Antonio Mumolo è uno dei consiglieri regionali che hanno presentato una una risoluzione (Primo firmatario Thomas Casadei) in Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna per invitare la giunta regionale a dire no alla deregulation degli orari del commercio.
Lo scorso ottobre il Ministero dello Sviluppo Economico ha emanato una Circolare esplicativa che consente agli esercizi commerciali di qualunque dimensione delle cosiddette “città d’arte” di aprire ogni festività dell’anno. Il provvedimento in questa maniera ha espropriato le Regioni, titolari delle competenze in materia di commercio, della possibilità di continuare nell’opera di regolamentazione degli orari di apertura.
“Senza la possibilità di un intervento delle regioni – si legge nella risoluzione – andremo verso una deregulation selvaggia e ad una perdita di ruolo da parte delle parti sociali e degli enti locali. Una cosa è eliminare i vincoli alla concorrenza, come l’Europa più volte ci ha chiesto di fare, altra cosa è creare condizioni tali per cui i lavoratori del settore del commercio, ma anche le piccole imprese a conduzione individuale o familiari, presenti soprattutto nei centri storici e nelle aree urbane, si troveranno di fronte a condizioni di lavoro insostenibili a causa di orari di lavoro che coprono 365 giorni all’anno. Questa misura produrrebbe peraltro come conseguenza altri aspetti negativi, anche in termini di una riduzione dell’occupazione in tutto il settore del commercio.”
“Fino ad oggi – sottolineano i consiglieri – la possibilità per le Regioni di intervenire su questa materia in modo concertato con Comuni e parti sociali, ha prodotto soluzioni equilibrate in cui si teneva conto sia delle esigenze delle imprese di tutta la rete distributiva sia dei lavoratori con riferimento ai riposi e alle maggiorazioni salariali. Il rischio concreto oggi è che sia le parti sociali sia gli enti locali perdano ogni ruolo: i comuni ad esempio non potrebbero più svolgere un ruolo di indirizzo rispetto alle politiche di orario delle città, con la conseguenza di una esasperazione della concorrenza tra i vari settori della rete distributiva.”
“Per questo – concludono i consiglieri – con la nostra risoluzione chiediamo alla Giunta di farsi carico, presso la Conferenza Stato Regioni, di una seria revisione delle recenti forzature normative e interpretative sul commercio, salvaguardando le soluzioni equilibrate frutto della concertazione di Comuni e parti sociali.”