Terremoto. Mumolo (Pd): “Concorso per 500 professionisti della ricostruzione esclusi dalla stabilizzazione Madia”

Valorizzare le circa 500 figure professionali impiegate nella ricostruzione post-sisma e rimaste escluse dalla stabilizzazione disposta dalla legge “Madia” a causa della tipologia contrattuale con la quale sono assunti. Lo chiede il consigliere regionale del Partito Democratico Antonio Mumolo, che invita la giunta a prevedere una procedura che, passando per un concorso pubblico, riconosca le competenze specifiche acquisite.

Dall’agosto 2012, infatti, le strutture tecniche per la ricostruzione si avvalgono di figure professionali assunte tramite contratto di somministrazione: “Si tratta di professionisti che, in forza presso le amministrazioni locali, la Regione (ad oggi sono una sessantina coloro che vi operano) e le Prefetture, in questi sei anni sono state la spina dorsale della ricostruzione ed hanno acquisito professionalità e competenze tali da renderle preziose per le amministrazioni presso cui operano”. Questi lavoratori, scrive il consigliere dem, stanno vivendo una lunga stagione di precarietà fatta di rinnovi successivi, che al momento trova l’orizzonte ultimo al 31 dicembre 2018.

“Dopo sei anni di lavoro continuativo- rimarca Mumolo- quasi sempre nello stesso ente, con una precarietà che esiste solo nel contratto ma non nelle prestazioni rese, questi lavoratori si troverebbero senza alcuna possibilità di reimpiego nel ‘loro’ ente, in quanto non vincitori di alcuna procedura pubblica”. Il consigliere Pd, “data l’assoluta peculiarità della situazione in cui si trovano questi lavoratori a causa del contesto straordinario di assunzione”, interroga la giunta per sapere se non ritenga opportuno prevedere una procedura che, passando necessariamente per il concorso pubblico, “sia tuttavia in grado di valorizzare le competenze e le professionalità specifiche acquisite nel tempo, frutto anche degli investimenti in formazione che la stessa amministrazione pubblica ha sostenuto”.

Reddito di cittadinanza misura contro la povertà? Allora si dia anche ai senza tetto

L'Italia s'è desta. Intervista a Radio Cusano Campus

Il reddito di cittadinanza è una misura contro la povertà? allora perché escludere chi vive in strada e non ha la residenza? Sono stato ospite della trasmissione “L’Italia s’è desta” di Radio Cusano Campus per parlare del ricorso vinto da Avvocato di strada Onlus contro il comune di Carmagnola che voleva vietare l’elemosina e di altri fatti di attualità. Qui la mia intervista.

Commemorazione delle Vittime della Uno Bianca

Sabato 13 ottobre ho partecipato in rappresentanza della Regione Emilia-Romagna e dell’Assemblea legislativa alla commemorazione delle vittime della Uno bianca. Ecco la sintesi del mio discorso.

Commemorazione delle Vittime della Uno Bianca
13 ottobre 2018

Con grande emozione sono qui oggi, in rappresentanza di Giunta e Assemblea Regionale, davanti al monumento che ricorda tutte le vittime della banda della Uno Bianca.
24 persone uccise da una violenza ingiustificabile, una “strage diluita” come è stata efficacemente chiamata.
Ancora oggi evocare a Bologna il nome “Uno bianca” provoca paura e sgomento.
Il trascorrere del tempo non può affievolire il dolore immenso provocato da comportamenti così inspiegabilmente efferati. Dove le nostre parole diventano inadeguate e insufficienti, viene talvolta in aiuto l’arte. Questo monumento è un tributo che la nostra città in qualche modo doveva ai cittadini innocenti e ai carabinieri uccisi.
L’auspicio è che mai più si ripetano crimini così efferati, che indagare il passato, cercare giustizia porti a scongiurare il ripetersi di violenze simili. Ricordare quelle vicende drammatiche, ricordare le vittime e le loro vite è un gesto dovuto. Per loro come persone in primo luogo. Ma anche come atto di giustizia: ricordare e analizzare il passato è azione di verità. Capire ciò che è successo può essere strumento per evitare il ripetersi di pagine così atroci.
A tutti i familiari delle vittime dei Savi va il nostro commosso abbraccio, mio personale e delle istituzioni che oggi qui rappresento.
All’Associazione delle vittime un ringraziamento sentito per il coraggio e la fermezza con cui hanno continuato e continuano a richiedere verità e giustizia.
Grazie anche per questa giornata, che stimola ogni anno un fondamentale momento di riflessione e di memoria con i cittadini.

