Welfare. Caregiver familiare, risoluzione Pd sollecita discussione proposta di legge in Parlamento

Fa riferimento alla legge regionale 2/2014, “Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare”, che “riconosce e promuove, nell’ambito delle politiche del welfare, la cura familiare e la solidarietà come beni sociali” e individua la figura del caregiver familiare, come “componente informale della rete di assistenza alla persona e risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari”, una risoluzione sottoscritta da undici consiglieri del Pd, primo firmatario Enrico Campedelli. Nel testo si ricorda che al Senato figura una proposta di legge di iniziativa parlamentare che prende avvio “proprio dall’esperienza della nostra regione e, a differenza di altre proposte, valorizza il ruolo del caregiver in una prospettiva di comunità, oltre che familiare, promuovendo così una società più coesa ed inclusiva”. Di qui, la richiesta alla Giunta regionale di agire in tutte le sedi opportune, compresa la conferenza Stato Regioni, perché la proposta di legge, “molto attesa da chi quotidianamente sostiene le fatiche del lavoro di cura”, sia portata in discussione al più presto. Questa proposta di legge – scrivono i consiglieri – non è infatti finalizzata solo “al riconoscimento, alla valorizzazione e alla tutela dei soggetti che si prendono cura di una persona cara e a sostenere la conciliazione dell’attività di cura con la loro vita lavorativa e sociale”, ma introduce anche “elementi di tutela per chi svolge un’attività di caregiving, delineando una vera e propria legge quadro, comprensiva di molteplici interventi”. “Per la prima volta, – evidenziano Campedelli e colleghi, illustrando il testo parlamentare – il caregiver familiare è definito e riconosciuto come ‘risorsa volontaria’ dei servizi del territorio e della comunità e gli viene assegnato un ruolo attivo nella stesura del piano assistenziale individuale, ovvero nel progetto di cura che segue la persona lungo tutto l’arco della vita o durante il perdurare della condizione patologica”. “La proposta di legge – aggiungono – contiene un esplicito vincolo per Regioni e enti locali a prevedere azioni di informazione, formazione e sostegno ai caregiver” e valorizza “l’esperienza di caregiving in termini di certificazione delle competenze, per esempio ai fini del ricollocamento lavorativo di chi ha prestato a lungo attività di cura rinunciando alla propria occupazione”. “È inoltre prevista – si legge – l’estensione dei permessi previsti dalla legge 104/1992 a tutti i rapporti di lavoro di tipo subordinato, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, è introdotta la detraibilità del 50% delle spese attinenti all’assistenza per un massimo di 12.000 euro annui e viene istituita la Giornata nazionale del caregiver come importante momento di riflessione e sensibilizzazione su queste tematiche”. Con il termine anglosassone “caregiver” familiare – spiegano i firmatari – si indica chi volontariamente, in modo gratuito e responsabile, si prende cura di una persona cara in necessità di assistenza: si tratta prevalentemente di donne, con famiglia e figli, di età compresa tra 45 e 55 anni, che, per dare cura ai congiunti, spesso sono costrette a lasciare il lavoro. Si stima che il caregiver familiare svolga mediamente 7 ore al giorno di assistenza diretta e 11 ore di sorveglianza. I consiglieri impegnano quindi l’esecutivo regionale a “proseguire e incrementare il proprio impegno a supporto delle persone affette da gravi disabilità o menomazioni e ai loro caregiver, come previsto dalla legge regionale”. Oltre a Campedelli, hanno sottoscritto la risoluzione: Ottavia Soncini, Paolo Zoffoli, Luciana Serri, Roberto Poli, Francesca Marchetti, Valentina Ravaioli, Katia Tarasconi, Gian Luigi Molinari, Giuseppe Boschini, Antonio Mumolo.

Il report delle mie attività 2016 in consiglio regionale

In politica la trasparenza è fondamentale e credo sia compito di ogni eletto rendicontare puntualmente le proprie attività alla collettvità. Per questo, da quando sono stato eletto la prima volta in consiglio regionale, ogni anno realizzo un report delle mie attività e lo diffondo attraverso il mio sito web, la mia newsletter e i social network.

Di seguito è disponibile il report delle attività che ho portato avanti nel 2016 in Assemblea legislativa in qualità di consigliere regionale.

Il report delle mie attività 2016 in consiglio regionale:
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Terre di mafia. La penetrazione mafiosa in Emilia-Romagna

Lunedi 27 marzo sarò al Liceo Da Vinci di Casalecchio, per partecipare al quinto Laboratorio di Politica: “Terre di Mafia. La penetrazione mafiosa in Emilia-Romagna”. Interverrò per presentare la legge regionale contro le infiltrazioni mafiose di cui sono stato relatore.

