Sabato 13 ottobre ho partecipato in rappresentanza della Regione Emilia-Romagna e dell’Assemblea legislativa alla commemorazione delle vittime della Uno bianca. Ecco la sintesi del mio discorso.

Commemorazione delle Vittime della Uno Bianca
13 ottobre 2018

Con grande emozione sono qui oggi, in rappresentanza di Giunta e Assemblea Regionale, davanti al monumento che ricorda tutte le vittime della banda della Uno Bianca.
24 persone uccise da una violenza ingiustificabile, una “strage diluita” come è stata efficacemente chiamata.
Ancora oggi evocare a Bologna il nome “Uno bianca” provoca paura e sgomento.
Il trascorrere del tempo non può affievolire il dolore immenso provocato da comportamenti così inspiegabilmente efferati. Dove le nostre parole diventano inadeguate e insufficienti, viene talvolta in aiuto l’arte. Questo monumento è un tributo che la nostra città in qualche modo doveva ai cittadini innocenti e ai carabinieri uccisi.
L’auspicio è che mai più si ripetano crimini così efferati, che indagare il passato, cercare giustizia porti a scongiurare il ripetersi di violenze simili. Ricordare quelle vicende drammatiche, ricordare le vittime e le loro vite è un gesto dovuto. Per loro come persone in primo luogo. Ma anche come atto di giustizia: ricordare e analizzare il passato è azione di verità. Capire ciò che è successo può essere strumento per evitare il ripetersi di pagine così atroci.
A tutti i familiari delle vittime dei Savi va il nostro commosso abbraccio, mio personale e delle istituzioni che oggi qui rappresento.
All’Associazione delle vittime un ringraziamento sentito per il coraggio e la fermezza con cui hanno continuato e continuano a richiedere verità e giustizia.
Grazie anche per questa giornata, che stimola ogni anno un fondamentale momento di riflessione e di memoria con i cittadini.