No al Disegno di legge Pillon

Contrastare il Disegno di Legge Pillon, che proprio in questi giorni ha iniziato il suo iter parlamentare, in ogni sede e con ogni strumento. È questo l’obiettivo della Risoluzione approvata oggi dalla Commissione Parità dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna. La prima firmataria Francesca Marchetti, impegna in particolare la Giunta affinché prenda posizione contro la proposta del senatore leghista in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità. L’atto, sottoscritto anche dai colleghi dem Roberta Mori, Stefano Caliandro, Paolo Calvano, Enrico Campedelli, Barbara Lori, Valentina Ravaioli, Nadia Rossi, Luciana Serri, Massimo Iotti e Antonio Mumolo del Pd, ha registrato l’adesione anche di Yuri Torri di Sinistra italiana e Silvia Prodi di Misto-Mdp.

“La Risoluzione – spiega la consigliera dem Francesca Marchetti – è il principale mezzo di indirizzo politico di cui dispone un Consigliere regionale e credo sia lo strumento più adeguato per rispondere ad un DDL come quello Pillon, un Disegno di Legge che sta determinando molte critiche, mobilitazioni dell’associazionismo e contrarietà da parte delle stesse professionalità coinvolte, in ragione di una serie di rischi di arretramento che presenta sia per i minori sia per la genitorialità in particolare femminile. Il DDL Pillon ci riporta indietro di 50 anni e non tiene conto delle esigenze di figlie e figli, costretti ad adeguarsi ai genitori e non viceversa in quanto “divisi” a metà. Inoltre, abolisce l’assegno di mantenimento in favore dei figli mentre prevede il mantenimento diretto da parte di entrambi i genitori, a prescindere dal fatto che madre e padre possano effettivamente offrire pari tenore di vita. Si tratta di un vero e proprio attacco ai diritti di donne e minori, che diventa ancor più grave se si pensa che la mediazione é obbligatoria anche nei casi di violenza, abusi e maltrattamenti.”

Nella Risoluzione, approvata a larghissima maggioranza da Pd, Si e Mdp, si prevede il coinvolgimento di tutti i parlamentari eletti in Emilia-Romagna, affinché promuovano, in sede di discussione del disegno di Legge, seri ed ampi confronti con tutti i soggetti istituzionali, associativi e professionali coinvolti, comprese le rappresentanze femminili, le associazioni familiari e le figure di garanzia per i minori.

“I tre punti del tutto inaccettabili del Disegno di Legge Pillon – prosegue Marchetti – sono che tale provvedimento sembra preoccuparsi più degli aspetti economici che di famiglia e figli, che introduce una figura molto ambigua come quella del mediatore familiare obbligatorio che non tutela in nessun modo le donne vittime di violenze domestiche e introduce la legittimazione parentale.”

Egualmente critici gli interventi di Antonio Mumolo per il quale “il DDL Pillon sembra scardinare il principio fondamentale del diritto minorile che è l’interesse dei minori>> e della Presidente della Commissione Parità Roberta Mori, la quale giudica il DDL presentato dal senatore leghista come “misogino, adultocentrico, patriarcale e anticostituzionale. Un documento fin troppo chiaro nelle sue premesse politiche per poter ragionare su un’eventuale emendabilità.”

Importante sottolineatura, infine, da parte della Consigliera Nadia Rossi, la quale ha manifestato perplessità e stupore nel constatare la totale assenza, dei consiglieri leghisti e 5 Stelle nella seduta odierna. “Per i 5 Stelle – conclude la consigliera riminese – suppongo possa trattarsi di palese imbarazzo.”

Dalla parte dei curdi

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