Approvato il piano triennale per il diritto allo studio e l’alta formazione. Casadei, Mumolo e Marani “Sostegno economico agli studenti, accoglienza e maggiori servizi”

“Nella seduta di oggi l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato la relazione sulla clausola valutativa della legge regionale 15/2007 sul ‘Sistema regionale integrato di interventi e servizi per il diritto allo studio universitario e l’alta formazione’ per quanto riguarda gli anni accademici 2008-2009, 2009-2010, 2010-2011. I dati contenuti nella relazione evidenziano che dall’anno accademico 2008/9 a quello del 2010/11 la spesa per le sole borse di studio e’ aumentata da 53,4 a 66 milioni.” A comunicarlo sono i consiglieri regionali PD Thomas Casadei, Antonio Mumolo e Paola Marani.

“L’Assemblea – sottolineano i consiglieri – ha approvato anche il Piano che riguarda il prossimo triennio (2012-2015), che prevede alcuni obiettivi prioritari: a) favorire e promuovere condizioni di parità di diritti per gli studenti in tutto il territorio regionale per il conseguimento dei più alti livelli formativi, con particolare attenzione ai capaci e ai meritevoli, anche se privi di mezzi; b) perseguire la priorità della più ampia copertura degli studenti idonei alle borse di studio; c) valorizzare la multiculturalità, promuovere l’’internazionalizzazione e favorire la positiva integrazione tra popolazione studentesca e comunità locali; d) proseguire l’attività di razionalizzazione dei servizi; e) procedere nell’azione di semplificazione.” (altro…)

12.10.11 Istruzione e formazione. La Regione approva i nuovi indirizzi per la programmazione territoriale

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato a larga maggioranza i nuovi indirizzi per la programmazione territoriale dell’offerta di istruzione e formazione professionale e organizzazione della rete scolastica per gli anni scolastici 2012/13, 2013/14 e 2014/2015.

Tra i principali contenuti del provvedimento c’è l’introduzione di una flessibilità del 20% sul parametro dimensionale introdotto nel luglio scorso dalla manovra finanziaria (L.111/2011) che impone la creazione di istituti scolastici comprensivi costituiti da un numero minimo di mille alunni, 500 nelle scuole di montagna. La Regione Emilia-Romagna – ha spiegato l’assessore alla Scuola, Patrizio Bianchi – ha fatto ricorso alla Corte costituzionale contro le disposizioni in questione in quanto ritiene che la materia dell’organizzazione scolastica sia oggetto di potestà normativa concorrente e che allo Stato spetti la sola emanazione delle norme di principio, mentre alle Regioni competono le disposizioni di dettaglio. In attesa che sia fatta chiarezza, gli indirizzi si adeguano alla normativa vigente prevedendo che, nel caso di istituzione di istituti comprensivi risultanti dall’aggregazione di direzioni didattiche e scuole secondarie di primo grado attive in maniera autonoma nell’anno scolastico 2011/2012, il parametro in questione possa essere utilizzato con flessibilità all’interno di una oscillazione del 20% (ossia tra gli 800 e i 1200 alunni e in montagna tra i 400 e i 600); questo, “qualora ciò sia indispensabile” per assicurare il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla legge e dagli stessi indirizzi.

Per quanto poi riguarda la programmazione territoriale dell’offerta di istruzione secondaria superiore viene confermata, come nel triennio precedente, la possibilità di istituire nuovi indirizzi di studio a fronte di almeno due classi e comunque solo per eccezionali e motivate esigenze dell’istituto scolastico e del territorio condivise dalle Province e secondo criteri dati. Rimane infine confermato il numero delle autonomie scolastiche (scuole autonome con a capo un preside) nell’ambito di una stessa provincia e qualora si dovessero “liberare” delle autonomie, a seguito di accorpamenti o riorganizzazioni, e dalle verifiche non risultasse possibile il reimpiego, la disponibilità sarà comunicata alla Regione che provvederà alla rassegnazione secondo criteri che verranno determinati in seguito.

A sostegno della delibera di programmazione, l’Aula ha anche approvato a maggioranza un ordine del giorno nel quale, in particolare, si sottolinea l’utilità “di specificare tra gli indirizzi per i comuni – come correttamente rileva la Giunta – che i parametri introdotti nella norma nazionale sono da applicarsi in maniera flessibile”. Nel testo si chiede pertanto alla Giunta regionale di accompagnare l’estensione agli stessi comuni della delibera approvata con l’invito ad utilizzare con flessibilità i nuovi parametri”.