ANSA/ Pd: da eletti assemblea nuova geografia partito in E-R. Su 89 delegati, 63 per Renzi, 12 per Civati e solo 14 a Cuperlo

(ANSA) – BOLOGNA, 9 DIC – E’ una nuova geografia del partito democratico dell’Emilia-Romagna, quella uscita dal voto delle primarie di ieri, che hanno eletto anche i membri dell’assemblea nazionale Pd. Da questo parlamentino del partito escono pezzi e eredi del vecchio ‘apparato’ ed entra un numero rilevantissimo di ‘seguaci’ del nuovo segretario. Su un totale di 89 delegati, 63 erano i candidati con Renzi, 12 con Civati e solo 14 con Cuperlo.

Tra gli esclusi illustri, a Bologna, c’è il rappresentante organizzativo del partito bolognese, Raffaele Persiano (terzo per Cuperlo nel collegio Bologna 1, l’unico ad aver eletto due delegati: il deputato Andrea De Maria e il presidente del consiglio comunale di Bologna Simona Lembi). Stesso collegio che non ha eletto la deputata Sandra Zampa (seconda nella lista per Civati, davanti all’assessore al comune di Bologna, Luca Rizzo Nervo), dietro a Filippo Taddei, unico eletto, fresco di nomina come responsabile economico del partito.

Nell’altro collegio bolognese, non ce l’ha fatta il presidente del consiglio provinciale e portavoce del comitato Cuperlo in citta’, Stefano Caliandro: non e’ bastata la seconda posizione, unica della lista a passare e’ stata la segretaria nazionale dei pensionati Cgil, Carla Cantone. Tra i cuperliani, fuori anche i deputati Enzo Lattuca (era capolista a Cesena) e Giuditta Pini (seconda nel collegio Modena 8 – nell’altro, l’unica eletta per Cuperlo è stata la sottosegretaria, Maria Cecilia Guerra) e il  consigliere regionale, Marco Barbieri (nel collegio Reggio Emilia 12) – a Imola, ce l’ha invece fatta la sua neocapogruppo Anna Pariani mentre a Bologna è stato eletto il collega Antonio Mumolo, tra i supporter di Civati.  Poche le sorprese nella nutrita truppa di renziani, dal sindaco di Bologna, Virginio Merola – eletto nel capoluogo insieme al renziano della prima ora, il consigliere comunale Benedetto Zacchioroli, e, tra gli altri, Salvatore Vassallo – al suo collega di Imola, Daniele Manca; dall’ex sindaco di Piacenza Roberto Reggi al consigliere regionale Giuseppe Eugenio Pagani. (ANSA). YC8 09-DIC-13 16:28 NNNN

Welfare. Il PD presenta un progetto di legge per promuovere la cooperazione sociale

sociale410x307Riconoscere il ruolo che le cooperative sociali hanno assunto nel sistema di welfare regionale, sia come erogatrici di servizi che nel collocamento protetto, affermarne l’operato in nuovi ambiti e sottolineare la rilevanza del sistema cooperativo nell’economia regionale.

È quanto propone il progetto di legge presentato dai consiglieri PD Marco Carini, (primo firmatario) Anna Pariani, Paola Marani, Mario Mazzotti, Antonio Mumolo, Beppe Pagani e Roberto Piva dal titolo “Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale” che abroga l’attuale norma regionale in materia per l’attuazione della legge 381/1991. (L.r. 7/1994).

In Emilia-Romagna operano 920 cooperative sociali per un totale di 37.646 dipendenti. Più del 77% degli addetti è assunto con contratto a tempo indeterminato e il 76% del totale è costituito da donne, mentre l’8% appartiene a categorie svantaggiate, con una punta del 20% nella Provincia di Forlì-Cesena. “Oggi –si legge nella relazione che accompagna il testo – le cooperative sociali sono soggetti imprenditoriali a tutti gli effetti, uguali nei valori fondanti a quelle di un tempo, ma profondamente diverse nelle loro relazioni col territorio, nel rapporto con la Pubblica Amministrazione, nella capacità di fare impresa portando benefici tanto a se stesse quanto alla collettività”.

Composta di 26 articoli, la proposta in sintesi prevede “l’istituzione dell’Albo regionale delle cooperative sociali; la determinazione delle forme di partecipazione della cooperazione sociale alla programmazione, progettazione, gestione, realizzazione e valutazione dei risultati del sistema integrato di interventi e servizi alla persona; l’individuazione dei criteri di affidamento e conferimento dei servizi; misure di promozione, sostegno e sviluppo della cooperazione sociale”.

Per quanto concerne l’iscrizione l’Albo, ciò che cambia è la possibilità per le cooperative sociali di essere contemporaneamente nelle sezioni A e B, viene poi ampliata la gamma dei servizi gestiti dalle prime, andando a toccare gli ambiti sanitari ed educativi, fino alla formazione professionale e permanente. Viene poi introdotto il nuovo concetto di “cooperative di comunità” per quelle cooperative sociali “che si prefiggono di mantenere vive e a valorizzare le comunità locali a rischio di spopolamento o di estinzione attraverso l’attività dei soci, membri essi stessi della comunità”.

Radicalmente rivisitata è la normativa degli affidamenti diretti e degli appalti, con una netta distinzione fra i casi in cui la legge consente di affidare direttamente il servizio alle cooperative sociali di tipo B per l’inserimento di soggetti svantaggiati -“in virtù della riconosciuta la capacità di generare inclusione sociale e del forte legame col territorio” – e quelli in cui invece è necessaria la gara, che dovrà essere caratterizzata dalla presenza di clausole sociali per la Regione e gli Enti ed Aziende da essa dipendenti e potrà esserlo per tutte le altre Amministrazioni regionali. Le cooperative sociali extraregionali potranno invece gestire i servizi solo se soddisfano le stesse caratteristiche richieste per l’iscrizione all’Albo, mentre restano escluse dalle convenzioni con la Pa.

Circa i tempi di pagamento, è previsto che le amministrazioni pubbliche appaltanti dovranno fissare il calendario massimo dei pagamenti alle coop e corrispondere gli interessi di legge in caso di ritardo.

Tra le forme di promozione ed incentivazione delle cooperative sociali sono previsti: la costituzione di un fondo rischi consortile per il sostegno a varie misure creditizie; contributi ai datori di lavoro (per un massimo di due anni) per nuove assunzioni di persone nelle categorie protette fino al 30% del costo effettivo della retribuzione (elevabile al 70% in caso di assunzione di ex degenti psichiatrici o disabili con invalidità superiore ai due terzi); la possibilità di fruire dei servizi erogati dalla struttura regionale di acquisto, con vantaggio economico per le cooperative stesse.