Il caso di Patrick Zaki, il 28enne ricercatore egiziano, studioso a Bologna, ora detenuto in carcere nel suo Paese, finisce in Regione grazie a una risoluzione di Antonio Mumolo (Pd), che chiede alla Giunta di “intervenire sul governo italiano perché si attivi, anche nei confronti dell’Unione europea e degli organismi internazionali, per spingere il governo egiziano a liberarlo e consentirgli di riprendere gli studi in Italia”.

Mumolo spiega come “il 5 marzo Zaki sia stato trasferito a Il Cairo nel carcere di Tora e il suo caso sia passato nelle mani della Procura per la Sicurezza dello Stato; dopo l’udienza di sabato 7 marzo, la Procura per la Sicurezza dello Stato ha rinnovato la detenzione cautelare per altri 15 giorni e fissato la successiva udienza per il 21 marzo. Anticipata precipitosamente a lunedì 16 marzo, l’udienza è stata annullata per l’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus e rinviata a data ancora sconosciuta”.

Dunque, Mumolo invita la Giunta “a intervenire sul governo perché si attivi, anche in sede di Unione Europea e di organismi internazionali, per spingere il governo egiziano a rispettare i diritti umani e liberare Patrick George Zaki, consentendogli di terminare i suoi studi in Italia, e per spingere l’esecutivo egiziano a garantire che, in attesa del rilascio di Patrick George Zaki, gli venga concesso di incontrare i suoi avvocati e i suoi familiari, gli vengano fornite adeguate cure mediche e gli venga consentito di studiare, permettendo ai funzionari delle ambasciate europee in Egitto di fargli visita e verificare che non venga sottoposto a trattamenti inumani o degradanti”.