“I Comuni dovrebbero concedere la residenza a chi vive in strada, anche istituendo una via fittizia presso cui eleggerla”
Secondo i dati Istat, nel 2014 erano 4 milioni 102 mila le persone in condizione di povertà assoluta (6,8% della popolazione residente), e nonostante l’Emilia-Romagna sia tra le regioni che presentano i valori più bassi di incidenza della povertà (4,2%), la recente crisi economica ha fatto emergere anche qui nuove tipologie di poveri, quali cassintegrati, lavoratori precari, disoccupati, genitori separati con figli a carico, eccetera, che costituiscono fasce sociali in “impoverimento”.
Antonio Mumolo (Pd), ha presentato una risoluzione che impegna la Giunta a ratificare e sottoscrivere in Conferenza unificata Stato Regioni le “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia” adottate dal Dipartimento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con la Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora (FIO.PSD). Alla Giunta, si chiede, inoltre, di inserire nei programmi regionali le indicazioni proposte da queste linee di indirizzo, quali strumenti per superare la frammentazione delle politiche e rendere ancora più incisivo il contrasto alla povertà.
Sulle nuove linee di indirizzo, scrive il consigliere, si costruiranno le future programmazioni nazionali sull’utilizzo delle risorse finanziarie, “con l’obiettivo di condividere con Regioni e Comuni una politica nazionale di contrasto alla povertà e superare la frammentazione che in questo momento connota questi servizi, con differenze non più sostenibili sui diversi territori”. Le linee di indirizzo contengono indicazioni preziose per aggiornare il concetto di welfare universalistico, come raccomandato anche dalla Commissione Europea. Tra queste la raccomandazione rivolta a tutti i Comuni “di concedere la residenza a chi vive in strada, anche istituendo una via fittizia presso cui eleggerla; l’housing first, un approccio, già sperimentato in diversi paesi europei, che considera la casa come diritto umano di base e quindi punto di partenza per avviare un percorso di integrazione sociale”.
ALLEGATO