Disabilità, risoluzione PD per “sostenere iniziative famiglie e associazioni per il ‘dopo di noi’”

“Sono nate in questi anni in vari ambiti distrettuali Fondazioni formate da famiglie, associazioni e altri soggetti del terzo settore, sostenute dagli Enti locali, che si occupano del ‘dopo di noi’, organizzando soggiorni per l’autonomia e percorsi di vita indipendente e utilizzando i vari strumenti di tutela giuridica oggi disponibili per garantire al disabile in età adulta un’uscita programmata e ‘naturale’ dal proprio nucleo famigliare di origine”. E’ quanto si legge in una risoluzione del Gruppo del Pd, sottoscritta da Antonio Mimolo, presentata all’Assemblea legislativa per chiedere alla Giunta di confermare anche nei prossimi atti di programmazione socio-sanitaria obiettivi e azioni in merito al “durante e dopo di noi” da perseguire nell’ambito della programmazione distrettuale su tutto il territorio regionale, “sostenendo in particolare le iniziative delle famiglie e delle associazioni il più possibile in sinergia e raccordo con gli Enti locali”. Nel documento si chiede anche di garantire, per quanto di competenza, un’applicazione tempestiva delle “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave nonché delle persone disabili prive del sostegno familiare” una volta approvate a livello nazionale.

 

ALLEGATO
Risoluzione per impegnare la Giunta a confermare nei prossimi atti di programmazione socio-sanitaria obiettivi ed azioni riguardanti, in materia di assistenza alle persone disabili prive del sostegno familiare, il “durante e dopo di noi”, favorire la sinergia tra famiglie, associazioni ed Enti locali, applicando inoltre tempestivamente la relativa normativa nazionale. (18 11 15) A firma dei Consiglieri: Soncini, Bagnari, Ravaioli, Caliandro, Rontini, Montalti, Zoffoli, Paruolo, Pruccoli, Mumolo, Marchetti Francesca, Cardinali, Serri, Poli, Calvano, Molinari, Iotti, Prodi

Approvata risoluzione PD su disabilità: “Governo rifinanzi in maniera continuativa fondo nazionale”

L’Assemblea legislativa regionale ha approvato una risoluzione presentata da numerosi consiglieri Pd, prima firmataria Ottavia Soncini, che pone alla Giunta la duplice esigenza di sollecitare il Governo nazionale a “rifinanziare in maniera continuativa” il Fondo nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche e di “verificare il funzionamento del fondo regionale anche in relazione alle liste di attesa nazionali e al funzionamento del meccanismo di integrazione tra i due bandi”. Approvato un emendamento della Lega nord, primo firmatario Marco Pettazzoni, che sollecita ulteriormente il Governo a sostenere il Fondo nazionale.

“L’abbattimento delle barriere architettoniche – ha detto Soncini (Pd) presentando l’atto – rappresenta una delle azioni più importanti per una comunità che intenda promuovere un vero contrasto all’esclusione sociale e la realizzazione di ambienti di vita accoglienti anche per i cittadini disabili”.

Nella risoluzione si segnala che la rimozione delle barriere architettoniche può contare su risorse e contributi di due fondi pubblici, il primo dei quali è nazionale e trova la propria disciplina nella legge 13/1989, che non sarebbe finanziata dal 2004. La Regione negli anni passati “è intervenuta erogando complessivamente contributi pari a oltre 35 milioni di euro dal 2002 al 2013”. Nel 2013, inoltre, “per evitare l’allungamento delle graduatorie e dei tempi di attesa”, ha istituito un fondo regionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche, e la Giunta regionale, con la delibera 171/2014, ha stabilito i criteri di funzionamento del fondo, prevedendo in particolare quelli per la “formazione delle graduatorie comunali, che tengano conto della situazione economica del nucleo famigliare di cui la persona invalida fa parte”. Nella delibera, tuttavia, si prevedeva, “qualora si trattasse del medesimo intervento edilizio, l’esclusione dal diritto all’accesso ai contributi, a valere sul fondo regionale, per le persone invalide che avessero già presentato in Comune la domanda per il fondo nazionale entro il primo marzo 2014. Questa decisione avrebbe tuttavia rischiato di creare diseguaglianze tra i cittadini e di contraddire lo spirito della norma regionale, modificata proprio per affrontare il blocco dei finanziamenti statali”, ha sottolineato la consigliera. La Giunta ha perciò modificato la propria delibera “consentendo l’accesso al fondo regionale anche a chi avesse fatto domanda per il fondo nazionale”. La risoluzione denuncia il fatto che “le richieste di contributo nelle liste di attesa del fondo nazionale sarebbero migliaia, ferme, in alcune province, al 2008, per un impegno di spesa di decine di milioni di euro”. A favore si sono espressi i consiglieri del Pd Barbara Lori, Paolo Zoffoli e Antonio Mumolo.

