imagesProcedure finalizzate alla trasparenza, alla semplificazione e alla de-materializzazione dei percorsi amministrativi, promozione di iniziative di coordinamento e cooperazione istituzionale, diffusione di buone pratiche di responsabilità sociale da parte delle stazioni appaltanti pubbliche, attività di formazione: sono queste le misure per favorire la legalità e il contrasto delle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata nel comparto della logistica contenute nella legge regionale approvata oggi dall’Assemblea legislativa e dal titolo “Disposizioni per la promozione della legalità e della responsabilità sociale nei settori dell’autotrasporto, del facchinaggio, della movimentazione merci e dei servizi complementari”.

Fra le azioni previste dalla norma, l’istituzione dell’elenco di merito degli operatori economici dei singoli settori, della Consulta regionale per la legalità e la promozione della responsabilità sociale e dell’Osservatorio del settore dell’autotrasporto; verranno poi siglate intese fra gli enti pubblici che rilasciano licenze anche al fine di maggiori controlli, oltre a misure di prevenzione di illegalità nelle aree di sosta. Nella logistica e nel facchinaggio, guerra al caporalato e un elenco regionale dei prezzi dei servizi forniti. Quanto al trasporto di materiali dalle cave, le imprese di autotrasporto dovranno comunicare i dati identificativi dei mezzi, pena la sospensione dell’attività estrattiva da uno a sei mesi.

Hanno votato a favore della legge Pd, Fds, Sel-Verdi, Idv e Misto, astenuti Fi-Pdl, Lega Nord, M5s e Udc.

Come spiega nella sua introduzione il relatore Tiziano Alessandrini, la legge vuole “innovare le azioni di contrasto, dando incisività all’azione di controllo, vigilanza e segnalazione agli enti competenti”, ad esempio “sulle modalità di verifica dei requisiti previsti dalle norme nazionali per l’autotrasporto” o “sui trasporti effettuati dalle cave sul territorio regionale”: l’obiettivo è “sottrarre opportunità, non lasciare che le organizzazioni mafiose occupino spazi vuoti, dove, sostanzialmente, manca l’intervento delle istituzioni, impedire che l’imprenditoria sana trovi più vantaggioso fare affari con la mafia”. I principali strumenti messi in campo, sottolinea il consigliere, sono “un elenco di merito degli operatori economici nei settori dell’autotrasporto di merci, dei servizi di facchinaggio e dei servizi complementari”, e “una Consulta regionale per la legalità e la promozione della responsabilità sociale”.

Il relatore illustra poi le soluzioni adottate per ogni singolo comparto. Per quanto riguarda l’autotrasporto, la legge regionale prevede “specifiche intese con gli enti pubblici competenti ad autorizzare l’esercizio dell’attività di autotrasportatore e ad esercitare la vigilanza sul suo corretto svolgimento”. C’è poi l’istituzione di un “Osservatorio del settore dell’autotrasporto di merci” con la funzione di “acquisire informazioni e dati utili per il monitoraggio delle attività degli operatori economici del settore favorendo la rilevabilità dei flussi finanziari”, il varo del “coordinamento regionale delle funzioni di gestione degli Albi degli autotrasportatori e del rilascio delle licenze” e “misure finalizzate alla prevenzione e al controllo dei fenomeni di illegalità nelle aree di sosta”.

Novità anche per quanto riguarda gli adempimenti legati al trasporto di materiale derivante da attività estrattive: le imprese di autotrasporto dovranno infatti “comunicare i dati identificativi dei mezzi di cui si avvalgono per il trasporto del materiale” e per gli inadempienti il rischio è “la sospensione dell’attività estrattiva per un periodo che va da un minimo di uno a un massimo di sei mesi”.

Per i comparti della logistica e del facchinaggio, l’impegno assunto con il sì alla legge è quello di “contrastare il fenomeno di caporalato e gli altri illeciti che alterano la regolarità del mercato del lavoro, attraverso qualsiasi forma di sfruttamento dei lavoratori e dell’utilizzo non regolare degli stessi”: le misure messe in campo, chiarisce Alessandrini, sono “la stipulazione di accordi e protocolli d’intesa con tutti gli organismi istituzionali per attuare un’attività di monitoraggio e successiva diffusione di dati, informazioni e segnalazioni relativi alla disapplicazione o non corretta applicazione dei contratti di lavoro di settore” e “un elenco regionale dei prezzi relativi ai servizi di facchinaggio, ai servizi complementari e all’attività di logistica”.

Nel corso del dibattito in aula è intervenuto a favore del progetto di legge il consigliere regionale PD Antonio Mumolo, che ha chiesto ai colleghi un voto unanime per l’approvazione: “Andiamo nella direzione di rendere impermeabile il tessuto produttivo alle infiltrazioni mafiose agendo su alcuni fattori molto importanti, a partire dal lavoro nero”.