Lavoro. Nuovo appello di 50 giuslavoristi per bloccare le proposte di Confindustria e PDL

Un appello firmato da una cinquantina di giuslavoristi per bloccare l’ennesima modifica all’articolo 18 chiesta da Confindustria. Il timore è che si voglia “rendere la reintegrazione nel posto di lavoro concretamente impraticabile”. A siglare l’appello sono docenti di diritto del lavoro, avvocati giuslavoristi e giuristi come Piergiovanni Alleva e Luigi Mariucci: tra loro anche gli esponenti Pd Debora Serracchiani e Antonio Mumolo. A far scattare l’iniziativa e’ la richiesta formulata da esponenti di Confindustria, ma anche del Pdl, di eliminare dal testo del nuovo articolo 18, al momento in discussione al Senato, l’inciso “previsioni di legge” nel comma in cui si tratta dell’ipotesi di licenziamento disciplinare e di reintegro.

“Oltre ad auspicare che non vengano introdotte ulteriori limitazioni alle gia’ deboli misure di contrasto alla precarieta’- scrivono i giuslavoristi- non intendiamo far passare sotto silenzio la gravita’ della pretesa di Confindustria e Pdl di modificare ulteriormente lo Statuto dei lavoratori”. In particolare, la “pretesa di voler eliminare il riferimento alle previsioni di legge nel reintegro, oltre ad apparire incomprensibile alle persone di buon senso, sembra riconducibile al timore che il giudice possa applicare l’articolo 2106 del codice civile, che sancisce il principio di proporzionalita’ tra sanzione e infrazione”. In altre parole, spiegano gli esperti di diritto del lavoro, “si vorrebbe togliere al magistrato la sua funzione tipica di valutazione del caso concreto e di applicazione alla fattispecie astratta, tenendo conto di tutte le circostanze di tempo e di luogo”.

Secondo i giuslavoristi che hanno firmato l’appello per l’articolo 18, dunque, “non e’ tollerabile circoscrivere fortemente l’applicazione della reintegrazione, puntando a ridurla ulteriormente” nel caso dei licenziamenti soggettivi e disciplinari, che “nulla hanno a che fare” con la crisi economica. Allo stesso modo, affermano i giuristi, e’ “grave l’ipotesi prospettata di trasformare la procedura preventiva di conciliazione per il licenziamento per motivi economici in un tentativo obbligatorio destinato a intervenire a licenziamento gia’ irrogato: e’ gia’ stato abrogato dalla legge 183 del 2010 e nessuno lo rimpiange”.

(DIRE) Bologna, 30 aprile 2012

1 maggio 2012. Al Navile il dibattito sui temi del lavoro “Buttiamo il cuore oltre l’ostacolo”

Martedì 1 maggio Antonio Mumolo, consigliere regionale PD e avvocato giuslavorista, ha partecipato all’incontro pubblico su lavoro, mercato del lavoro, le sue riforme, nuovi contratti organizzato da Ancescao Bologna e Quartiere Navile.

L’iniziativa si è tenuta presso il Centro Sociale “Antonio Montanari”, in Via di Saliceto 3/21 Bologna

Alcune immagini dell’iniziativa

Mumolo: “Sull’articolo 18 io sto con la CGIL”

L’articolo 18 non è l’ostacolo che impedisce la ripresa economica dell’Italia. Modificarlo nel modo proposto dal Governo Monti significa solo ridurre i diritti dei lavoratori e voler marginalizzare il ruolo del sindacato”. Lo affermano in una nota congiunta i consiglieri regionali del Partito Democratico Thomas Casadei e Antonio Mumolo.

“Sul tema del lavoro ogni opinione è legittima – dicono i consiglieri – ma non si possono dire cose false per giustificare un provvedimento che nulla ha a che fare con la crisi economica. Apprendiamo oggi che il Governo, a fronte del sostanziale depotenziamento dall’art. 18, proporrebbe due interventi migliorativi delle tutele esistenti e cioè:

1) l’estensione alle imprese sotto i 16 dipendenti dell’istituto della reintegra in ipotesi di licenziamento discriminatorio;
2) la previsione secondo cui i contratti a tempo determinato non potranno essere reiterati per più di 36 mesi, convertendosi, oltre tale limite temporale, in contratti a tempo indeterminato.”

