Oggi l’Assemblea legislativa ha discusso e approvato la risoluzione contenente gli indirizzi per la partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione del diritto europeo.
“L’Unione europea – afferma il consigliere regionale PD Antonio Mumolo – viene concepita spesso come un’istituzione che vigila e controlla, ma nella quale i cittadini dei paesi europei non trovano un’identità comune. La situazione non è certo facilitata dalla crisi che stiamo attraversando e che interessa più di un paese. Per contribuire a realizzare un’Europa più compiuta può essere fondamentale il contributo delle Regioni, specialmente nell’esercizio della partecipazione alla formazione del diritto europeo, sia nella sua fase di formazione (ascendente) quanto in quella della ricaduta applicativa (discendente) nelle rispettive legislazioni regionali.”
“Con la risoluzione votata oggi – afferma il consigliere PD Antonio Mumolo – la Regione Emilia-Romagna si propone di raggiungere tre obiettivi: contribuire alla costruzione di un processo di integrazione europea che sia reale, democratico ed equo; fare pesare meglio, anche in sede comunitaria, le specificità, i valori e gli interessi del nostro territorio, dei nostri cittadini, delle istituzioni e delle imprese emiliano-romagnole; estendere la partecipazione ai processi di consultazione e di presa delle decisioni.”
“Per raggiungere questi obiettivi – dice ancora Mumolo – l’Assemblea legislativa indica quattro linee di policy su cui si cercare di costruire un consenso europeo:
1. Un’agenzia europea per il debito per acquistare i titoli dei paesi aderenti ed emettere titoli di debito europei (eurobonds) garantiti in modo collettivo;
2. Un piano europeo di investimenti per l’occupazione, l’ambiente e l’innovazione, alimentato dalle risorse raccolte attraverso l’emissione di eurobonds, l’introduzione di specifici strumenti fiscali a livello europeo, tra i quali la Financial Transaction Tax ed il rafforzamento della tassazione ambientale, oltre agli interventi della Banca Europea degli Investimenti.
3. Uno “standard retributivo” europeo per coinvolgere i paesi in surplus nel processo di aggiustamento delle bilance commerciali. 4. Una più equilibrata distribuzione del reddito da lavoro , sia primaria (conseguita sul mercato del lavoro) che secondaria (sostenuta da interventi di welfare e fiscali) capace di restituire potere d’acquisto e sicurezza alle famiglie.”
“La nostra Regione si è dotata già da qualche anno di strumenti tra i più avanzati, in Italia e in Europa, per il coinvolgimento dell’intera società regionale in azioni di dibattito e di proposta. Con la seduta comunitaria 2012 – conclude Mumolo – speriamo di aver dato un contributo per la costruzione di un’Europa più unita e più giusta.”