30.03.09 Bond Cirio e Argentina. Federconsumatori Bologna ottiene due importanti sentenze contro due banche

La Federconsumatori Bologna, rappresentata dagli avvocati Antonio Mumolo, Matteo Acciari e Gianpiero Falzone, ha ottenuto due importanti sentenze che condannano due banche a risarcire dei consumatori.

Grazie a queste sentenze un pensionato settantenne che aveva visto andare in fumo 14000 euro investiti in Bond Cirio e un uomo che aveva investito 24000 euro in bond Argentina recupereranno i propri crediti.

Le cause pendenti a Bologna seguite da Federconsumatori sono ancora 29, per un totale di 1,9 milioni di euro.

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28.03.09 Avvocato di strada Macerata inaugura la nuova sede

Sabato 28 marzo lo sportello di Avvocato di strada Macerata attivo all’interno del GUS Onlus dallo scorso anno inaugura la nuova sede. Sono invitati i giornalisti, le associazioni e tutti i cittadini interessati.

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Foto. Antonio Mumolo e Raffaele Bucciarelli, presidente del Consiglio Regionale Marche inaugurano la nuova sede di Macerata.

Il programma della giornata:

Ore 12.00 Inizio presso la Sala consiliare della Provincia di Macerata, Corso della Repubblica 28, Macerata

Saluti
– Saluto dell’assessore provinciale Alessandro Savi
– Saluto del Presidente del GUS Paolo Bernabucci

Interventi
– Avv. Antonio Mumolo, presidente associazione Avvocato di strada Onlus
– Avv. Gianfranco Borgani, referente sportello Avvocato di strada, Macerata
– Avv. Daniele Valeri, referente sportello Avvocato di strada, Ancona

Ore 13.00 Inaugurazione della nuova sede presso Piaggia Floriani

– Taglio del nastro e buffet

21.03.09 Avvocato di strada arriva a Milano

milano

Sabato 21 marzo 2009 h.15
Conferenza stampa
Inaugurazione dello sportello Avvocato di strada Milano
e Festa di Primavera con la Bar Boon Band
c/o SOS Stazione Centrale, Sottopasso Tonale Pergolesi, Stazione Centrale F.S, Milano

Sabato 21 marzo alle h.15 viene inaugurato lo sportello milanese dell’Associazione Avvocato di strada Onlus, che fornirà tutela legale gratuita e professionale a tutte le persone senza dimora che vivono in città.

Interverranno alla presentazione:
– Avv.Antonio Mumolo, Presidente Associazione Avvocato di strada Onlus
– Maurizio Rotaris, Responsabile SOS Stazione Centrale
– Avv.Stefano Franzese, Coordinatore dello sportello Avvocato di strada Milano

Sono invitati i rappresentanti delle Istituzioni, le Associazioni di volontariato e tutti i cittadini interessanti.

Lo sportello, che sarà aperto tutti i martedi dalle h.14 alle h.16, sarà ospitato nella nuova sede del Sottopasso Tonale Pergolesi (sotto la Stazione Centrale) da SOS Stazione Centrale, il progetto della Fondazione Exodus che dal 1990 rappresenta un punto di riferimento fondamentale per tutte le persone che vivono in strada a Milano.

Alle attività consuete che SOS presta da circa vent’anni (ascolto, orientamento ed accompagnamento, etc) in favore di persone in situazioni di forte marginalità sociale, da oggi si aggiungerà l’azione di tutela legale prestata da professionisti volontari.

L’Associazione Avvocato di strada offre gratuitamente consulenza e assistenza legale a tutte le persone senza dimora con problemi legali, che potranno presentarsi agli sportelli senza appuntamento e senza dover essere inviati da nessun servizio. Ci saranno ad attenderli avvocati professionisti volontari che offriranno tutela in via giudiziale e stragiudiziale. Organizzazione operante in Italia dal 2001, Avvocato di strada oggi è presente in 19 città dislocate sull’intero territorio nazionale: Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Ferrara, Foggia, Jesi, Lecce, Macerata, Modena, Napoli, Padova, Pescara, Roma, Reggio Emilia, Rovigo, Taranto, Trieste. Fanno parte di Avvocato di strada circa cinquecento avvocati volontari, che dal 2001 ad oggi hanno aperto più di tremila pratiche.

