Ballottaggio Bologna. Il Gruppo PD in Regione: “Con Merola, per fare ancora di più e meglio”

Lavoro, servizi alla persona, mobilità urbana, semplificazione burocratica e sostegno all’economia e al commercio. Bologna deve andare avanti, serve una guida sicura e ferma per rafforzare lo sviluppo della città, migliorare la qualità della vita dei cittadini partendo dalla difficoltà del vivere quotidiano. Per questo, come consiglieri regionali del Partito Democratico eletti nella circoscrizione di Bologna, sosteniamo la rielezione di Virginio Merola alla guida del capoluogo emiliano: il centrosinistra in questi difficili anni di crisi ha rappresentato un punto fermo per mantenere la qualità del welfare e dello sviluppo della città e nei prossimi anni, con la collaborazione con le parti sociali, il vasto mondo dell’associazionismo e del volontariato, e con tutti i cittadini possiamo ancora fare di più e meglio per la nostra città.

Stefano Caliandro
Francesca Marchetti
Antonio Mumolo
Roberto Poli
Giuseppe Paruolo
Simonetta Saliera

Acqua agli occupanti? un plauso a Merola, ora urgente cambiare la legge

Il diritto all’acqua di ogni persona è previsto in diverse Convenzioni e Dichiarazioni internazionali.

L’art. 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 dice che “ogni individuo ha diritto alla vita” e senz’acqua non c’è vita.

La Convenzione per l’Eliminazione di tutte le forme di Discriminazione contro le Donne del 1979 riconosce il diritto delle donne a non essere discriminate anche rispetto alla fornitura di acqua.

La Convenzione sui diritti dell’Infanzia delle Nazioni Unite del 1989 impone agli stati di garantire ai minori la fornitura di acqua potabile.

La Risoluzione ONU del 29 luglio 2010 dichiara il diritto all’acqua un diritto umano universale e fondamentale in quanto estensione del diritto alla vita.

La nostra Costituzione, all’art. 32, tutela il diritto alla salute, e senza acqua non ci può essere salute.

L’articolo 5 del piano casa, che stabilisce, tra le altre cose, il divieto per chi occupa un immobile di chiedere l’allacciamento alla rete che fornisce acqua potabile, oltre ad essere in contrasto con le Convenzioni e Dichiarazioni citate presenta forti dubbi di costituzionalità.

Fin da prima che fosse approvato, schiere di giuristi, operatori sociali e associazioni, avevano predetto cosa sarebbe successo: le norme, che nelle intenzioni del governo dovevano servire a combattere le occupazioni, si sarebbero scontrate con la realtà. Una realtà fatta per lo più da famiglie disperate che occupano case sfitte perché non sanno dove far dormire i propri bambini o i propri anziani.

Il sindaco Merola ha fatto bene a riallacciare l’acqua agli occupanti. Perché era un dovere morale e civile, perché è compito del Sindaco occuparsi della salute dei cittadini e perché un amministratore serio si batte contro le povertà e non fa la guerra ai poveri.

Oggi Merola è indagato, ma questa indagine appare un atto dovuto, nefasta conseguenza di una legge sbagliata.
Molti amministratori si troveranno nella medesima situazione e davanti al medesimo paradosso se la legge non verrà al più presto cambiata: applicare le normative internazionali garantendo il diritto alla salute dei cittadini ma al contempo violare una legge dello stato.

E non credo si possa sostenere, come fanno alcuni, che il sindaco abbia fatto bene ma che la legge debba rimanere così com’è.

Queste persone, che magari vanno in chiesa tutte le domeniche ma ignorano i Vangeli (“ho avuto sete e mi avete dato da bere”) fanno un evidente torto alla loro stessa intelligenza.
Se la legge non cambia ogni amministratore che si comporti come il nostro Sindaco sarà indagato; e allora queste persone o dicono che Merola ha fatto bene e quindi bisogna fare i conti con una legge da rivedere almeno su questo punto, o dicono che Merola ha fatto male ed in questo caso dovranno fare i conti solo con la loro coscienza.

ANTONIO MUMOLO

Acqua agli occupanti di via De Maria. Mumolo: “Plauso al coraggio del sindaco Merola”

La decisione del Sindaco Merola di riallacciare l’acqua allo stabile occupato di Via De Maria è coraggiosa. A decidere se delle famiglie occupano ingiustamente uno stabile devono essere gli organi preposti, ma negare l’acqua potabile a delle famiglie con bambini piccoli che vivono in una casa occupata solo perché altrimenti sarebbero in strada è inumano.

L’acqua è un bene comune e, come afferma la risoluzione ONU del 28 luglio 2010, “un diritto umano universale e fondamentale”, in special modo se si parla di minori.

Un plauso quindi al sindaco di Bologna per il coraggio mostrato. La sua decisione, tra l’altro, è in linea con i doveri dei sindaci che sono anche responsabili del diritto alla salute di tutti i cittadini, anche dei più poveri.

Dalla Regione 800mila per i comuni del bolognese che hanno deciso di associarsi

unionicomuniDei 5 milioni di euro stanziati dall’Emilia-Romagna in favore dei Comuni che si associano tra loro per ridurre le spese di gestione, 800.000 euro arriveranno nel bolognese. Di questi, un quarto (206.000 euro) andranno ai municipi del Circondario imolese, 145.000 euro a quelli dell’Unione Reno-Galliera, 142.000 euro alla Valsamoggia, 108.000 euro all’Unione Terre d’acqua, 85.000 euro ai Comuni montani delle valli Savena e Idice, 68.000 euro alle Terre di Pianura e 43.000 euro all’appennino bolognese.

“In tempo di crisi- scrivono in una nota il capogruppo PD Marco Monari, la vicepresidente Anna Pariani e i consiglieri regionali bolognesi Paola Marani, Antonio Mumolo e Giuseppe Paruolo – i Comuni traggono grande vantaggio dall’unificazione di funzioni e servizi, si spende così sempre meno a livello di costi di gestione e si liberano risorse per investimenti e servizi”. La Giunta Regionale “ha con questo stanziamento dato seguito a quanto annunciato già da tempo dalla vicepresidente Simonetta Saliera. Siamo al fianco di quei Comuni che hanno scelto la via dell’associazionismo e per questo la Regione mette a disposizione risorse regionali per politiche a favore delle persone, delle imprese, del lavoro e del territorio. Così si agisce in linea con il forte riordino che si sta realizzando con l’avvenuto scioglimento delle Comunità Montane, l’incentivazione alle Unioni, l’accompagnamento a chi sceglie la via della fusione”.