Al servizio dei più deboli. Al via il primo progetto nazionale di Servizio Civile di Avvocato di strada

“Quest’anno, per la prima volta, tra i progetti del Servizio civile nazionale del 2015 c’è anche quello di Avvocato di strada”. A darne notizia è il presidente dell’Associazione nazionale, Avv. Antonio Mumolo.

“Dieci giovani tra i 18 e i 29 anni potranno svolgere il Servizio civile presso le nostre sedi di Bologna, Foggia, Genova, Milano e Padova. Per fare domanda – sottolinea il presidente dell’Associazione Onlus che si batte per i diritti delle persone senza dimora – c’è tempo fino alle 14 del 16 aprile 2015. Per dodici mesi i giovani che verranno selezionati affiancheranno il lavoro dei nostri avvocati volontari e potranno fare un’esperienza di vita unica “al servizio dei più deboli”, come recita il titolo del progetto”.

“Siamo molto orgogliosi di avere per la prima volta questa opportunità. L’istituto del Servizio Civile – conclude Mumolo – nasce per promuovere forme di difesa non violenta della Patria, dove la Patria è intesa come il luogo di incontro della comunità sociale ed il punto di riferimento di valori condivisi ed universali, che meritano perciò di essere difesi. L’approvazione del nostro progetto significa che tra questi valori che devono essere difesi ci sono anche la solidarietà e l’attenzione ai diritti di tutti, anche delle persone più fragili. E questa ci sembra un’ottima notizia”.

Info su progetto e presentazione domande:
http://www.avvocatodistrada.it/serviziocivile/

cartolina

Mafie. Maggiore conoscenza per prevenzione. Mumolo relatore della legge

Abbinamento dei due progetti di legge contro le mafie e per la legalità per le “evidenti affinità di argomento”; scelta del testo-base, quello della Giunta, e nomina dei relatori (Antonio Mumolo, Pd, per la maggioranza, Silvia Piccinini, M5s, per le opposizioni): è quanto deciso dalla commissione Bilancio affari generali e istituzionali, riunitasi in mattinata.

Il testo-base sarà dunque il progetto di legge d’iniziativa della Giunta, depositato il 27 febbraio, che interviene su varie parti della L.r. 3/2011, i cui contenuti e obiettivi, sviluppati in quattro articoli, sono stati illustrati dall’assessore Massimo Mezzetti. La premessa è che sempre più spesso indagini della magistratura portano alla luce la presenza delle mafie fuori dalle aree di insediamento tradizionale; queste organizzazioni criminali si mostrano capaci di adattarsi anche a contesti distanti geograficamente da quelli in cui sono nati, e assai diversi sul piano sociale e culturale. Perciò, accanto alle politiche da adottare per ostacolare queste infiltrazioni, si avverte un’esigenza conoscitiva del fenomeno.

Con il progetto di legge, si punta a rafforzare l’Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso, strumento necessario nella lotta alla criminalità organizzata, in grado di selezionare ed evidenziare i fattori locali, i segnali anticipatori della penetrazione della criminalità organizzata all’interno della società civile. All’Osservatorio, che avrà un ruolo tecnico, si chiede di garantire un costante monitoraggio delle iniziative sviluppate attraverso la legge, incrociare banche-dati, le fonti informative finora disperse sul tema del crimine organizzato e mafioso, predisponendo rapporti conoscitivi da mettere a disposizione della Giunta, della comunità regionale e di un nuovo organismo: la “Consulta regionale per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità”. La Consulta avrà funzioni propositive e consultive, e Mezzetti ha anticipato che ne potrebbero fare parte anche i capigruppo in Assemblea legislativa. Verrà inoltre convocata una Conferenza regionale sulla legalità, per coordinare al meglio gli interventi di prevenzione, nonché le azioni finalizzate al sostegno degli Enti Locali destinatari di beni immobili confiscati.

L’altro progetto di legge, depositato il 13 febbraio dai cinque consiglieri del Movimento 5 stelle (prima firmataria Giulia Gibertoni), si compone di sei articoli e agisce a sua volta sulla L.r. 3/2011, una legge “che si è dimostrata rapidamente inadeguata”, ha detto in commissione Silvia Piccinini. Al contrario, è scritto nella relazione di accompagnamento, che “la politica regionale deve agire in modo reattivo e straordinario e mettere in campo nuovi strumenti, nuove norme ad integrazione di quelle che già esistono”.

La differenza più significativa rispetto al testo della Giunta prevede la costituzione di parte civile in tutti i processi aventi come oggetto reati di criminalità organizzata e mafiosa “ogni qualvolta si inizino processi aventi ad oggetto reati di criminalità organizzata e mafiosa, riguardanti il territorio regionale”, superando l’ampia discrezionalità finora affidata alla Giunta regionale. Inoltre, i proventi dei risarcimenti derivanti dalla costituzione in giudizio dovrebbero essere destinati alle azioni finalizzate al recupero dei beni confiscati.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Mumolo (Pd), Andrea Bertani (M5s) e Matteo Rancan (Ln). Obiettivo condiviso è quello di arrivare all’approvazione della legge nel più breve tempo possibile, prevedendo un duplice livello confronto con tutti i soggetti interessati, prima dell’avvio del dibattito in commissione quando sarà definito il testo dell’articolato.