Fusioni. Prossimo lo stop all’istituzione di un nuovo comune tra Savignano e San Mauro Pascoli (FC)

perimetro_sanmauro2Si interrompe il progetto di fusione tra i comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli in provincia di Forlì-Cesena. Dopo l’esito del referendum consultivo, con il quale le popolazioni dei due comuni si sono espresse a maggioranza in termini contrari alla fusione (4024 no, su un totale di 7475 votanti), la commissione Bilancio, affari generali e istituzionali ha dato mandato (all’unanimità) ad Antonio Mumolo, relatore del progetto di legge per istituire un nuovo comune unico, di presentare nella prossima seduta dell’Assemblea legislativa un ordine del giorno per deliberare il non passaggio all’esame degli articoli del testo. In pratica con il voto dell’Assemblea si metterà la parola fine alla fusione, interrompendo l’iter istituzionale avviato con la richiesta dei consigli comunali di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli alla Regione affinché procedesse con il progetto di legge sulla fusione.

“Avevamo detto che avremmo complessivamente rispettato la volontà dei cittadini – ha detto Mumolo – e di fronte ai dati complessivi sulla vittoria del no intendiamo onorare quella promessa”.

Fusione Savignano-San Mauro Pascoli: via libera in Commissione regionale

indexAvanti con il progetto di fusione dei comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli. La commissione regionale Bilancio affari generali e istituzionali ha licenziato il progetto di legge di iniziativa della Giunta che istituisce un comune unico tramite la fusione dei due comuni esistenti in provincia di Forlì-Cesena. Secondo quanto prevede la proposta normativa, il nuovo comune avrà decorrenza a partire dal primo gennaio 2014 e potrà contare – ha ricordato il consigliere regionale PD Antonio Mumolo, relatore della legge – su ingenti finanziamenti statali per circa una decina di milioni di euro, oltre a quelli regionali. Su questo punto in particolare il progetto di legge prevede la concessione di contributi dalla Regione pari a 450 mila euro all’anno per il primo decennio e di 135 mila per ulteriori 5 anni. Previsto anche un contributo straordinario regionale, in conto capitale, di 150 mila euro all’anno per i primi tre anni.

Dopo il via libera in commissione, è previsto il passaggio in Aula la settimana prossima, quando l’Assemblea legislativa dovrà votare sulla proposta di indizione del referendum che Mumolo, nella sua veste di relatore del provvedimento, presenterà su mandato della prima commissione. Come stabilito dalla legge regionale (L.r. 24/1996) sulla fusione di comuni, prima dell’approvazione della relativa legge regionale è infatti previsto lo svolgimento di un referendum consultivo tra le popolazioni dei comuni interessati. Ed è stato proprio il referendum e il suo possibile esito il tema al centro del dibattito in commissione, che continua a risentire degli echi della recente fusione (la prima in assoluto) avvenuta in Emilia-Romagna, quella dei comuni bolognesi della Valsamoggia, dove in valore assoluto al referendum i sì prevalsero sui no (5.726 contro 5.401) e, nel dettaglio, in tre comuni su cinque.