Comunicato stampa

Lunedì 27 marzo, ore 14.30 – Municipio di Casalecchio di Reno

Terre di mafia.
La penetrazione mafiosa in Emilia-Romagna

Un incontro pubblico del Laboratorio di Politica del Liceo L. da Vinci chiude la “Primavera di Politicamente Scorretto

Se si è spesso ritenuto che l’Emilia-Romagna fosse un territorio in cui le mafie non avevano (ancora) esteso le proprie attività criminali, il Processo AEmilia in corso a Reggio Emilia e lo scioglimento del Comune di Brescello (RE) condizionato dalla ‘ndrangheta hanno fatto aprire gli occhi a molti su un fenomeno la cui portata però rimane spesso indefinita. Di questo si occuperà l’incontro “Terre di mafia. La penetrazione mafiosa in Emilia-Romagna”, in cui gli studenti del Laboratorio Interattivo di Politica 2016/17 del Liceo L. da Vinci di Casalecchio di Reno, condotto dal docente Andrea Marchi e giunto al suo quinto incontro, dialogheranno con importanti ospiti per approfondire la consapevolezza della presenza della criminalità organizzata nella nostra Regione.

Lunedì 27 marzo alle 14.30, nella Sala Consiliare del Municipio di Casalecchio di Reno (Via dei Mille, 9), a intervenire saranno Enza Rando, avvocata e membro dell’Ufficio di Presidenza nazionale di LIBERA; Antonio Monachetti, referente di LIBERA per Bologna e provincia; Antonella Micele, Vicesindaco e Assessore alla Legalità di Casalecchio di Reno e Coordinatrice regionale per l’Emilia-Romagna di “Avviso Pubblico”; Antonio Mumolo, Consigliere della Regione Emilia-Romagna. A dialogare con i relatori saranno gli studenti del Collettivo di LIBERA “Nino Polifroni” del Liceo, coordinati dal docente del Liceo Giacomo Ciacci.

L’incontro, con ingresso libero a tutti gli interessati, chiude la  Primavera di Politicamente Scorretto, che nel mese di marzo ha proposto un calendario di incontri e spettacoli di impegno civile, su temi come le desapariciones in Messico e le morti bianche, tra Casa per la Pace, Casa della Conoscenza e Teatro Laura Betti (www.politicamentescorretto.org).

Approvata la legge regionale sulla tutela dei consumatori. Al centro le associazioni realmente rappresentative

Oggi in Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna abbiamo approvato la legge sulla tutela dei consumatori. Un provvedimento innovativo e che grazie ad un mio emendamento mette al centro le associazioni di consumatori realmente rappresentative.

+++Commercio. Approvata la legge sulla tutela dei consumatori con la sola astensione del M5s+++