Alla conferenza stampa seguirà un buffet e, il concerto ad ingresso gratuito della Bar Boon Band (http://www.retecivica.mi.it/barbun, progetto artistico di musica e poesia realizzato dai volontari di SOS Stazione Centrale con i senza tetto di Milano

20.03.09 Federconsumatori, ricorso al Tar contro monopolio Cai Nel mirino la legge sullo stop del controllo antitrust

«Inconcepibile pagare oltre 300 euro per volare da Roma a Milano»

Federconsumatori ricorre al Tar contro il monopolio Cai sulla tratta Roma-Milano e il provvedimento con cui il governo ha bloccato il controllo Antritrust sulla nuova Alitalia. Lo hanno reso noto in una conferenza stampa il presidente nazionale dell’associazione, Rosario Trefiletti e l’Avvocato Antonio Mumolo, secondo i quali «pagare oltre 300 euro per viaggiare in aereo da Roma a Milano non è ammissibile».

Il video della conferenza stampa

Sospensione dei provvedimenti Antitrust, con i quali l’Autorità garante della concorrenza e il mercato ha di fatto recepito la legge del governo sulla sospensione per tre anni dei controlli sulla posizione dominante della Cai, e richiesta alla Corte Costituzionale di verificare la legittimità costituzionale dello stesso atto governativo. E’ quanto prevede il ricorso che l’associazione Federconsumatori ha deciso di presentare al Tribunale amministrativo, per ovviare alla «posizione assolutamente dominante della nuova Compagnia, in violazione della legge Antitrust».

Sotto gli occhi dei riflettori, in particolare, ci sarebbe la soluzione di monopolio con cui la nuova Alitalia starebbe gestendo le tariffe di alcune tratte nazionali, tra cui, soprattutto, quella Linate-Roma.

«E’ inammissibile che a causa dell’assenza di concorrenza i passeggeri siano costretti a pagare più di 300 euro per viaggiare in aereo da Roma a Milano – è la denuncia del presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti – Con queste cifre si vola fino a New York o a Brasilia».

Al centro del ricorso al Tar, che Federconsumatori ha già notificato e che presenterà nel giro di pochi giorni, c’è la legge 166 del 2008, con la quale il governo ha stabilito che la nuova situazione di monopolio creatasi in seguito alla nascita della Cai non può essere soggetta all’autorizzazione Antitrust per un periodo di tre anni. In questo arco di tempo, dunque, all’Autorità garante spetterebbe solo il compito di emanare delle prescrizioni che, secondo il legale di Federconsumatori Antonio Mumolo, «non incidono minimamente sulla posizione di monopolio creatasi» e che, anzi, contrastano con lo stesso statuto dell’Antitrust.

Per questo motivo, dunque, l’associazione di tutela dei consumatori ha deciso di impugnare presso il Tar questi provvedimenti dell’Autorità garante, chiedendone la sospensione dell’efficacia e un successivo ricorso alla Corte costituzionale per la verifica della presunta incostituzionalità della legge da qui questa situazione ha avuto origine, la 166 del 2008.

17.03.09 Noi non segnaliamo day

Contro il razzismo, per il diritto alla salute. Bologna, Piazza Maggiore, h.18

Antonio Mumolo partecipa alla manifestazione “Contro il razzismo, per il diritto alla salute: NOI NON SEGNALIAMO!” che si tiene Martedi 17 marzo alle h.18 si terrà in Piazza Maggiore, Bologna.

L’iniziativa è organizzata nell’ambito del “NOI NON SEGNALIAMO DAY”, una giornata di mobilitazione nazionale che avrà luogo il 17 marzo in oltre 20 città italiane, promossa dalla Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, da Medici Senza Frontiere, dall’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e da altre associazioni.

Scopo della giornata è manifestare contro l’emendamento che cancella il divieto di segnalazione degli immigrati irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie, già approvato in Senato e in questi giorni in esame alla Camera presso le Commissioni Affari Costituzionali e Affari Sociali.

