“Le parole pronunciate dal fondatore dei neocatecumenali al Family Day sono inascoltabili ed inaccettabili”. Ad affermarlo sono i consiglieri regionali PD Silvia Prodi e Antonio Mumolo, componenti della Commissione regionale parità.
“Kiko Arguello – sottolineano i consiglieri – ci ha dunque spiegato che i femminicidi non sono quello che abbiamo sempre creduto, ovvero degli orrendi omicidi di donne fragili e indifese. No, a provocarli, in realtà, sarebbero le stesse donne, perfide e diaboliche, che abbandonano i propri bravi ed incolpevoli mariti: affermazioni degne del Medioevo, un periodo storico dal quale il mondo è uscito da diversi anni ma evidentemente rimpianto da qualcuno. A chi ha proferito quelle parole, e a chi le ha ascoltate senza scandalizzarsi, ricordiamo che oggi nel mondo ogni due giorni muore una donna per mano del proprio compagno o marito: una strage silenziosa e costante che deve essere fermata, non certo alimentata da deliranti teorie”.
“Le parole del fondatore dei neocatecumenali se non altro hanno un’utilità. Quantomeno – concludono Prodi e Mumolo – ci ricordano quanto è importante investire in progetti di educazione e sensibilizzazione che affrontino i temi della parità di genere e della violenza sulle donne”.
Come sanno tutti quelli che li conoscono, Roberto ed Elvira sono due persone speciali, ma questa volta bisogna ammettere che si sono superati. Auguri di cuore!
“Sono Roberto Morgantini, da diversi anni, insieme ad amici singoli e in gruppo, sto lavorando alla realizzazione di un sogno: l’apertura a Bologna di una mensa per coloro che sono senza fissa dimora, senza sostegno morale e materiale… Per iniziare la raccolta fondi, io e la mia compagna abbiamo deciso di sposarci, dopo 38 anni di vita insieme, proprio per destinare tutti i proventi dei “regali di nozze” alla realizzazione del progetto mensa.
La somma necessaria per un anno (almeno) di mensa è di circa 20.000 euro. Vista la buonissima causa, non ho dubbi sulla generosità dei nostri amici, conoscenti e associazioni.
Penso però che questa sia un progetto molto importante per tutta la città. Colgo perciò l’occasione per fare un appello ad artisti e intellettuali e a tutti coloro che sono socialmente presenti e attenti agli altri, invitandoli a dare il loro contributo all’apertura della mensa, per essere concretamente vicini e utili a chi vive in solitudine e difficoltà.
A questo appello ha già aderito Stefano Benni, con un contribuito che ha coperto 1/4 della somma: un ottimo esempio che spero molti altri vorranno seguire. Un grazie di cuore in anticipo, a chiunque si farà avanti.”
Il futuro dell’ex Centrale idro-termoelettrica del Battiferro, nel Quartiere Navile a Bologna, è oggetto di una interrogazione presentata da Antonio Mumolo (Pd).
L’ex Centrale, spiega il consigliere, “costituisce un preziosissimo esempio di archeologia industriale bolognese di fine ‘800, comparabile, per importanza, ad analoghi patrimoni presenti in grandi città europee”. La struttura, inoltre, “è inserita in un contesto molto particolare come quello del Quartiere Navile, storico quartiere operaio bolognese e primo ad essere stato interessato dall’industrializzazione, a poca distanza dal Museo del Patrimonio Industriale”. Nel 2014, ricorda l’esponente Pd, “il Comune tentò di vendere la Centrale, ma dovette desistere di fronte alla protesta di un comitato per la salvaguardia del sito”. In questi giorni, però, si apprende dalla stampa “che il Comune parrebbe orientato all’abbattimento della ciminiera della Centrale, considerata pericolante, scelta difficilmente comprensibile e contro la quale si sono mobilitati diversi esponenti della comunità scientifica e culturale bolognese, schierata a favore del recupero della centrale”.
Mumolo chiede pertanto alla Giunta regionale “se sia al corrente dei progetti del Comune circa il futuro dell’ex Centrale del Battiferro e se non ritenga che l’importanza del sito meriti un impegno congiunto di Comune e Regione, anche attraverso l’utilizzo di fondi comunitari, al fine di restituire alla città un edificio che, dopo avere avuto un ruolo chiave nello sviluppo della Bologna del secolo scorso, potrebbe tornare ad offrire nuove occasioni di impiego legate alla valorizzazione degli spazi quali luoghi di aggregazione sociale e di offerta culturale”.
