Diritti al cinema 2016. Le foto della serata

Mercoledì 24 febbraio Antonio Mumolo, presidente dell’Associazione Avvocato di strada, è stato ospite dei Giuristi Democratici Padova per l’iniziativa “Diritti al cinema 2016”. La serata è stata aperta dal suo intervento ed è proseguita con la proiezione del fim “La buca” di Daniele Ciprì. Alcune immagini della serata.

Mercoledì 24 febbraio siamo stati ospiti dei Giuristi Democratici Padova per l'iniziativa "Diritti al cinema 2016". La…

Pubblicato da Avvocato di strada Onlus su Giovedì 3 marzo 2016

Agricoltura. Approvata risoluzione PD a tutela del Lambruso: “Commissione UE ritiri ogni ipotesi di liberalizzazione”

Approvato un documento bipartisan sottoscritto da consiglieri di Pd, Sel, Ln, M5s, Fi, Fdi-An che chiede alla Giunta di attivarsi a difesa di un vino che è “patrimonio storico e culturale di questa regione”

Contrastare il tentativo ipotizzato dalla Direzione generale agricoltura della Commissione europea di rivedere il regolamento che tutela i vini Dop e Igp e che riguarda tutte quelle denominazioni di vini, registrate e protette già a partire dagli anni Sessanta, che vedono la Dop costituita dal nome del vitigno autoctono affiancato dal nome della regione geografica. E chiedere il ritiro della proposta di liberalizzazione favorendo il coordinamento delle diverse iniziative già intraprese da Regione, ministero, parlamentari europei, rappresentanze dei produttori e dai consorzi per una piena, effettiva e definitiva tutela del carattere locale e della peculiarità dei vitigni identitari, tra cui il vitigno del Lambrusco e del Sangiovese: sono questi i contenuti principali, sotto forma di impegni affidati alla Giunta, della risoluzione approvata all’unanimità dall’Assemblea legislativa.

Il voto è avvenuto su un atto depositato da 32 consiglieri, in rappresentanza di Pd, Ln, Sel, M5s, Fi, Fdi-An, prima firmataria Luciana Serri (Pd), che l’ha illustrato in Aula. A sostegno del documento unitario sono intervenuti Tommaso Foti (Fdi-An), Andrea Bertani (M5s), Manuela Rontini (Pd), Andrea Rainieri (Ln), Yuri Torri (Sel). Nell’occasione, sono state ritirate tre risoluzioni precedentemente depositate dai Gruppi Fdi-An, Ln e M5s.

È noto, ha spiegato Serri (Pd),come le uve Lambrusco siano coltivate principalmente in Emilia-Romagna e Lombardia nelle province di Modena, Reggio Emilia, Parma e Mantova. Rivedere il regolamento europeo implicherebbe una serie di conseguenze negative, per tutta la viticoltura italiana, in palese contrasto con alcuni dei principi della strategia Europa 2020. Oltre alla proliferazione di etichette a livello comunitario, con conseguente danno alla tutela del consumatore rispetto alla chiarezza sui prodotti e le rispettive filiere produttive, “produrrebbe un notevole danno in termini di competitività e strategie di crescita ai sistemi territoriali che hanno investito nella tutela, nella valorizzazione e nella promozione dei propri patrimoni varietali e della biodiversità”.

Nella risoluzione approvata si afferma che la produzione di vino a partire da vitigni di Lambrusco “è accertata nella zona emiliana e mantovana da millenni, e appartiene perciò a pieno titolo al patrimonio storico e culturale di questa regione, al punto tale da esserne elemento caratterizzante e distintivo”. La filiera vitivinicola del Lambrusco è oggi costituita da un panorama di imprese di diverse dimensioni: circa 8000 aziende viticole, 20 cantine cooperative, 48 aziende vinicole, con più di 1000 addetti. Questa realtà è supportata dal grande numero di operatori specializzati che lavorano in ciascun settore della produzione e che conferiscono a questo distretto manifatturiero un carattere innovativo e all’avanguardia, tanto da aver permesso al Lambrusco di diventare, negli ultimi vent’anni, il vino italiano più apprezzato ed esportato nei mercati internazionali, raggiungendo cinquantadue Paesi in cinque continenti. Oltre il 60% della produzione è destinata all’export.

