Diritti. Mumolo: “Sospendere sentenza per l’avvocatessa iraniana Nasrin Sotoudeh”. Risoluzione dem votata all’unanimità in Aula

Trentotto anni di carcere e 148 frustate: questa la pena inflitta a Nasrin Sotoudeh, avvocatessa iraniana per i diritti umani, ritenuta colpevole dal governo iraniano di “collusione contro la sicurezza nazionale”, “propaganda contro lo Stato”, “istigazione alla corruzione e alla prostituzione” e di “essere apparsa in pubblico senza hijab”. Una sentenza emessa, tra l’altro, “in un processo sostenuto in sua assenza”. In una risoluzione del consigliere regionale PD Antonio Mumolo, firmata da tredici consiglieri dem e approvata in Aula all’unanimità, si chiede alla Giunta di “attivarsi con il Governo, anche in sede di Unione europea ed organismi internazionali, per sospendere la sentenza e far rispettare i diritti umani”.

“Le accuse rivolte all’avvocatessa sono pretestuose”, spiega Antonio Mumolo in Aula, “il governo iraniano vuole punirla per il suo impegno come difensore dei diritti umani”. Nasrin Sotoudeh, vincitrice del Premio europeo Sacharov per la libertà di pensiero nel 2012, ha più volte “rappresentato attivisti dell’opposizione, politici iraniani detenuti in carcere, giovani condannati a morte, donne e prigionieri politici”. “Tra il 2005 e il 2015 in Iran -ricorda il dem riportando i dati di Amnesty International -sono stati giustiziati 75 minorenni, e ve ne sono oltre 160 in attesa di esecuzione”.
I dem chiedono alla Regione di unirsi alla mobilitazione mondiale che, come ha dichiarato il marito di Nasrin Sotoudeh ad Amnesty international, sta suscitando effetto anche in Iran per il suo grande eco di condanna. “L’ intera avvocatura dell’Emilia-Romagna ha già lanciato una petizione per chiedere di sospendere la sentenza”, aggiunge il consigliere, “anche la Giunta dovrebbe unirsi alla voce democratica di questa donna coraggiosa e di chi la sta sostenendo”.

Oltre alla risoluzione, è stato approvato in Aula anche un emendamento a firma del Gruppo Misto e Sinistra italiana che chiede un mandato più ampio. “Vogliamo portare questa istanza in tutte le sedi opportune per far rispettare i diritti umani al di sopra di ogni considerazione”, aggiunge la consigliera del Gruppo Misto in Aula. “Un tema che rinnova l’impegno di questa Assemblea e questa legislatura nell’affermazione dei diritti umani in campo internazionale e della cittadinanza attiva” continua un consigliere di Sinistra italiana.

“Queste condanne offendono la nostra coscienza” aggiunge un consigliere di Fratelli d’Italia che condivide la risoluzione a favore di Nasrin Sotoudeh. “Ma noi dobbiamo cambiare il nostro atteggiamento nei confronti dei popoli che non rispettano questi diritti”.

una manifestazione colorata, vivace, aperta

Dopo Verona, la destra più retrograda organizza un convegno qui in Regione, guarda caso mentre si discute una legge contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, legge attesa da anni. Lo fa sempre usando impropriamente la parola “famiglia”, per esacerbare i toni, per riportare indietro i diritti, per far credere che migliorare la vita di tanti non sia un vantaggio per tutti. Noi risponderemo come abbiamo fatto a Verona. Con una manifestazione colorata, vivace, aperta. Con un presidio che è promozione della ricchezza delle diversità. Ci vediamo in Regione, giovedì 11 aprile, dalle 16,30.

PETIZIONE. Il reddito di cittadinanza ANCHE per i senza dimora

“Doveva “abolire la povertà. Invece, il reddito di cittadinanza taglia fuori i più poveri in assoluto: le persone che vivono in strada e che non hanno la residenza anagrafica. Si tratta di una discriminazione profonda e di una ingiustizia palese: abbiamo deciso di lanciare una petizione e chiedere al Governo di modificare la legge ed estendere anche alle persone che vivono in strada la possibilità di chiedere il reddito di cittadinanza e di intraprendere così un percorso che possa condurli ad un lavoro e ad una vita comune”. A darne notizia è Antonio Mumolo, presidente dell’Associazione Avvocato di strada Onlus che da oltre 20 anni lotta per l’affermazione dei diritti degli ultimi.

“In Italia – sottolinea Mumolo – vivono in strada più di 50.000 persone che sono DIVENTATE povere: sono padri separati, anziani con la pensione minima, donne sole con figli, giovani che non riescono a trovare un lavoro, piccoli imprenditori falliti, lavoratori licenziati. Nelle scorse settimane insieme alla FioPDS e altre organizzazioni che si occupano di persone senza dimora abbiamo proposto al Governo un emendamento al decreto per fare si che tutte queste persone non fossero tagliate fuori dal reddito di cittadinanza ma i nostri appelli sono rimasti inascoltati e lo scorso 28 marzo il decreto è diventato legge”.

“Siamo di fronte ad una insopportabile ingiustizia e non vogliamo arrenderci: chiediamo a tutti i cittadini che hanno a cuore i diritti delle persone più fragili di sostenerci e di firmare la petizione disponibile sulla piattaforma Buona Causa (https://buonacausa.org/cause/il-reddito-di-cittadinanza-anche-per-le-persone-senza). Vogliamo raccogliere almeno 10mila firme entro il 31/05/2019 – conclude Mumolo – e far sentire in maniera forte la nostra voce”.