Passa con la sola astensione del M5s la nuova legge regionale sulla tutela dei consumatori e degli utenti. Hanno votato quindi a favore: Pd, SI, Lega nord, Fi, Fdi-An. Approvati invece all’unanimità due ordini del giorno, l’uno a firma Raffaella Sensoli (M5s) e l’altro sottoscritto da Mirco Bagnari (Pd), relatore di maggioranza del provvedimento, Yuri Torri (SI) e Gabriele Delmonte (Ln), relatore di minoranza. Il primo documento, presentato da Sensoli, impegna la Giunta a “promuovere i rapporti con l’Unione europea, con gli altri paesi membri, con i corrispettivi enti territoriali dei paesi membri, per incrementare lo scambio di informazioni e soprattutto l’adozione di standard comuni di tutela per consumatori e utenti”. Il secondo ordine del giorno, firmato dai due relatori, Delmonte e Bagnari, e da Torri, invita la Giunta a considerare, “nella fase di definizione dei requisiti necessari all’iscrizione al registro delle associazioni dei consumatori e degli utenti, la concreta assenza di qualunque legame economico, logistico e funzionale fra le associazioni richiedenti e i soggetti che svolgono a qualunque titolo attività lucrativa nei settori della produzione, del commercio e dei servizi”. Chiede inoltre all’esecutivo: di “valutare l’effettiva rappresentatività delle associazioni”; di “promuovere la presentazione di progetti e programmi in forma associata”; di “valorizzare e promuovere l’attività formativa, informativa e di supporto delle associazioni rivolta al cittadino per agevolarne l’accesso al credito e favorirne un approccio consapevole al risparmio e agli strumenti finanziari”; di “proseguire nel supporto alle spese legali sostenute dagli obbligazionisti coinvolti in crisi bancarie”; di “prevedere la partecipazione al Comitato regionale di assessori regionali o loro delegati con funzione di supporto, proposta e consulenza”; di “consultare il Comitato nel promuovere azioni legate al contenimento dei prezzi e nel monitoraggio dei loro effetti”; di dare continuità e impulso all’attività dell’Osservatori regionale prezzi e tariffe; di “promuovere a livello europeo la conoscenza delle buone pratiche consumeristiche sviluppate nella nostra regione”, oltre a favorire sinergie e partenariati fra enti e associazioni che si occupano di queste materie in Emilia-Romagna e loro omologhi in altri paesi dell’Unione. Proposti in Aula anche 38 emendamenti, di cui solo sette approvati: tre a firma Bagnari, due presentati da Delmonte, uno sottoscritto da Antonio Mumolo (Pd) e Bagnari, infine l’ultimo a firma Delmonte, Bagnari, Torri, Tommaso Foti (Fdi-An) e Sensoli, che instituisce un nuovo articolo. Tutti respinti i trentuno emendamenti presentati da Sensoli. Il testo approdato in Aula aggiorna la precedente normativa regionale in materia, la legge 45/1992, ed “è il risultato – spiega Bagnari – di confronti e consultazioni con le associazioni che rappresentano utenti e consumatori”, ma anche di una discussione all’interno dell’Assemblea che “ha consentito di arricchire il testo iniziale con una serie di precisazioni e integrazioni”, con l’accoglimento di una serie di emendamenti durante i lavori preparatori. “Con questa legge, la Regione – aggiunge il relatore di maggioranza – adotta il metodo della consultazione delle associazioni in tutte le materie riguardanti i consumatori e gli utenti e tende a determinare una rigida separazione tra l’attività delle associazioni e qualsiasi forma di attività professionale o imprenditoriale, anche grazie ad alcuni emendamenti delle minoranze accolti in commissione”. Altri obiettivi della nuova norma citati da Bagnari: “la regolamentazione delle attività industriali, artigianali, agricole, commerciali e dei pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, per migliorare e promuovere la trasparenza e la concorrenza nell’economia di mercato, favorire la qualità dei prodotti e valorizzare l’utilità sociale nello svolgimento dell’attività di impresa; la promozione dell’adozione di codici di condotta, di pratiche di consumo prioritariamente orientate al rispetto di valori ambientali ed etici oltre che di sostegno a soggetti in condizioni di fragilità; la promozione della cultura dell’utilizzo responsabile del denaro”. Nel nuovo testo di legge sono inseriti anche i requisiti di cui devono essere in possesso le associazioni dei consumatori per poter essere iscritte al Registro delle associazioni, condizione necessaria per accedere ai contributi previsti dalla norma. Si tratta di: “comprovare e documentare la continuità di funzionamento, le attività specifiche e la loro rilevanza esterna, protratte da almeno tre anni” e di “non svolgere attività di promozione o pubblicità commerciale aventi per oggetto beni o servizi prodotti da terzi e non avere alcuna connessione di interessi con imprese di produzione o di distribuzione”. La ragione di questa previsione è spiegata da Bagnari: l’obiettivo è “raggiungere una rigida separazione tra l’attività delle associazioni e qualsiasi forma di attività professionale o imprenditoriale”. “Sarà poi compito della Giunta regionale stabilire, con un atto apposito, – segnala il relatore – il numero minimo di associati necessario all’iscrizione nonché le modalità di funzionamento degli sportelli, oltre ai criteri per la valutazione della quota associativa e la diffusione sul territorio regionale degli sportelli delle associazioni”. Viene inoltre istituito (articolo 4) il Comitato regionale dei consumatori e degli utenti, presieduto dal presidente della Giunta regionale e composto dai rappresentanti delle associazioni, con il compito di esprimere pareri