La crisi che investe il mercato automobilistico non risparmia il settore delle due ruote, che nel mese di gennaio ha fatto registrare un pesantissimo -38,8% rispetto allo scorso anno; in assenza di incentivi, il settore ciclomotori fa segnare un 43,6%, dopo un 2010 già negativo rispetto al 2009.
Poiché “il distretto delle due ruote… concentrato soprattutto a Bologna, rappresenta una parte importante dell’industria meccanica regionale”, 17 consiglieri del gruppo “Partito Democratico”, tra cui Antonio Mumolo, hanno presentato una risoluzione che sarà discussa in Aula.
Scopo del documento è impegnare la Giunta, e in particolare l’assessorato alle Attività produttive, ad adoperarsi presso la Conferenza Stato-Regioni affinché venga predisposto un piano industriale di sostegno e di sviluppo per l’industria del nostro Paese e per tutto il comparto metalmeccanico, e in particolare per il comparto delle due ruote, simbolo del Made in Italy. In questo piano si dovrà prevedere l’introduzione di incentivi che contribuiscano ad alimentare il ricambio dei mezzi più obsoleti ed inquinanti (è nel settore dei ciclomotori che si trova la maggior parte dei mezzi “Euro 0” ancora in circolazione). Questi incentivi non dovranno essere una tantum, ma programmati e diversificati (tramite interventi sull’IVA, fondi per la rottamazione, eccetera), al fine di ottenere il massimo di efficacia.
La risoluzione Pd critica la mancanza di politiche industriali nazionali, volte ad aumentare la competitività del settore manifatturiero, e la logica degli interventi una tantum, l’ultimo dei quali ha visto il rapido esaurimento dei fondi stanziati.
Nella realtà emiliano-romagnola, si segnala il “pesante ridimensionamento” in corso nel settore delle due ruote: aziende fallite, altre con dipendenti in cassa integrazione, marchi storici spariti senza lasciare traccia, imprese che hanno delocalizzato la produzione in medio-oriente per contenere i costi a scapito della qualità dei prodotti… In questo contesto, la situazione occupazionale si fa sempre più preoccupante: “si paventa la possibile fuoriuscita di 6000 lavoratori, compreso l’indotto”.
I firmatari della risoluzione sono in consiglieri del Gruppo PD: Paola Marani (prima firmataria), Marco Monari, Anna Pariani, Antonio Mumolo, Daniela Montani, Gabriele Ferrari, Luciano Vecchi, Marco Carini, Mario Mazzotti, Maurizio Cevenini, Palma Costi, Rita Moriconi, Roberta Mori, Roberto Montanari, Roberto Piva, Stefano Bonaccini, Tiziano Alessandrini.
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