Mumolo: “L’Italia stia dalla parte delle donne iraniane”

“Donna, vita, libertà” è lo slogan che risuona nelle piazze di Teheran e di tutto l’Iran da quando sono scoppiate le proteste a seguito della morte di Mahsa Amini, una giovane di 22 anni arrestata alcuni giorni prima dalla cosiddetta “polizia morale” iraniana perché colpevole di non indossare correttamente il velo.

La Regione esprima solidarietà alle donne iraniane. A chiederlo è un risoluzione del Partito democratico a firma di Antonio Mumolo (primo firmatario), Roberta Mori, Matteo Daffadà, Andrea Costa, Gianni Bessi, Pasquale Gerace, Marcella Zappaterra e Marilena Pillati in cui si ricorda come “è necessario che la comunità internazionale prenda una ferma posizione di condanna verso le violazioni perpetrate in Iran e che ogni relazione con il governo iraniano debba essere condizionata al rispetto dei fondamentali diritti umani di tutti i cittadini e le cittadine dell’Iran”.

Da qui la risoluzione per impegnare la giunta “a farsi interprete di solidarietà, vicinanza e condivisione a tutte le ragazze e donne dell’Iran, sostenendo la loro lotta in favore della libertà, a chiedere al ministero degli Esteri di evidenziare queste posizioni all’ambasciata dell’Iran e a sollecitare il ministero degli Esteri ad attivarsi per la liberazione immediata della giovane italiana arrestata in Iran, arresto avvenuto mentre era in viaggio in quel paese, e di attivare tutte le iniziative utili alla sua tutela e al rientro in Italia”.

Diritti. Mumolo (Pd): agire affinché Patrick Zaky non subisca trattamenti inumani

Il caso di Patrick Zaki, il 28enne ricercatore egiziano, studioso a Bologna, ora detenuto in carcere nel suo Paese, finisce in Regione grazie a una risoluzione di Antonio Mumolo (Pd), che chiede alla Giunta di “intervenire sul governo italiano perché si attivi, anche nei confronti dell’Unione europea e degli organismi internazionali, per spingere il governo egiziano a liberarlo e consentirgli di riprendere gli studi in Italia”.

Mumolo spiega come “il 5 marzo Zaki sia stato trasferito a Il Cairo nel carcere di Tora e il suo caso sia passato nelle mani della Procura per la Sicurezza dello Stato; dopo l’udienza di sabato 7 marzo, la Procura per la Sicurezza dello Stato ha rinnovato la detenzione cautelare per altri 15 giorni e fissato la successiva udienza per il 21 marzo. Anticipata precipitosamente a lunedì 16 marzo, l’udienza è stata annullata per l’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus e rinviata a data ancora sconosciuta”.

Dunque, Mumolo invita la Giunta “a intervenire sul governo perché si attivi, anche in sede di Unione Europea e di organismi internazionali, per spingere il governo egiziano a rispettare i diritti umani e liberare Patrick George Zaki, consentendogli di terminare i suoi studi in Italia, e per spingere l’esecutivo egiziano a garantire che, in attesa del rilascio di Patrick George Zaki, gli venga concesso di incontrare i suoi avvocati e i suoi familiari, gli vengano fornite adeguate cure mediche e gli venga consentito di studiare, permettendo ai funzionari delle ambasciate europee in Egitto di fargli visita e verificare che non venga sottoposto a trattamenti inumani o degradanti”.

COMUNICATO STAMPA Emergenza Coronavirus. Garanzie per le persone senza dimora

Il consigliere regionale Pd Antonio Mumolo presenta una risoluzione per la tutela sanitaria e per l’accoglienza delle persone che vivono in strada.

“Quella delle persone senza fissa dimora è un’emergenza nell’emergenza” dichiara il consigliere Antonio Mumolo. “La solidarietà non è solo collante delle nostre società ma elemento indispensabile, oggi, per combattere il virus. Per la nostra responsabilità nella tutela della salute pubblica, dobbiamo occuparci, e in fretta, anche di chi non ha un tetto sulla testa ed è costretto a vagare per le città.”

