COMUNICATO STAMPA “Sanzioni ai lavavetri e a chi elemosina”. Mumolo: “Le multe non sono una soluzione”

Il nuovo Regolamento di polizia urbana varato dal Comune di Bologna che entrerà in vigore dal prossimo marzo inasprisce le multe per chi chiede l’elemosina, per chi lava i vetri agli angoli delle strade, per chi mangia in strada. Ad essere presi di mira, dunque, sono in primo luogo i poveri, che sono costretti a mangiare per strada perché una casa non ce l’hanno, e che magari fanno i lavavetri solo e unicamente per la mancanza di un lavoro, non certo per diventare milionari.

Il fragile spauracchio di una multa non può spaventare chi ha le tasche vuote e non servirà a tenere i lavavetri lontani dai semafori. Chi lavora a contatto con chi vive in strada, tuttavia, sa bene che l’accumularsi di multe può rappresentare un grave problema. I senza tetto vengono multati comunemente per vagabondaggio, o perché dormono in stazione privi di un titolo di viaggio. Le multe non pagate si accumulano e si moltiplicano. Finché una persona dorme in strada nessun problema, ma nel giorno in cui riesce a trovare un lavoro e una casa e torna ad avere la residenza anagrafica può vedersi recapitare multe per migliaia di euro: un debito che rappresenterebbe un problema per chiunque, figuriamoci per chi viene da una situazione di enorme difficoltà economica.

Presso gli sportelli dell’Associazione Avvocato di strada vediamo ciclicamente casi di persone disperate, che per timore di dover affrontare il debito accumulato possono arrivare a preferire di rimanere in strada o in dormitorio, privi di residenza anagrafica e di tutti i diritti (sanità, voto, pensione) ad essa correlati.

Quando un mese fa in strada è morto un neonato tutta la città si è detta giustamente sconvolta e tutti hanno detto, c’è qualcosa di sbagliato, cerchiamo di migliorare e di trovare soluzioni.

Oggi, con l’aumento delle multe vediamo che ancora una vola la povertà viene considerata una questione di decoro e di ordine pubblico, mentre questi temi andrebbero trattati come problemi sociali. Occorre dare risposte concrete a chi è in difficoltà, cercando di capire come avvicinare queste persone alla rete di servizi e come aiutarli a tornare ad una vita comune. Le multe non rappresentano un’idea progettuale e non sono una soluzione.

Antonio Mumolo
Presidente Associazione Avvocato di strada Onlus

04.01.11 Ad Ancona il convegno “C’è in gioco la povertà: l’iscrizione anagrafica delle persone senza dimora”

Venerdi 4 febbraio si tiene ad Ancona il Convegno “C’è in gioco la povertà: l’iscrizione anagrafica delle persone senza fissa dimora dopo la legge n. 94/2009. Il convegno si tiene dalle h.15 alle h.19 presso la Sala del Consiglio Comunale Largo XXIV Maggio,1 Ancona

INTERVENGONO
ROMANO MINARDI – Anusca
ANTONIO MUMOLO – Avvocato di strada Onlus
DANIELE VALERI – Avvocato di strada Ancona

Argomenti:
• I principi generali dell’ordinamento anagrafico • Il concetto di “residenza” e “domicilio” nel codice civile e nella normativa anagrafica • Il diritto all’iscrizione anagrafica – modalità e limiti • L’iscrizione anagrafica in alloggi abusivi, irregolari o non conformi ai requisiti igienico-sanitari • L’impatto della legge n. 94/2009 sull’iscrizione anagrafica delle persone “senza fissa dimora” • Il contributo della giurisprudenza • Quesiti e casi particolari
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28.01.11 Intervista al settimanale La Stefani. Antonio Mumolo: «Io, avvocato di strada»

Antonio Mumolo, presidente dell’Associazione Avvocato di strada Onlus, è stato intervistato dal settimanale di informazione bolognese La Stefani. Leggi l’intervista sul sito de La Stefani.

Antonio Mumolo: «Io, avvocato di strada»
di Antonella Salini

«Per fortuna questo è un Paese in cui ci sono tanti volontari», la premessa è così. Perché “volontario” è la parola chiave per leggere la storia di Avvocato di strada, l’associazione che fornisce assistenza legale gratuita ai senza tetto. 450 in Italia (in 19 diverse città), una sessantina solo a Bologna, sono gli avvocati che da dieci anni si mettono a disposizione di chi non ha una casa, persone che «per strada ci rimarrebbero per tutta la vita se non avessero un avvocato». Le parole sono del “padre” della Onlus, Antonio Mumolo, giuslavorista brindisino a Bologna da quasi 27 anni.

«Eravamo in due, quando abbiamo cominciato. Io e una collega penalista, poi sono arrivati gli altri. Tutti volontari. Non è un’opera di carità, è un atto di assistenza necessaria», questo è l’inizio della storia.

Come si incontrano un avvocato e un senza tetto?

«All’inizio eravamo noi ad andare nei dormitori, nelle mense, nei posti in cui potevamo incontrare i senza dimora. Lì per lì ci guardavano con diffidenza, poi hanno visto che ci andavamo con regolarità e hanno capito che si potevano fidare. Poi, le persone di strada parlano tra di loro, si è sparsa la voce che eravamo affidabili e hanno iniziato a cercarci». (altro…)