Fondo regionale per la non autosufficienza – programma anno 2012. Mumolo: “A Bologna oltre 92 milioni di euro”

“È stato approvato dalla Commissione “Politiche per la salute e politiche sociali” il programma 2012 per la non autosufficienza. In tutto sono stati stanziati 445,6 milioni di euro, e al territorio di Bologna arriveranno oltre 92 milioni di euro.” A comunicarlo sono i consiglieri regionali PD Paola Marani, Antonio Mumolo e Giuseppe Paruolo, componenti della Commissione.

“Le risorse – sottolineano i consiglieri – sono state distribuite secondo i criteri consolidati: 319,498 milioni sulla base della distribuzione della popolazione residente >75 anni; 13,149 milioni sulla base del livello di risorse destinate nel 2011 a finanziamento delle gravissime disabilità acquisite; 106,165 milioni sulla base delle medesime risorse attribuite nel 2011 a ciascuna Azienda Usl e destinate a finanziare gli interventi a favore delle persone con disabilità; 6,787 milioni, ripartita sulla base dei valori comunicati per il 2012 da ogni ambito distrettuale destinati al finanziamento delle sole quote aggiuntive previste per i servizi in possesso di condizioni gestionali particolari (gestioni pubbliche, Anffas, Aias, ecc.) e che saranno soggette a monitoraggio a fine 2012 al fine di verificarne l’effettivo utilizzo.”

Marani, Mumolo e Paruolo esprimono soddisfazione per le scelte della Regione, “che a fronte dei mancati finanziamenti nazionali, ha stanziato ingenti risorse che rappresenteranno una risorsa fondamentale per tanti cittadini che non sono autosufficienti e per chi vive accanto a loro e se ne prende cura.”

“Il sistema dei servizi dedcati alle persone non autosufficiente finanziato attraverso il fondo oggi – concludono i consiglieri – è messo fortemente in crisi dall’aumento della popolazione anziana e affetta da patologie croniche. Il fondo, anche attraverso l’assegno di cura che viene erogato alle famiglie, consente tra le altre cose di sviluppare una “nuova domiciliarità” che dovrà essere ulteriormente sostenuto nei prossimi anni, concentrando tutte le risorse pubbliche e private disponibili”.

Flash mob contro i tagli al sociale. I disabili si sdraiano in piazza per simulare un olocausto

Sabato 29 ottobre 2011 si terrà in Piazza Nettuno a Bologna un flash mob organizzato da varie associazioni che difendono i diritti dei disabili. Alle h. 16 disabili, i loro familiari e i volontari delle associazioni si sdraieranno per terra per alcuni minuti per una manifestazione silenziosa di protesta contro i tagli al welfare. Il consigliere regionale PD Antonio Mumolo parteciperà all’iniziativa.

L’intervista a Daniela, una delle promotrici dell’iniziativa


Il Fatto Quotidiano – 26 ottobre 2011
Tagli al welfare: manifestano i disabili. “Sdraiati in piazza per simulare un olocausto”

La protesta in piazza Nettuno a Bologna: “Vogliamo far capire alla gente che essere portatori di handicap non è solo un dramma privato, ma un problema sociale”. Arriveranno persone da tutta Italia. Il sostegno sui blog

Scenderanno in piazza, e si immoblizzeranno per alcuni minuti sdraiati a terra, simulando un olocausto che silenziosamente si sta impossessando di un’esistenza sempre più precaria. Loro sono tutte quelle persone che si definiscono “come una grande famiglia”, una famiglia che lotta e difende i diritti dei disabili. Quei diritti che mai come oggi sono finiti sotto la scure dei famigerati tagli governativi. Perché si sa, in tempo di crisi diventa legittimo risparmiare su tutto. Pure se a costo del risparmio si levano servizi assistenziali fondamentali.