Stanno iniziando a fioccare i verbali redatti ai senza tetto prima per violazione dell’art 650 del Codice penale ed ora per non aver ottemperato all’ordine di restare a casa con sanzione amministrativa.

La Regione Emilia-Romagna si è già attivata anticipando ai Comuni l’erogazione del Fondo Nazionale Povertà. Alcuni Comuni, come quello di Bologna, Cesena, Parma e altri si sono già attivati, prolungando i cosiddetti “piani freddo”.

Nella risoluzione il consigliere Antonio Mumolo invita l’esecutivo innanzi tutto “a intervenire presso il Governo per far cessare immediatamente l’irrogazione di sanzioni alle persone senza dimora per il solo fatto di trovarsi fuori casa, non avendo però una casa dove restare”.

Invita poi la Giunta a richiedere al Governo di stanziare ulteriori somme per consentire ai Comuni, in particolare in questa fase emergenziale, di fornire un tetto alle persone senza dimora, utilizzando edifici pubblici o privati, 24 ore su 24, facendo quindi in modo che possano anche loro “restare a casa”.

E infine a “garantire il diritto alla salute delle persone senza dimora consentendo loro l’accesso immediato alle cure, anche prevedendo attività di monitoraggio sanitario all’interno dei luoghi in cui si trovano, almeno fino alla fine di questa emergenza sanitaria”.

“Dobbiamo farlo anche perché abbiamo imparato che il diritto alla salute è un diritto collettivo e riguarda tutti quanti noi. Curare tutti, anche i più poveri, anche chi non ha un medico di base, non è solo un dovere ma è l’unica maniera per sconfiggere il virus” sottolinea il consigliere.

Siria. Aula approva la risoluzione Si-Pd-Misto: “L’Europa intervenga per i curdi”

L’Aula approva (col sì di Pd, Si, gruppo Misto e M5s, astensione di Lega, Fdi e Forza Italia) la risoluzione a prima firma Igor Taruffi (Sinistra italiana) e Antonio Mumolo (Partito democratico) per chiedere alla giunta di “esprimere solidarietà al popolo curdo” dopo l’attacco del governo turco, “promuovendo in tutte le sedi istituzionali l’attivazione dei canali diplomatici volti alla risoluzione del conflitto”. Una risoluzione firmata anche da Yuri Torri di Si e da Silvia Prodi del gruppo Misto, oltre che dai consiglieri del Pd Enrico Campedelli, Lia Montalti, Luca Sabattini, Nadia Rossi, Francesca Marchetti, Roberto Poli, Paolo Zoffoli, Valentina Ravaioli e Stefano Caliandro.

Un documento “per far sentire la voce dell’Europa”, cercando di evitare che “l’Isis sfrutti il caos che si verrebbe a creare nel nord della Siria per riorganizzarsi”. Per questo, Mumolo sollecita il “boicottaggio di tutti i marchi di prodotti registrati in Turchia, in modo che il governo riceva un segnale, anche sollecitato dalle aziende”.

Secondo Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) “la Russia, pur intrattenendo buoni rapporti con la Turchia di Erdogan, non può dimenticare il suo ruolo di garante dell’integrità territoriale della Siria e un’eventuale neutralizzazione delle milizie curde per mano turca rischia di rappresentare un grosso regalo a quello Stato islamico che già in passato si è giovato dell’ambigua connivenza dei servizi segreti di Ankara”. Per Andrea Galli (Forza Italia) però “ci sono pochi accenni all’aviazione russa che ha fermato l’Isis”. Da parte di Andrea Bertani (M5s) “ci si deve muovere come Unione Europea: serve una posizione unica”. Infine, per Matteo Rancan (Lega) questa invasione è la prova che “tutti dobbiamo avere lo stesso obiettivo: mai la Turchia in Europa”.