Fusione Comuni Val Samoggia. Antonio Mumolo nominato relatore del progetto di legge
La commissione Bilancio, affari generali e istituzionaliha licenziato il progetto di legge d’iniziativa della Giunta regionale che prevede l’istituzione del nuovo comune che nascerà dalla fusione di cinque comuni della Val Samoggia -Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno- su un territorio, ricompreso nella provincia di Bologna con una superficie di 178 chilometri quadrati e circa 30 mila abitanti. Il consigliere regionale PD Antonio Mumolo è stato nominato relatore della legge.
Il progetto di legge in 7 articoli istituisce il nuovo comune in provincia di Bologna che nascerà tramite la fusione dei cinque comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno.
Il nuovo comune decorrerà dal primo gennaio 2014. Tale data consente – ha precisato il relatore Antonio Mumolo – di semplificare l’adozione di una serie di atti, ad esempio quelli relativi ai bilanci, e di programmare le prime elezioni del nuovo comune in coincidenza con la tornata elettorale generale delle amministrative del 2014, riducendo al massimo la reggenza del nuovo ente da parte di un commissario straordinario. Con la proposta di legge si prevede che alle comunità di origine o ad alcune di esse siano assicurate adeguate forme di partecipazione e di decentramento dei servizi.
“Lo Statuto del nuovo Comune – si legge – può prevedere l’istituzione di municipi nei territori delle comunità di origine o di alcune di esse, prevedendo anche organi eletti a suffragio universale diretto”. Il comune di nuova istituzione subentra nella titolarità delle posizioni dei rapporti giuridici finanziari e patrimoniali. Il personale dei preesistenti comuni è trasferito al comune di nuova istituzione. Previste anche norme di salvaguardia in modo tale che l’istituzione del nuovo comune non privi i territori montani dei benefici e degli interventi speciali per la montagna stabiliti dall’Unione europea o da norme statali. La proposta di legge assegna contributi regionali stabiliti in 705.000 euro per i primi dieci anni successivi alla fusione e in 210.000 euro per gli ultimi cinque anni. Previsto anche un contributo straordinario in conto capitale, a titolo di compartecipazione alle spese iniziali, della durata di tre anni e pari a 300.000 euro all’anno. Viene poi conferma per il nuovo comune, per i dieci anni successivi alla sua costituzione, priorità assoluta nei programmi e nei provvedimenti regionali di settore che prevedono contributi a favore degli enti locali. Inoltre, la Regione, ove compatibile con le norme in vigore, sarà impegnata a supportare il nuovo comune anche mediante cessione di quota del patto di stabilità territoriale (L.r. 12/2010). E inoltre previsto un organismo consultivo composto dai sindaci dei preesistenti Comuni di origine, con il compito di collaborare nella fase istitutiva del nuovo Comune con il Commissario governativo nominato a partire dalla data di istituzione del nuovo comune per tutti gli adempimenti e fino alle elezioni. Per legge viene anche istituito un Osservatorio regionale del processo di fusione dei Comuni, composto da funzionari del nuovo Comune e da funzionari regionali, allo scopo di monitorare gli effetti che scaturiscono dal processo di fusione in tutti i settori amministrativi di competenza regionale, ed il concreto impatto del processo di fusione sui cittadini, sugli enti pubblici e sulle imprese.