Se dovesse essere approvato l’intero “Pacchetto Sicurezza”, con l’introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale, si configurerebbe di fatto un obbligo di denuncia, inaccettabile in quanto discriminatorio e lesivo del diritto fondamentale alla salute.

Gli ordini professionali di medici e infermieri e vasti settori della società civile si sono già espressi per dire NO a questo provvedimento che continua ad essere sostenuto da membri del governo con false ragioni. Noi ne ribadiamo ancora una volta l’assoluta insensatezza ed ingiustificabilità in termini di sanità pubblica, economia sanitaria, valori etici e deontologici e diritti costituzionali.

La manifestazione di Bologna è promossa da: Associazione Sokos, Salute senza Margini, ASpeBo (Associazione Specializzandi Bologna), Federspecializzandi, Gruppo Prometeo (Facoltà di Medicina e Chirurgia), Coordinamento Migranti Bologna e Provincia, Avvocato di Strada ONLUS, Associazione Amici di Piazza Grande ONLUS, Emergency Bologna, Medici Senza Frontiere, Fisioterapisti Senza Frontiere, AIFI Associazione Italiana Fisioterapisti – Emilia Romagna, AMISS (Associazione Mediatrici Interculturali Socio-Sanitarie), Ya Basta Bologna, CGIL Bologna, Medici FP CGIL Bologna, ARCI Bologna, GrIS (Gruppo Immigrazione e Salute) Emilia Romagna.

La conferenza stampa di presentazione della manifestazione si terrà lunedi 16 marzo 2009 alle h.12 presso la sede di Sokos, in via de Castagnoli 10

16.03.09 Il consiglio comunale di Bologna approva ordine del giorno contro l’obbligo di denuncia per i medici

Il consiglio comunale di Bologna ha approvato un ordine del giorno che invita il sindaco a sollecitare la presidenza della regione Emilia Romagna perchè vengano annullati gli effetti che avrebbe l’approvazione alla camera dei deputati dell’emendamento che impone l’obbligo di denuncia dei cittadini irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie. Durante la seduta del consiglio comunale è intervenuto Antonio Mumolo, il cui intervento è riportato sotto.

……….

L’ordine del giorno

Il Consiglio comunale del Comune di  Bologna

Considerato che il 5 febbraio scorso il Senato ha approvato il DDL sulla Sicurezza Pubblica nel cui disposto è previsto, per effetto dell’approvazione di un emendamento proposto dalla Lega Nord, l’obbligo giuridico da parte dei medici del Servizio Sanitario Nazionale di denunciare gli immigrati irregolari che si rivolgono alle strutture per sottoporsi ad accertamenti o per richiedere cure urgenti;

Preso atto che la Giunta regionale, in seguito ad una informativa posta dall’Assessore Bissoni, il 9 febbraio scorso ha iniziato la discussione sulla norma  in questione, prendendo in esame le gravi conseguenze per la salute personale e pubblica che potrebbero derivare dalla soppressione della vigente tutela nei confronti degli stranieri che si rivolgono alle strutture sanitarie pubbliche;

Ritenendo che questa norma introduca serie limitazioni alla buona pratica della prevenzione per la salute sia personale che pubblica, inducendo gli immigrati clandestini a non sottoporsi ad accertamenti anche in caso di malattie trasmissibili o contagiose;

Richiamato il proprio Ordine del Giorno n.63 del 10 febbraio 2009 per invitare la Camera dei Deputati a rivedere il testo del Decreto 733

Invita il Sindaco di Bologna, quale Massima Autorità Sanitaria cittadina,

a sollecitare la Presidenza della Regione Emilia Romagna, ove la norma di cui sopra fosse approvata in via definitiva, ad adottare ogni tipo di provvedimento idoneo ad annullarne gli effetti, ivi compreso il ricorso alla Corte Costituzionale.

F.to: Valerio  Monteventi,  Sergio Lo Giudice, Antonio Mumolo, Corrado Melega, Leonardo Luis Barcelò Lizana, Roberto Panzacchi, Giovanni De Rose,  Roberto Sconciaforni,  Paolo Serra,  Giuseppe Pinelli, Giovanni Mazzanti,  Milena Naldi, Gian Guido Naldi, Claudio Merighi, Serafino D’Onofrio, Paolo Natali.