“Una cosa balza agli occhi – sottolineano Casadei e Mumolo – queste norme esistono già nel nostro ordinamento! Infatti l’art. 3 della legge 108/90 già prevede che: “Il licenziamento determinato da ragioni discriminatorie (…) è nullo indipendentemente dalla motivazione addotta e comporta, quale che sia il numero dei dipendenti occupati dal datore di lavoro, le conseguenze previste dall’art. 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300”. Inoltre l’art. 5 comma 4 bis del Dlgs. 368/01 già prevede che: “qualora per effetto di successione di contratti a termine per lo svolgimento di mansioni equivalenti il rapporto di lavoro tra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore abbia complessivamente superato i 36 mesi comprensivi di proroghe e rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione che intercorrono tra un contratto ed un altro, il rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato”

“Il tema dell’articolo 18 – proseguono i consiglieri – continua ad essere trattato con grande approssimazione e nei cittadini si sta creando la falsa impressione che in Italia sia pressoché impossibile licenziare, come se questo, peraltro, fosse il modo per superare la crisi: una illusione fondata su un clamoroso errore. Occorre ripeterlo ancora una volta: l’articolo 18 è solo una norma che sanziona il comportamento illegittimo del datore di lavoro, e cioè di aver licenziato senza giusta causa o giustificato motivo. Una illegittimità, ribadiamolo, che deve essere accertata dalla magistratura. Il licenziamento per motivi economici, ivnece, esiste già in Italia dal 1966 ed è in particolare previsto dall’art. 3 della legge 604/1966 che recita: “Il licenziamento per giustificato motivo con preavviso è determinato da un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali del prestatore di lavoro ovvero da ragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa.”

“Per questo – concludono Casadei e Mumolo – invitiamo il Partito Democratico a lavorare perché la discussione non resti incagliata ad una ragione pretestuosa e a non sostenere un provvedimento sbagliato nei contenuti e portato avanti con metodi sbagliati. Non si può cedere e concordiamo pienamente con il responsabile. del Forum Lavoro del PD di Bologna Stefano Borgatti. Già con le pensioni si è fatto uno sforzo straordinario, approvando punti che non si condividevano: questa volta non si può davvero. La priorità per il paese è attivare politiche economiche che rafforzino uno sviluppo di qualità e valorizzino il lavoro, con metodi e forme di concertazione che non possono essere accantonate: lo sostenevamo quando governavano Berlusconi e Sacconi, lo sosteniamo con la stessa convinzione oggi”.

Risoluzione del Gruppo PD per salvaguardare i posti di lavoro a L’Informazione ed E’Tv

“Ci si attivi affinché vengano messi in atto tutti gli strumenti utili ad evitare il depauperamento di una realtà giornalistica ed editoriale importante come quella che ha dato vita ai quotidiani “L’Informazione” e l’emittente “E’Tv”, che da anni presidia diverse importanti province dell’Emilia-Romagna, salvaguardando i posti di lavoro degli impiegati, del personale tecnico e dei giornalisti in un momento di crisi del mercato gravissima e generalizzata”. E’ quanto chiede una Risoluzione presentata dal Presidente del Gruppo del PD in Regione Emilia-Romagna, Marco Monari e che vede tra i firmatari il consigliere regionale PD Antonio Mumolo.

Nella Risoluzione si ripercorrono le tappe della trattativa sindacale tra il Gruppo Rete 7 spa, l’Editoriale Bologna srl e le Organizzazioni Sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Fnsi, Aser, Comitati e Fiduciari di Redazione e Rsa, in merito al piano di crisi/riorganizzazione presentato dall’Azienda, nonché le previsioni del Piano stesso che prevede pesantissimi tagli di personale: “Un esubero di 14 dipendenti su 42 per l’emittente televisiva e di 22 su 44 per il giornale”, come riportato da notizie di stampa. Nel ricordare che “Il sindacato dei giornalisti ha respinto la proposta aziendale chiedendo invece di rinnovare per ulteriori 12 mesi il contratto di solidarietà in scadenza a novembre 2011”, i consiglieri PD auspicano che venga fatto ogni sforzo “affinché, nei limiti delle competenze di ognuno e dell’autonomia decisionale del Gruppo editoriale, si possa approdare a una soluzione positiva per giornalisti e tecnici, tale da mantenere intatti gli attuali organici aziendali”. (altro…)

09.10.11 Antonio Mumolo alla 61ª Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro

Il consigliere regionale PD Antonio Mumolo ha partecipato in rappresentanza della Regione Emilia-Romagna alla manifestazione che si è tenuta in Piazza Maggiore e al Convegno organizzato in Cappella Farnese in occasione 61ª Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro promossa in tutta Italia dall’Anmil (Associazione Nazionale fra lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro).

LA STORIA DELLA GIORNATA

“La Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro” affonda le sue radici nella storia dell’ANMIL (fondata nel 1943). Il Comitato Esecutivo dell’epoca, nella riunione tenuta a Firenze il 26 Novembre 1950, deliberò che il 19 Marzo di ogni anno sarebbe stata celebrata in tutta Italia la “Giornata del Mutilato del Lavoro”, e che in tale occasione sarebbero stati consegnati i Distintivi d’onore e i Brevetti ai Grandi Invalidi. (altro…)