Approvata nel 2006, la Legge regionale 12 (Disciplina della diffusione dell’esercizio cinematografico) prevede una clausola valutativa che impegna la Giunta a fornire una serie di dati utili a verificare gli effetti della normativa sulla realtà emiliano-romagnola. La relazione triennale elaborata dall’assessorato alla Cultura e Sport è stata oggetto di dibattito nella seduta congiunta delle commissioni “Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport” e “Statuto e Regolamento”; seduta congiunta limitatamente alle correzioni da apportare alla relazione stessa.

I dati
I dati sono elaborati dall’Osservatorio regionale dello spettacolo, gestito dalla Regione in collaborazione con Ater, nonché da quelli pubblicati annualmente dalla Siae (gli ultimi disponibili sono riferiti al 2009).
Rispetto al numero di rappresentazioni cinematografiche, per numero di spettatori e per spesa complessiva, l’Emilia-Romagna si colloca al terzo posto, dietro a Lombardia e Lazio. Dagli ultimi dati disponibili si assiste a una lieve diminuzione delle presenze.
Fra il 2007 e il 2010, ecco il numero di sale attive nel territorio regionale nei quattro anni considerati:
monosale: 154, 147, 150, 147
arene estive: 36, 36, 37, 37
multisale e multiplex: 48, 51, 51, 47.
I biglietti venduti annualmente sono circa 11,5 milioni, la spesa complessiva degli spettatori, nel 2009 ha superato i 70 milioni di euro (erano 67 nel 2007).

La clausola valutativa
Su questo piano, nonostante l’accuratezza dei dati forniti dall’Osservatorio dello spettacolo (istituito nel 2003), i commissari Giovanni Favia (Mov5stelle) e Antonio Mumolo (Pd) hanno invitato la Giunta a introdurre elementi comparativi sulla realtà nazionale e sui concreti effetti economici delle iniziative assunte, per esempio sulla “autorizzazione unica per l’insediamento”, che avrebbe dovuto semplificare il procedimento amministrativo, o dei bandi a favore della creazione di “reti d’impresa” e del fondo di garanzia per l’accesso al credito.