze tra verità e giustizia”

Due esperienze tra verità e giustizia. L’iniziativa di Auser Bologna in vista della XX Giornata della Memoria e dell’impegno contro le mafie

Il prossimo 21 marzo si celebra a Bologna la XX Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Un evento di portata nazionale promosso da Libera, che porterà nel capoluogo emiliano migliaia di persone e di giovani.
Accanto alle vittime delle mafie quest’anno la Giornata sarà dedicata anche alle vittime delle stragi del 2 agosto e di Ustica. Persone innocenti che, come le vittime delle mafie, ancora aspettano verità e giustizia.
E proprio questo tema sarà al centro dell’iniziativa “Due esperienze tra verità e giustizia”, promossa da Auser Bologna lunedì 16 marzo in Sala Farnese (piazza Maggiore 6) a partire delle 17.30.
Nel corso dell’incontro verranno presentati due progetti: “Archivi per non dimenticare”, mirato a digitalizzare e rendere così fruibili e accessibili gli atti sui processi di strage depositati presso la Corte d’assise di Bologna e il progetto “Le nuove staffette” promosso, assieme al Comune di Bologna e altre organizzazioni del terzo settore, per sostenere percorsi di cittadinanza attiva tra i giovani.
Due progetti di grande valore, uniti dal filo rosso della memoria, della giustizia e dell’impegno che ogni cittadino può mettere in campo per promuovere questi valori.

PROGRAMMA COMPLETO

Ore 18: “Gli archivi della memoria” progetto di Digitalizzazione degli atti sui processi per strage di terrorismo presso la Corte di Assisi di Bologna

Se ne parla con :
Paolo Bolognesi – Presidente associazione vittime 2 Agosto
Ilaria Moroni- Rete degli Archivi per non dimenticare
Claudio Nunziata- ex Magistrato
Leonardo Grassi – Presidente corte D’Assisi di Bologna
Massimo Mezzetti- Assessore Regionale alla cultura, politiche giovanili e per la legalità

Ore 19: “Le nuove staffette: percorsi di cittadinanza attiva verso un futuro possibile”

Proiezione promo di Antonella Restelli

Tavola rotonda con:
Daniele Ara -Presidente Quartiere Navile
Enrico Fontana- Direttore Nazionale di Libera
Giancarlo Funaioli- Presidente CSV Bologna
Milena Manini- Pedagogista
Luca De Paoli- Portavoce Forum Terzo Settore/ Presidente Bandiera Gialla
Antonio Mumolo- Presidente Avvocato di strada Onlus
Anna Cocchi -ANPI Provinciale
Modera: Nelson Bova – Giornalista RAI
Coordina i lavori Antonella Di Pietro

Conclusioni a cura del Sindaco di Bologna Virginio Merola

iniziativa auser 16.03.15

COMUNICATO STAMPA. Residenza e immobili occupati, parziale toppa ad errore del governo

Una Circolare del Ministero dell’Interno fa finalmente chiarezza su una violazione costituzionale del Piano Casa approvato l’anno scorso. Le persone che hanno la residenza in immobili occupati possono comunque prendere la residenza nel Comune in cui risiedono. Avvocati di strada: “Ripristinati diritti costituzionali, ma troppo tempo perso inutilmente”

“Il Piano Casa del Governo approvato nel marzo 2014 stabilisce che chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedervi la residenza. Come avevamo più volte anticipato nei mesi scorsi, la mossa del Governo non ha consentito di liberare più facilmente gli stabili occupati, ma in compenso ha avuto conseguenze molto negative su decine di migliaia di famiglie che occupano immobili vuoti solo perché hanno perso il lavoro e altrimenti finirebbero in strada. Tante famiglie in queste condizioni in questi mesi si sono viste cancellare la residenza proprio per questa norma, e con la residenza hanno perso il diritto di curarsi, di votare, di iscrivere i figli a scuola o ad una associazione sportiva”. Lo afferma il presidente dell’Associazione Avvocato di strada Antonio Mumolo.

