Risoluzione PD: “Circhi senza animali esotici, libertà alle amministrazioni locali di decidere”

circo-erraniSenza volere imporre per legge la totale abolizione della presenza della fauna esotica nei circhi, è però necessario affermare che, non trattandosi di un servizio essenziale, una comunità possa decidere, attraverso la propria amministrazione, di fare una scelta diversa, ossia di consentire nel proprio territorio l’attendamento e l’esercizio solo ai circhi nei quali non si utilizzano animali esotici.

Lo scrivono in una risoluzione consiglieri del Pd, primo firmatario Giuseppe Paruolo, e di Sel-Verdi, Idv, Fds, Lega Nord, M5s e Misto, per chiedere alla Giunta di intervenire in tutte le sedi opportune per tutelare la possibilità di ogni Comune di scegliere se consentire o negare nel proprio territorio l’attendamento di circhi e lo svolgimento di spettacoli circensi che fanno uso di animali esotici (primati, delfini, lupi, orsi, grandi felini, foche, elefanti, rinoceronti, ippopotami, giraffe, rapaci diurni e notturni) anche attraverso la revisione della normativa nazionale che eventualmente si ritenesse necessaria.

Risoluzione proposta dai consiglieri Paruolo, Meo, Barbati, Bernardini, Casadei, Piva, Malaguti, Donini, Defranceschi, Carini, Monari, Alessandrini e Mumolo in merito alle possibilità dei Comuni di scegliere se negare o consentire nei loro territori l’attendamento dei circhi e lo svolgimento di spettacoli circensi (11 02 14). (PDF)

Animali da pelliccia, progetto di legge per vietare gli allevamenti

Mink-Farm-300x280Stop agli allevamenti di animali da pelliccia e sanzioni per chi non rispetta gli obblighi da 1.000 a 5.000 euro per ciascun animale, oltre alla sospensione della licenza di allevamento per un periodo dai tre ai 12 mesi. Multe anche per chi non avvia il programma di dismissione degli allevamenti entro i termini previsti. Lo prevede un progetto di legge presentato da Gabriella Meo (Sel-Verdi) e da altri dieci consiglieri dei diversi schieramenti: oltre al collega di gruppo Gian Guido Naldi, hanno firmato Antonio Mumolo, Giuseppe Paruolo, Roberto Piva e Marco Monari (Pd); Liana Barbati (Idv), Roberto Sconciaforni (Fds), Mauro Manfredini (Lega Nord), Andrea Defranceschi (M5s) e Mauro Malaguti (gruppo Misto).

In tre articoli il progetto di legge sancisce il divieto sul territorio dell’Emilia-Romagna di “allevamento, detenzione e uccisione di animali da pelliccia” e precisa il fatto che in tale categoria debbono essere considerati i seguenti animali: cane, procione, castorino, castoro, cincillà, coniglio, donnola, ermellino, karakul, marmotta, martora, moffetta, ondatra, opossum, procione, scoiattolo, visone, volpe e zibellino. La proposta normativa prevede un regime transitorio per consentire l’avvio dei programmi di dismissione delle attività e sanzioni per chi non applica i divieti con la previsione che le attività di accertamento competano alle Asl, ai Comuni e alle guardie zoofile. Le somme riscosse sono destinate ai Comuni per l’applicazione della legge, compresa la gestione degli animali in fase di dismissione mediante appositi programmi. Nella relazione che accompagna il testo si precisa che “in Italia l’allevamento per la produzione di pellicce non è mai stata una’attività di particolare rilevanza economica e negli ultimi quarant’anni ha registrato un continuo e inesorabile trend negativo”. In Emilia-Romagna, si legge ancora nella relazione, questo tipo di attività economica “risulta avere un ruolo ancora più marginale”, con 5 allevamenti complessivamente presenti sul territorio.