APPROVATO con 21 voti favorevoli (SINDACO – P.D. – S.D. – VERDI – AN-PDL – MISTO)
2 astenuti (TUA.BO – FI.PDL),assenti (RIF.CO – SO.CIV)

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L’intervento di Antonio Mumolo durante la seduta

Grazie Presidente. Non è la prima volta che questo Consiglio si occupa di questa norma. Ce ne siamo già occupati con un ordine del giorno che è stato proposto dal Consigliere Melega e che è stato approvato da questo Consiglio Comunale sullo stesso tema. Il problema è che nonostante ordini del giorno che sono stati approvati in tantissimi Consigli Comunali in Italia, nonostante la presa di posizione di tutti gli ordini dei medici, nonostante la presa di posizione di tantissime associazioni laiche e cattoliche che si sono espresse contro questa norma, che potrebbe essere definita in tanti modi, non c’è stato alcun segnale di attenzione da parte del governo e tra qualche giorno alla Camera si discuterà del cosiddetto decreto sicurezza; si dice anzi che sarà richiesta la fiducia su questo decreto, per approvarlo così come è uscito dal Senato.

E allora le varie associazioni di volontariato che si sono occupate di questo tema, hanno organizzato una giornata di protesta. La giornata di protesta è domani, 17 marzo 2009, in tutta Italia, a Roma come a Bologna, come in tantissime altre città, data in cui si manifesterà affinché questa norma venga stralciata dal cosiddetto decreto sicurezza.
Tra le tante cose che si sono dette rispetto a questo decreto una in particolare, quella che ha detto il Ministro Maroni, merita qualche risposta, perché il Ministro Maroni ha dichiarato pubblicamente che questa norma di cui discutiamo non comporterebbe l’obbligo di denuncia per i medici ma comporterebbe semplicemente una facoltà, una possibilità di denuncia. Siccome questa cosa l’ho sentita dire a moltissime persone, e ritengo ci sia un po’ di confusione sul punto, forse è opportuno fornire qualche chiarimento anche in questo Consiglio.

Noi sappiamo che medici e infermieri sono qualificabili come pubblici ufficiali o quantomeno incaricati di pubblico servizio. Qualifica che viene ricoperta anche dal personale paramedico, infermieri, operatori tecnici addetti all’assistenza con rapporto diretto e personale con il malato. Questo è un aspetto fondamentale rispetto al tema di cui discutiamo; infatti l’obbligo di denuncia, ossia di portare a conoscenza dell’autorità giudiziaria fatti aventi rilevanza penale, incombe sul pubblico ufficiale o sull’incaricato di pubblico servizio che venga a conoscenza di una notizia di reato nell’esercizio o a causa delle sue funzioni. Lo prevedono l’articolo 361 e l’articolo 362 del Codice penale e l’articolo 331 del Codice di procedura penale.

Questo cosa significa? Significa che nel momento in cui un incaricato di pubblico servizio viene a conoscenza di una reato non è facoltizzato a denunciare quel reato, ma è obbligato a denunciare quel reato.