Lo scorso mese sono stato in visita al Carcere della Dozza, dove ho potuto incontrare i detenuti e i volontari che lavorano della redazione del giornale “Ne vale la pena” e che mi hanno intervistato. A questo link l’intervista
Con il voto favorevole dei consiglieri Pd, Sel, M5s, Ln, e l’astensione di Fi e Fdi, l’Assemblea legislativa regionale ha approvato una risoluzione presentata da 17 consiglieri Pd, primo firmatario Antonio Mumolo, finalizzata a “promuovere e sostenere su tutto il territorio regionale, nell’ottica del raggiungimento dell’autosufficienza energetica, la conoscenza e la diffusione dei modelli denominati ‘Comunità Solare Locale’, sia attraverso campagne informative, sia fornendo ai Comuni ed alle associazioni il supporto tecnico e la consulenza necessaria all’avvio del progetto”. Per “Comunità Solari Locali” si intendono associazioni di cittadini e imprese promosse dai Comuni, che partecipano direttamente e in prima persona alla costruzione di politiche energetiche sostenibili, sostituendo l’uso dei combustibili fossili con quello di fonti energetiche rinnovabili, oppure puntano sul risparmio energetico attraverso l’utilizzo di tecnologie ad alta efficienza. “L’adesione alla Comunità permette di avere un check up gratuito sui consumi domestici- ha sottolineato Mumolo-, di partecipare alle piattaforme fotovoltaiche comuni, e premia con buoni sconto o risparmi sulla bolletta l’acquisto di prodotti di uso comune a ridotto impatto energetico”.
VIDEO. Antonio Mumolo illustra in aula la risoluzione
La prima Comunità Solare italiana è nata nel 2011 grazie ad un progetto promosso dall’Università di Bologna e cofinanziato con 618.000 euro dalla Regione: capofila il Comune di Casalecchio di Reno, il progetto si è poi esteso a Sasso Marconi, Medicina, San Lazzaro di Savena, Ozzano dell’Emilia, Zola Predosa, Castel San Pietro Terme e Mordano.
“Gli ambiziosi obiettivi fissati dall’Ue in campo energetico, – è scritto nel documento – che si prefiggono di coprire con le rinnovabili la maggioranza del fabbisogno energetico entro il 2050, sarebbero irraggiungibili senza uno sforzo collettivo dei singoli consumatori, che devono acquisire la consapevolezza dei propri comportamenti ed agire per modificarli in senso sostenibile”. In questo contesto, appare cruciale il ruolo dei Comuni, a cui spettano “l’intervento di riqualificazione energetica della parte pubblica e il coordinamento e l’attuazione dei progetti appannaggio dei soci privati”.
Gianluca Sassi (M5s) ha detto che questa risoluzione “va nella direzione giusta”, esprimendo consenso “verso gli obiettivi” e impegnandosi affinché documenti analoghi “vengano votati in molti Consigli comunali”.
È stato approvato un emendamento di Silvia Prodi (Pd) a sostegno dei progetti di efficientamento energetico portati avanti dai Comuni.
Questi gli altri consiglieri del Pd che hanno sottoscritto la risoluzione: Serri, Marchetti Francesca, Bessi, Poli, Zoffoli, Bagnari, Caliandro, Lori, Pruccoli, Prodi, Ravaioli, Zappaterra, Rontini, Montalti, Cardinali, Iotti.
L’Assemblea legislativa regionale ha approvato all’unanimità una risoluzione di Pd e Sel, primo firmatario Antonio Mumolo (Pd), che chiede alla Giunta di adottare ogni iniziativa utile a favorire “la ripresa dei negoziati diretti, sotto l’egida delle Nazioni unite, tra Regno del Marocco e Fronte Polisario, al fine di giungere, nel più breve tempo possibile, a una soluzione, conforme alle risoluzioni delle Nazioni unite, che rispetti il diritto all’autodeterminazione del popolo Saharawi”. A favore del documento si sono schierati anche i Ln, M5s, Fi e Fdi.
Il documento, illustrato da Mumolo (Pd), impegna la Giunta anche a “consolidare, e possibilmente incrementare”, lo stanziamento dei fondi regionali destinati agli aiuti umanitari per la popolazione Saharawi, proseguendo nella “proficua collaborazione con la rappresentanza in Italia del Fronte Polisario per la realizzazione di progetti di cooperazione internazionale e aiuto umanitario a favore del popolo Saharawi”.
Il documento approvato ripercorre la vicenda storica del popolo Saharawi e sottolinea la collaborazione ultradecennale tra la Regione e la Repubblica Araba Saharawi Democratica: per questo, si lavorerà a istituire “un intergruppo assembleare di amicizia con il popolo Saharawi’, con la partecipazione di consiglieri sia di maggioranza che di opposizione, con l’obiettivo di monitorare sul rispetto e l’evoluzione del processo di pace e sul rispetto dei diritti umani in Sahara Occidentale, “nonché di mettere in atto iniziative politiche volte a contribuire al dialogo fra le parti in causa per una soluzione politica giusta, durevole e mutualmente accettata che garantisca la pace e la stabilità nella regione”.