“Nel denunciare l’incostituzionalità del Piano Casa, – aggiunge Mumolo – avevamo sottolineato un incredibile paradosso: la legge italiana stabilisce che la residenza anagrafica deve essere riconosciuta a tutte le persone che vivono in un dato luogo. Si tratta di un modo per garantire loro alcuni diritti fondamentali, ma si tratta anche di un tema di ordine pubblico. Le istituzioni devono sapere quante persone vivono in una città, come si chiamano, come sono formati i loro nuclei familiari. I sindaci in qualità di Ufficiali di Governo sono tenuti a far rispettare il diritto alla residenza, e possono essere sanzionati se vengono meno a questo dovere. Ma come si sarebbero dovuti comportate con le famiglie occupanti? come si sarebbe risolto questo contrasto normativo?”

“Adesso, a distanza di un anno, apprendiamo positivamente la notizia di una circolare del Ministero dell’Interno (n°633 del 24 febbraio) inviata a tutti i comuni italiani e che prova a fare chiarezza sulla situazione. La circolare sottolinea che dal momento che la legge anagrafica stabilisce che ogni cittadino che vive in un comune ha diritto di prendervi la residenza (affermazione scontata, ma ci fa piacere per una volta vederla in un documento del Governo rivolto ai comuni), se vive in una casa occupata non potrà avere la residenza in quel luogo ma dovrà comunque essere iscritto nell’anagrafe del comune, analogamente a quanto succede alle persone senza dimora che hanno la residenza in Via della Casa Comunale o in altre vie fittizie”.

“Ci auguriamo che tutti i comuni italiani e le rispettive anagrafi recepiscano il più presto possibile queste indicazioni e che le famiglie che ora sono senza residenza possano riacquistarla al più presto. Non possiamo però che rammaricarci per quanto successo. Chi risarcirà le famiglie che in questo anno hanno subito fortissimi disagi? Quanti drammi silenziosi si sono consumati per queste incaute scelte? Il Governo – conclude Mumolo – doveva ascoltare prima il grido delle associazioni di volontariato come la nostra, che quotidianamente sono a contatto con le persone che vivono in difficoltà. Nell’approvare un Piano Casa che doveva combattere il disagio abitativo si sarebbe potuto evitare questo grave scivolone e sopratutto si sarebbe potuti intervenire prima, senza far passare inutilmente dodici mesi”.

(DIRE). SI a un tavolo per il congresso, ma non sul capogruppo. Ben svegliata sinistra partito”

(DIRE) Bologna, 10 mar. – Si’ alla trattativa con Paolo Calvano e gli altri candidati alla segreteria regionale del Pd. Ma stop sul capogruppo in Regione: non e’ la discussione tra i cinque candidati a dover eleggere il successore dello stesso Calvano, nel caso venga eletto al congresso del 19 aprile. L’altola’ e’ del consigliere regionale Antonio Mumolo, altro pretendente alla guida regionale del Pd. “Non credo che si debba discutere del capogruppo. Bene che Calvano ci abbia convocato ma del capogruppo si discute nelle sedi idonee e lo decide il gruppo”, sottolinea il consigliere bolognese, sceso in campo un anno fa prima che il congresso subisse due rinvii. “Mi fa molto piacere che si siano presentati altri candidati ‘di sinistra’ per la segreteria regionale del Pd. Fino ad oggi ero l’unico”, sottolinea con una certa ironia Mumolo. Che fa poi notare: “questa sinistra e’ stata silente per un intero anno ed ha approvato le varie richieste di rinvio che ci hanno portato ad oggi”. Quindi “ben svegliata sinistra- dice ancora Mumolo- Sono certo che da oggi in poi si discutera’ di temi come il lavoro, l’ambiente, la sanita’, le poverta’, presenti nel programma che io ho presentato ormai otto mesi fa”. (Bil/ Dire) 15:58 10-03-15