Il Fatto quotidiano intervista Antonio Mumolo. “A Bologna la festa in piazza delle persone senza fissa dimora”

“Bologna senza dimora” torna in piazza per raccontare le difficoltà della vita in strada. Giunta al suo quarto anno, l’iniziativa mira ad avvicinare due esistenze che vivono parallele lo stesso territorio, percorrono le stesse strade, ma spesso nemmeno si toccano: chi abita la città e quelli che la vivono senza avere un tetto. Ciechi gli uni, invisibili gli altri.

Ad organizzarla, tutte associazioni che lavorano quotidianamente (e in notturna) affianco alle cosiddette “marginalità”: Amici di Piazza Grande, Naufragi, Antoniano onlus, Auser, Avvocati di strada e Opera padre Marella. E soprattutto, persone di tutti i tipi e le provenienza che si aggirano fra gli stand: alcune si conoscono, o se non altro si sono viste “in giro”.

Dall’Arcigay che si trova ad affrontare nuovi problemi di discriminazione sessuale del macismo in strada e nei dormitori dei soggetti LGBT, costretti a una doppia marginalità; alla Biblioteca vivente, una idea originale di orwelliana ispirazione, che concede la “lettura” di persone come libri da sfogliare. Si sceglie il titolo, “lavoratrice del sesso” e “mamma di un figlio gay” i più letti, e la persona ti si apre, narrandoti la storia di cui la sua personale esistenza è portatrice. (altro…)