Con questo spirito, in un mix di rabbia e indignazione, nasce il flash mob che il 29 ottobre trasformerà piazza Nettuno a Bologna, nel teatro di un’iniziativa insolita, diversa per natura da qualsiasi altra manifestazione. Gli attori principali della ‘presa di piazza’, saranno i disabili, i loro familiari, e chi lavora con loro fianco fianco, come gli educatori sociali, le associazioni di volontariato e poi tutte le persone che vorranno solidarizzare con quell’olocausto invisibile che getterà tutti a terra, per cinque lunghissimi minuti di silenzio. Un silenzio che esprimerà appieno come non si possa fare altro che morire, giacere a terra, di fronte ai tagli che negano un diritto fondamentale come quello all’assistenzialismo.

“Prima di tutto – afferma Daniela, promotrice dell’iniziativa e rappresentante dell’associazione Orsa – desidero sottolineare che quando un familiare è affetto da un grave handicap, come nel mio caso lo è mia figlia, tutta la famiglia diventa disabile perché le condizioni del nucleo familiare vengono alterate. Quello che più ci spinge a buttarci a terra sabato, simbolicamente ‘morti’, sta nel fatto che la nuova manovra finanziaria sta letteralmente massacrando l’handicap. I dati parlano chiaro: nel 2011 gli stanziamenti al sociale sono due miliardi in meno rispetto al 2008 e un miliardo in meno rispetto al 2010, quindi in un anno i fondi del welfare hanno subito un taglio del 63,4%”.

Tagli che ricadono interamente sui servizi assistenziali, sul sostegno nelle scuole, sull’affiancamento degli educatori e anche sui centri diurni. E non solo. Perché la riduzione degli stanziamenti dedicati al welfare e in particolare all’handicap ricade anche su chi vive tutti i giorni la disabilità: “La famiglia – continua Daniela – è la prima ad essere colpita dai tagli e per questo motivo si rischiano situazioni di estrema povertà. La Regione Emilia Romagna il 20 dicembre 2009 ha modificato l’articolo 49 della legge 2 del 2003 reintroducendo quanto stabilito dalla delibera 875 del 1993, ovvero reinserire nel reddito delle persone disabili anche le indennità non soggette all’Irpef”. Tradotto, significa che tutte le indennità assistenziali, che la legge 328/2000 aveva stabilito come un diritto essenziale della persona disabile, ora rientrano pienamente nel reddito delle varie famiglie con disabili, portandole ad una vera e propria compartecipazione alla spesa. E in molti casi si parla di persone sole, anziane, che sull’orlo della povertà si trovano nel paradosso, cioè a dover pagare servizi che dovrebbero essere garantiti loro come un diritto.

“Un altro aspetto che vogliamo rivendicare con il flash mob – sottolinea Daniela – è il lavoro di cura della famiglia di un disabile che viene totalmente ignorato. Se si va in un centro residenziale, ovvero una struttura che accoglie persone disabili sole, si paga introno ai 5mila euro. Per chi invece non si appoggia a quei centri non esiste un riconoscimento del lavoro di cura svolto dalle famiglie. Anzi si pensa a tagliare le varie sovvenzioni. E lo trovo davvero vergognoso”. E con un’emozione velata aggiunge: “Mi piacerebbe che tutte le persone che ci vedranno sabato capiscano che la disabilità è un problema sociale e non privato. Se si inizia a capire che le famiglie disabili non vanno lasciate da sole allora si può iniziare a rendere giustizia. E’davvero difficile vivere in una situazione di ‘non integrazione’”.

Si prevede una larga partecipazione all’iniziativa, molti arriveranno anche da fuori Bologna: “Molti amici – precisa Daniela – arriveranno da Forlì, Roma, Pescara e sui vari blog è un continuo tam tam di persone che decidono di unirsi al nostro flash mob. Speriamo davvero che tutto questo dia grande visibilità al mondo dell’handicap. E speriamo in una giornata di sole”. Per illuminare così lo striscione che verrà sventolato, come simbolo di un ‘olocausto latente’: “Tagli sui soggetti improduttivi: il nuovo massacro dei disabili”.

di Carmen Pedullà
Fonte: Il fatto quotidiano