Dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale, che il 27 aprile con una sentenza che sarà considerata storica per il diritto civile italiano, sulla regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre, considerata discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio, ora il Parlamento italiano si adegui e legiferi in materia”. È questa, sostanzialmente, la richiesta del Pd in Emilia-Romagna che viene avanzata tramite una risoluzione presentata dal consigliere Antonio Mumolo.
“La sentenza impone ora una nuova regola: che il figlio assuma il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico” richiama Mumolo nel documento che è stato sottoscritto anche dalla collega Roberta Mori, portavoce regionale delle Donne Democratiche, e dal Presidente della Commissione Parità e Diritti Federico Amico.
“La Corte ha, dunque, dichiarato l’illegittimità costituzionale di tutte le norme che prevedono l’automatica attribuzione del cognome del padre, con riferimento ai figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi. Ora però spetta al Parlamento esprimersi in materia con una legge basata su quanto stabilito dalla Corte costituzionale, superando la regola dell’automatismo del cognome paterno, nel solco del principio di eguaglianza e quale elemento dell’identità personale del figlio o della figlia” afferma convintamente Mumolo.
“La decisione è profondamente giusta, equa, paritaria. – chiosa la portavoce regionale delle Donne Democratiche e consigliera Roberta Mori – Afferma una visione alternativa a quella che fino ad oggi ha portato avanti una storia al maschile. Risarcisce tante battaglie sostanziali delle donne che il ritardo culturale del nostro Paese non ha consentito si inverassero prima di una pronuncia giudiziaria. È però compito del Parlamento regolare tutte le norme connesse ad una decisione che restituisce dignità al protagonismo delle donne e rispetto alle persone. Per questo chiediamo che faccia presto e faccia bene, realizzando quella genitorialità paritaria che prelude e forma una società migliore”.