Questo l’elenco completo dei firmatari della risoluzione:Serri (Pd), Delmonte (Ln), Torri (Sel), Foti (Fdi-An), Bertani (M5s), Bagnari (Pd), Lori (Pd), Cardinali (Pd), Caliandro (Pd), Poli (Pd), Rontini (Pd), Soncini (Pd), Boschini (Pd), Mori (Pd), Bignami (Fi), Campedelli (Pd), Taruffi (Sel), Bessi (Pd), Iotti (Pd), Calvano (Pd), Paruolo (Pd), Pompignoli (Ln), Prodi (Pd), Mumolo (Pd), Sensoli (M5s), Sassi (M5s), Tarasconi (Pd), Francesca Marchetti (Pd), Gibertoni (M5s), Sabattini (Pd), Ravaioli (Pd), Pruccoli (Pd), Rainieri (Ln) e Montalti (Pd).

Legge regionale sulla memoria del novecento

Pietre d’inciampo. Approvato in Assemblea legislativa il mio ordine del giorno che chiede alla Regione Emilia-Romagna di promuovere questa bella iniziativa di memoria diffusa nelle città emiliano romagnole. Mi auguro che presto molte città aderiscano a questa iniziativa per ricordare i deportati nei campi di sterminio nazisti e che anche il Comune di Bologna raccolga questo invito.

Questa mattina abbiamo approvato anche la legge “Memoria del Novecento-Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna”, che contiene molte novità importanti.

Memoria 900

OBIETTIVI
•    Favorire la conoscenza dei fatti cruciali del ‘900
•    Sintesi e semplificazione del quadro normativo vigente
•    Sostegno dei soggetti attivi nella conoscenza e della ricerca, in un’ottica di rete

FOCUS SU
•    1° e 2° guerra mondiale
•    Grandi trasformazioni sociali
•    Emigrazione emiliano-romagnola nel mondo
•    Colonialismo
•    Avvento e caduta della dittatura fascista
•    Resistenza e Liberazione
•    Fenomeni di deportazione e sterminio di massa
•    Esodo giuliano-dalmata-istriano
•    Discussione e approvazione della Costituzione
•    Terrorismo e stragi

STRUMENTI
•    Stanziamento di un milione di euro per il 2016
•    Programmi triennale di interventi

FINALITA’ E INTERVENTI
•    Sostegno alle attività di conservazione, promozione del patrimonio storico-culturale e raccolta di testimonianze
•    Studio, ricerca, divulgazione e formazione
•    Attenzione alle giovani generazioni attraverso progetti didattici e viaggi della memoria
•    Censimento e mappatura dei luoghi della memoria
•    Digitalizzazione dei documenti e delle mappe

SOGGETTI RICONOSCIUTI
•    Istituti storici
•    ANPI, FIAP, FIVL
•    Associazione combattentistiche e reducistiche
•    Istituzioni di gestione e cura dei luoghi della memoria

Mafie. Respinta richiesta Lega Nord di istituire una commissione speciale d’inchiesta

Era stata presentata dai nove consiglieri Ln, Fabio Rainieri primo firmatario: “Pesanti infiltrazioni nell’economia e nella società regionali”. M5s: “Presenza criminalità organizzata superiore alla consapevolezza della politica”. Fdi-An: “Commissioni sempre negate, abroghiamo l’articolo dello Statuto che le rende possibili”. Pd: “Premesse condivisibili, ma ciò che si farebbe con la Commissione è già possibile farlo con gli organismi e le norme esistenti”

Una Commissione speciale d’inchiesta dalla durata triennale, e senza alcun onere per il bilancio regionale, finalizzata a migliorare l’azione della Regione nel prevenire e sradicare i fenomeni di criminalità organizzata e mafiosa: è quanto chiedevano i nove consiglieri della Lega nord, primo firmatario Fabio Rainieri, che hanno depositato una formale istanza in Assemblea legislativa per l’istituzione della Commissione, come previsto dallo Statuto regionale e dal Regolamento interno. La richiesta è stata respinta dall’Aula, con il voto contrario di Pd e Sel, e il voto favorevole di Ln, M5s, Fdi-An e Fi.