consultivi alla Giunta su atti amministrativi concernenti materie collegate alla tutela dei consumatori e degli utenti e sugli schemi di proposte di legge e sugli schemi di regolamenti che riguardino sempre diritti e interessi dei consumatori e degli utenti. Il Comitato, tra l’altro, esprime inoltre parere consultivo sul piano delle attività e sui criteri di erogazione dei contributi, formula proposte per la tutela della salute e sicurezza dei consumatori, anche segnalando specifiche problematiche agli organismi di vigilanza per l’eventuale effettuazione di interventi di controlli, incentiva il ricorso a strumenti stragiudiziali per la soluzione delle controversie, promuove analisi sull’andamento dei prezzi, delle tariffe e dei tributi applicati sul territorio regionale. Bagnari cita anche “un’importante novità” introdotta dall’articolo 9, “Provvedimenti per il contenimento dei prezzi”, dove si stabilisce che la Giunta promuova la sottoscrizione di intese e protocolli tra le associazioni dei consumatori e quelle imprenditoriali per sostenere iniziative contro il carovita e in difesa del potere di acquisto delle famiglie, specialmente a minore reddito. Anche il relatore di minoranza, Gabriele Delmonte, mette in rilievo il confronto “discusso ma proficuo” avvenuto in commissione che ha portato, con l’accoglimento di emendamenti proposti anche dall’opposizione, un “significativo miglioramento del testo di legge”. Deve cambiare – a parere del relatore di minoranza – il principio per cui i consumatori entrano in contatto con le associazioni di riferimento solo nel momento del bisogno o di emergenze: questo rapporto deve invece instaurarsi in modo sistematico, in uno scambio continuo e bidirezionale e i cittadini devono potersi avvicinare ad associazioni di provata serietà e diffusione sul territorio. Delmonte si aspetta novità e più sinergie con l’apparato regionale anche dal Comitato che si insedierà in Regione: “non si è infatti consumatori solo quando si acquista, ma anche quando si prende un autobus o ci si sottopone a esami nelle strutture sanitarie”. Una legge, quindi, che rappresenta “un passo importante”: quando si tratta di consumatori – afferma – è indispensabile che le amministrazioni prestino la massima attenzione. Intervenendo poi in dichiarazione di voto, il consigliere ricorda che, nell’ordine del giorno presentato con Bagnari e Torri, è stata inserita una “precisa indicazione alla Giunta a favore degli obbligazionisti danneggiati dalla crisi delle banche”, voluta fortemente dalla Lega. Raffaella Sensoli (M5s), pur riconoscendo i miglioramenti intervenuti sul testo, non ne è pienamente soddisfatta. Di qui la presentazione di oltre trenta emendamenti con diversi obiettivi, tra cui quello di “impedire che il sistema dell’associazionismo sia ingessato e che ci sia un limite alla frammentazione, come al troppo accentramento”. Insomma, il punto è tutelare gli utenti dal “falso associazionismo” ma è altrettanto “fondamentale l’indipendenza delle associazioni da sindacati e partiti politici”. Altro tema sostenuto dal M5s, quello dell’ambito creditizio: all’interno della legge, a parere di Sensoli, si sarebbero dovute circostanziare maggiormente le tutele per i consumatori danneggiati dai provvedimenti nazionali in materia di banche. Infine, la trasparenza. La consigliera rileva il contributo del M5s perché nella legge si pretenda la pubblicazione sul web dei bilanci delle associazionie la loro attività. D’accordo sui contenuti della legge Yuri Torri (SI), che tuttavia auspica una “riflessione ampia” sulle tutele nei confronti dei consumatori che non possono essere solo a posteriori, ma soprattutto “preventive”, anche su come affrontare “gli aspetti deleteri del consumismo”. Il consigliere ricorda infatti che gli emiliano- romagnoli sono tra i più indebitati in Italia e che un terzo deve pagare rate per l’acquisto di beni di consumo. Dunque, con questa nuova legge, che dà un valore importante all’associazionismo, – evidenzia – si dovranno affrontare questi temi con maggiore organicità, anche rispetto all’azione di tutti gli altri strumenti che la Regione mette a disposizione degli utenti, dando anche una forza maggiore ai cittadini nel sostenere le proprie istanze. “Un testo sensibilmente migliorato in alcuni suoi aspetti dopo il lavoro bipartisan in commissione e l’ascolto delle associazioni”. Questo il parere di Andrea Corsini, assessore al turismo e commercio, che considera questa legge un “ulteriore passo rispetto gli impegni di mandato della Giunta” e “rispetto a una normativa che necessitava di modifiche per rilanciare dal punto di vista qualitativo il ruolo delle associazioni dei consumatori sul territorio”. Dopo 25 anni, la norma andava aggiornata e chiarita, oltre che adeguata alla legislazione di settore nazionale e europea: al centro, in ogni caso, ci sono “le esigenze dei consumatori”. Di qui, il rilievo dato al Comitato e alle associazioni a cui è affidato un ruolo politicamente rilevante, non solo consultivo, ma anche propositivo, in quanto avranno modo di esprimere pareri e proporre modifiche a provvedimenti regionali. Nel corso del dibattito, è intervenuto Antonio Mumolo (Pd) per illustrare l’emendamento presentato insieme a Bagnari. Il consigliere rileva la “grande innovazione” rappresentata dall’introduzione del Comitato, di cui devono far parte associazioni realmente rappresentative perché destinatarie dei bandi regionali. Oltre al numero degli iscritti, l’emendamento prevede quindi un ulteriore requisito rappresentato dalla diffusione degli sportelli dell’associazione sul territorio.

