La legge regionale 3/2011, di cui sono stato promotore e relatore in Assemblea legislativa, è stata riconosciuta dall’ufficio delle Nazioni Unite che si occupa di lotta alla droga e alla criminalità (United Nations Office on Drugs and Crime, UNODC) una “buona pratica” per la prevenzione della criminalità organizzata.

Si tratta di una legge pensata insieme a tutti i soggetti che si occupano di questa tematica: associazioni, in modo particolare Libera, forze dell’ordine, magistratura, provveditorato alle scuole, ABI, sindacati di categoria e parti sociali, che fin dall’inizio hanno potuto contribuire partecipando ad audizioni pubbliche ed elaborando proposte.

Grazie alla legge 3/2011, nella quale abbiamo inserito una clausola valutativa che consente di monitorare l’utilità effettiva delle singole norme e di cambiarle ove non dovessero risultare efficaci, in questi tre anni sono stati raggiunti importanti risultati: sono stati finanziati oltre 90 progetti, sono stati recuperati e messi a disposizione della collettività numerosi beni immobili confiscati e sono stati coinvolti oltre 20.000 studenti in molte iniziative di prevenzione. Sono stati raggiunti, in sostanza, quegli obiettivi che ci eravamo prefissati quando abbiamo scritto, discusso e approvato la legge: tenere fuori la mafia dalla nostra Regione e sviluppare una cultura della legalità nei nostri giovani e nei nostri concittadini.

Il riconoscimento dell’ONU è un premio per il lavoro fatto e sono orgoglioso di essere stato il relatore di questa legge. Colgo questa occasione per ringraziare ancora una volta tutti coloro che hanno contribuito alla sua stesura e alla sua approvazione: l’assessorato regionale alle politiche per la sicurezza nella persona dell’assessore Simonetta Saliera, i miei colleghi consiglieri regionali e tutti i soggetti che hanno accompagnato il cammino della legge.

Antonio Mumolo
Consigliere regionale PD
Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna
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