A sostegno della richiesta sono intervenuti Rainieri, Gabriele Delmonte e Matteo Rancan (Ln), Giulia Gibertoni e Gian Luca Sassi (M5s), Tommaso Foti (Fdi-An), mentre Antonio Mumolo (Pd) ha motivato il parere contrario della maggioranza.

Secondo i consiglieri della Ln, l’esigenza di dotarsi di uno specifico strumento d’azione dell’Assemblea legislativa deriva “dai fatti emersi attraverso ripetute vicende giudiziarie, e da vicende amministrative o di cronaca che testimoniano come la criminalità organizzata stia infiltrandosi pesantemente nell’economia e nella società regionale”. La Commissione speciale d’inchiesta, a differenza di altri strumenti consultivi per l’indagine dei fenomeni mafiosi previsti dalla legislazione regionale, “consentirebbe di coinvolgere con la necessaria continuità anche le minoranze rappresentate in Assemblea legislativa”. Si tratterebbe, hanno spiegato, “di uno strumento utile anche a dare risposte urgenti a Enti locali, singoli cittadini e categorie economiche che si trovano ad agire in condizioni di incertezza”. Inoltre, “l’attribuzione della questione legalità fra le materie della Quinta commissione assembleare e le rare convocazioni della Consulta istituita nell’estate scorsa fanno pensare che si assista a una grave sottovalutazione, da parte della maggioranza, della gravità del fenomeno”. Rainieri ha poi ricordato le “minacce” ricevute dal consigliere Delmonte da uno degli imputati del processo Aemilia.

Gibertoni e Sassi (M5s) hanno dichiarato il sostegno alla richiesta di Commissione d’inchiesta, organismo già chiesto dal Gruppo M5s in passato senza che l’Aula approvasse. “Appare ragionevole il timore che il livello di infiltrazione sia nettamente superiore alla consapevolezza della politica, perciò sarebbe assai utile una commissione permanente in grado di attivare un confronto costante con la Commissione parlamentare Antimafia, che ha sollecitato le Regioni a dotarsi di organismi simili”.

Dal consigliere Foti (Fdi-An) è venuto il suggerimento, dichiaratamente “provocatorio”, di “abrogare l’articolo dello Statuto che prevede la possibilità di istituire Commissioni speciali d’inchiesta, visto che la maggioranza trova sempre un motivo per negarne l’utilità e rimandare a strutture già esistenti. Ricordo- ha aggiunto- che la scorsa settimana è stata bocciata la richiesta di istituire una Commissione sulle elezioni per i consigli dei Consorzi di bonifica, e oggi è arrivata la notizia che uno dei principali Consorzi è stato commissariato”.

Il parere negativo espresso dal consigliere Mumolo (Pd) – che ha espresso solidarietà al consigliere Delmonte – discende “non dalle premesse della proposta, largamente condivisibili, ma dal fatto che tutto quel che si vorrebbe fare con la Commissione d’inchiesta è già possibile farlo con gli strumenti esistenti: in particolare, la Prima commissione assembleare, l’Osservatorio sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso, rafforzato lo scorso anno dalla nuova legge regionale, che ha poi istituito la Consulta per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità, a cui partecipano i capigruppo in Assemblea, che si è già riunita quattro volte e sta affinando il Testo unico sulla legalità. Una commissione assembleare d’inchiesta- ha chiuso l’esponente Pd- non potrebbe fare nulla di più di quanto è già possibile fare utilizzando questi strumenti”.