Per l’iniziativa lanciata dal PD Emilia-Romagna in favore dei 4 si al referendum del 12 e 13 giugno i consiglieri regionali Antonio Mumolo, Maurizio Cevenini e Marco Monari, il Segretario del PD Bologna Raffaele Donini e la deputata Donata Lenzi hanno distribuito materiali informativi presso la stazione di Bologna. Iniziative analoghe si sono tenute alla stessa ora presso le principali stazioni ferroviarie della regione.
Non si tratta semplicemente di una battaglia sindacale, pure giusta come è ma stiamo parlando del futuro dei nostri figli. Una scuola di qualità ha bisogno di insegnati che possano dedicare tempo agli alunni, sia per fare approfondimento che per porre attenzione sul recupero. Questa è l’idea di scuola del PD, un’idea chiara. Purtroppo però, La Regione Emilia-Romagna, a fronte di una popolazione scolastica sempre crescente, pari ormai al 6,5% del totale nazionale, il prossimo anno vedrà assegnarsi un numero di insegnanti pari solo al 6,3%, ovvero 1500 posti in meno rispetto a quelli necessari, a cui va aggiunto il taglio di 881 posti-docente decisi dal Ministero sull’anno scolastico 2011-12.
Di conseguenza, il gruppo del PD ha depositato in Assemblea legislativa regionale una risoluzione – tra i firmatari il consigliere regionale Antonio Mumolo – per chiedere alla giunta dell’Emilia-Romagna di sollecitare un immediato confronto fra le Regioni ed il Governo sulle prospettive per l’anno 2011-12 riguardo all’assegnazione di personale e all’immissione in ruolo del personale precario; di proseguire nel sostegno, anche con risorse proprie, di progetti di qualificazione della scuola pubblica quale spazio fondamentale che sappia riportare il Paese in Europa; di chiedere al Governo l’adozione di un serio Piano di stabilizzazione dei Precari, sulla scorta di quello iniziato dall’allora Ministro Fioroni ed interrotto dalla Gelmini nel 2008, che si basi su una veritiera rilevazione dei fabbisogni e si ponga l’obiettivo di ricoprire tutti i posti vacanti attualmente affidati a supplenze annuali, ponendo fine al conflitto tra aree del paese, tra Nord e Sud; di attuare l’art. 118 del titolo V della Costituzione, al fine di consentire alle Regioni autonomia organizzativa del personale, legata alla programmazione scolastica di competenza onde evitare il generarsi di nuovi precari.