Risoluzione PD chiede “Nuove regole dei test per immigrati, oggi c’è insicurezza e precarietà”
Antonio Mumolo è tra i consiglieri regionali del PD che hanno presentato una Risoluzione alla Giunta regionale per chiedere al Governo, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, una revisione dei dispositivi del Decreto Ministeriale (4 giugno 2010) e un maggiore ascolto e coinvolgimento degli attori sociali, a partire dalle istituzioni formative e dagli insegnanti dei CTP, nella revisione delle modalità di espletamento della prova di lingua italiana.
La risoluzione chiede «che vengano ripristinate e potenziate le risorse per la formazione tagliate ai CTP, per evitare anche che la formazione privata speculi su questo vuoto proponendosi con corsi a pagamento, magari reperendole da una revisione delle modalità di istituzione delle Commissioni Esaminatrici, che prevedono costi ingentissimi ed ingiustificati». «Occorre adoperarsi in ogni sede per manifestare il dissenso rispetto ad una politica dell’immigrazione che non integra ma ghettizza – prosegue Pagani del PD – che non offre possibilità e diritti, ma solo ostacoli e prevaricazioni».
«La percentuale della comunicazione orale, in particolare in un contesto di migrazione, è decisamente più alta ed ha maggiore rilevanza rispetto all’utilizzo della lingua scritta, mentre l’esame di lingua per l’ottenimento del permesso di lungo periodo prevede una verifica esclusivamente scritta delle competenze comunicative. Esistono persone, provenienti da paesi in cui la scolarizzazione non è ancora equamente garantita e diffusa, per le quali il test di lingua italiana si qualifica solo come atto fortemente escludente».
La questione quindi ruota intorno al tema di immigrazione clandestina che ha visto, dopo la “Bossi-Fini”, l’introduzione “pacchetto sicurezza” con il quale la clandestinità è diventata reato penale in Italia. Inoltre «una recentissima sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha sancito l’incompatibilità del reato di immigrazione clandestina con la normativa europea in materia di rimpatri», si legge nella Risoluzione.
«Molti insegnanti dei CTP hanno sottolineato con forza il loro disappunto per una norma ritenuta lesiva dei diritti fondamentali della persona del tutto inutile dal punto di vista formativo ed eccessivamente onerosa per lo Stato. Come era prevedibile ipotizzare in assenza di adeguati strumenti di formazione, i primi esami espletati con la nuova metodologia hanno visto un alto numero di candidati inidonei che per altro, vista la carenza di personale docente nei CTP, dovranno attendere molti mesi di insicurezza e precarietà prima di potere ritentare la prova».
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1393 Risoluzione proposta dai consiglieri Pagani, Moriconi, Mumolo, Piva, Vecchi Luciano, Costi, Ferrari, Pariani, Carini, Alessandrini, Casadei, Zoffoli e Cevenini per impegnare la Giunta a chiedere al Governo, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, la revisione delle disposizioni contenute nel D.M. 4 giugno 2010 in tema di accertamento della conoscenza della lingua italiana da parte di immigrati, specie al fine dell’ottenimento del permesso di soggiorno di lungo periodo (documento in data 18 05 11).