Se il decreto sicurezza avesse comportato semplicemente l’abrogazione della norma del testo unico sull’immigrazione che vietava ai medici di denunciare gli immigrati privi di permesso di soggiorno, ci saremmo trovati di fronte ad una legge incivile, dal mio punto di vista, che però non avrebbe obbligato i medici e gli infermieri alla denuncia. In realtà nel decreto sicurezza, oltre all’abrogazione della norma prevista dal testo unico, c’è una ulteriore norma che è quella che introduce una nuova fattispecie di reato che è il reato dell’immigrazione clandestina. A questo punto cosa succede? Il combinato disposto di queste due novelle piuttosto che facoltizzare la denuncia, come surrettiziamente lasciato credere dagli estensori del decreto, rende obbligatoria la denuncia stessa perché il medico e gli infermieri sono incaricati di pubblico servizio.
Nel momento in cui vengono a conoscenza del reato, cioè arriva una persona priva di permesso di soggiorno o semplicemente che chiede il tesserino STP, cioè il tesserino che viene dato allo straniero temporaneamente presente (nel momento in cui si richiede l’STP ci si autodenuncia cioè si dice che non si hanno i documenti, non si ha il permesso di soggiorno) devono denunciare l’autore del reato.
Visto che si tratta di un obbligo, cosa succede se il personale paramedico o i medici in quanto incaricati di pubblico servizio non procedono alla denuncia? Chi non procede alla denuncia rischia a sua volta di essere denunciato per omissione, secondo quanto previsto dagli articoli 361 e 362 del Codice penale. E tra l’altro mentre il medico che concretamente opera e assiste il paziente potrebbe sostenere di non sapere della condizione di clandestinità del suo paziente, il personale paramedico che opera l’iscrizione dei dati del paziente all’ingresso della struttura sanitaria non può sconoscere le condizioni personali di chi non fornisca documenti abilitativi alla permanenza sul territorio dello Stato. E questo ovviamente imporrebbe al personale paramedico la denuncia.
Quali sono le sanzioni? Il pubblico ufficiale è attualmente punito con la multa da 30 a 516 Euro; l’incaricato di pubblico servizio con una multa da 2 a 103 Euro. L’importo delle multe viene tra l’altro innalzato proprio da questo decreto sicurezza. Ma il problema non è tanto la sanzione pecuniaria perché una persona si potrebbe anche volutamente sottoporre a tale la sanzione per compiere un atto di disobbedienza civile.
Maggiore preoccupazione destano le pene accessorie che, ai sensi degli articoli 28 e 31 del Codice penale, conseguono a delitti commessi in violazione a doveri inerenti la pubblica funzione o il pubblico servizio.
Per cui anche in caso di condanna alla sola pena pecuniaria, si potrebbe arrivare all’interdizione temporanea dai pubblici uffici delle persone condannate e l’interdizione temporanea diventerebbe una pena ben più grave e ben più pesante per tutti coloro che decideranno di non denunciare le persone prive di permesso di soggiorno che si presenteranno negli ospedali.
Questa è la situazione drammatica in cui questa norma farà trovare tutti coloro che esercitano la professione di medico e di paramedico. È una situazione paradossale perché, come diceva l’altra volta il collega Melega, riguarda non solamente gli stranieri ma riguarda tutte le persone, tutti i cittadini. Perché tutti i cittadini, italiani e non, saranno soggetti, ove questa norma venisse approvata e applicata, a rischio di epidemia. Immaginate quanti focolai nuovi di tubercolosi, di HIV, di malattie infettive come anche l’epatite, ci potranno essere in futuro se questa norma dovesse essere applicata. E guardate che un esempio lo abbiamo avuto già nei giorni scorsi. E’ uscita su tutti i giornali la notizia di una persona ammalata di tubercolosi, a Bari, che non è andata a farsi curare perché, priva di permesso di soggiorno, temeva che questa norma fosse già entrata in vigore, quindi temeva di essere identificata; questa persona è morta. Non sappiamo se, in quella situazione, si sia sviluppato un focolaio di epidemia e se ci sono altre persone in questo momento che hanno contratto la tubercolosi. Noi ci troveremmo in queste situazioni.

Dico questo perché ritengo che su un tema del genere, sul quale tra l’altro si sono pronunciati anche esponenti dell’attuale maggioranza come il Presidente Fini, l’onorevole Giovanardi e diversi altri, dovremmo esprimerci lasciando da parte le appartenenze politiche. Per questo chiedo all’opposizione, o quantomeno alle persone che sono presenti in aula dell’opposizione, che questo ordine del giorno sia votato da tutti perché credo che sia importante lanciare un segnale al Governo. Questo segnale viene lanciato anche alla Regione Emilia Romagna che ha la possibilità, nel caso in cui questa norma fosse approvata, di adire direttamente la Corte Costituzionale eccependo l’incostituzionalità della norma, mentre normalmente l’eccezione di anticostituzionalità può essere sollevata solamente nel momento in cui c’è un processo in corso.

Per cui chiedo a tutti coloro che sono presenti in questo Consiglio Comunale, anche tra i banchi dell’opposizione, di approvare questo ordine del giorno per dare un segnale forte rispetto alla pericolosità che questa norma comporta per tutti quanti cittadini. Grazie.

Antonio Mumolo