Diritti e povertà. Il bilancio sociale 2016 dell’Associazione Avvocato di strada Onlus

“3703 persone assistite gratuitamente in tutta Italia nel corso del 2016. Oltre novecento avvocati impegnati quotidianamente in 45 città italiane: se si tenessero per mano coprirebbero una distanza pari a quella di circa 18 campi da calcio. Oltre 2 milioni e 592mila euro il valore del lavoro legale messo gratuitamente a disposizione degli ultimi. Queste alcune delle cifre contenute nel bilancio sociale 2016 presentato oggi dall’Associazione Avvocato di strada Onlus. In una pagina memorabile del libro ‘L’avvocato di strada’, il protagonista ideato da John Grisham dice “Prima di tutto sono un essere umano. Poi un avvocato. E’ possibile essere entrambe le cose”. I numeri presentati oggi lo confermano”. Così Antonio Mumolo, presidente nazionale dell’Associazione.

Ricorsi contro i fogli di via, problematiche familiari, sfratti, lavoro, sanzioni contro la povertà: rispetto all’anno 2014 si è verificata una crescita generale delle attività. Rispetto all’anno precedente le pratiche di diritto civile sono passate da 1577 a 1377. Le pratiche di diritto amministrativo sono più che raddoppiate, passando da 451 a 1052. Le pratiche di diritto dei migranti sono leggermente diminuite, passando da 1074 a 906. Le pratiche di diritto penale sono invece passate da 373 a 368.

“Tra le pratiche di diritto civile, – sottolinea Mumolo – le tre voci più considerevoli riguardano il diritto alla residenza, gli sfratti e il diritto del lavoro. Nella “classifica” spiccano anche i 30 casi relativi alle successioni e alle problematiche ereditarie. Molto spesso le persone che vivono in strada vengono dimenticate dalle proprie famiglie e devono lottare per far valere i propri diritti. Proprio da poche settimane abbiamo concluso una pratica di un assistito che era stato dato per morto dalla propria famiglia e che invece aveva diritto ad un appartamento. Grazie ai nostri volontari siamo riusciti a fargli ottenere quanto gli spettava e oggi la sua vita è cambiata”.

“Un altro dato che può colpire è quello delle persone che abbiamo difeso non perché autori ma vittime di reati. Chi vive in strada è spesso vittima di aggressioni perché è debole e indifeso e anche perché considerato “colpevole” di essere povero. Sono 49 le persone che nel 2016 hanno avuto bisogno di una tutela legale perché sono state aggredite, minacciate e derubate mentre dormivano in strada. Tra queste persone voglio ricordare un nostro assistito di Milano. Dopo essere stato aggredito è rimasto a lungo in coma. Poi si è ripreso e grazie ai nostri volontari milanesi era riuscito a far condannare gli aggressori e ad ottenere un risarcimento di 70mila euro. Purtroppo poco dopo la notizia del risarcimento è morto, probabilmente proprio a causa del pestaggio subito”.

“Nel rapporto 2016 – conclude Mumolo – oltre alla descrizione delle nostre attività legali vengono elencate alcune delle principali iniziative realizzate, dei convegni che abbiamo promosso o che ci hanno visti protagonisti. Anche quest’anno, inoltre, abbiamo pubblicato il rendiconto economico delle nostre attività. La pubblicazione, consultabile nel nostro sito www.avvocatodistrada.it, è il nostro “bilancio sociale”, e rappresenta, anche attraverso numeri e dati, il nostro contributo per la costruzione di una società più equa e che garantisce ognuno di noi. Perchè difendere i diritti dei più deboli significa difendere i diritti di tutti”.

DISTINZIONE PRATICHE PER AREA GIURIDICA
Totale delle pratiche di diritto civile 1377 (37%)
Totale delle pratiche di diritto dei migranti 1052 (28%)
Totale delle pratiche di diritto amministrativo 906 (25%)
Totale delle pratiche di diritto penale 368 (10%)
TOTALE 3703

LA PROVENIENZA DEGLI ASSISTITI
Cittadini extra UE 1932 (52%)
Cittadini italiani 1111 (30%)
Cittadini UE 660 (18%)
TOTALE 3703

DISTINZIONE PER GENERE
Uomini 2617 (71%)
Donne 1086 (29%)
TOTALE 3703

BILANCIO SOCIALE 2016 AVVOCATO DI STRADA