

di Ariam Tecle.
di Ariam Tecle.
L’8 ottobre parteciperò a questo interessante evento organizzato dall’Università della Strada del Gruppo Abele, il Cnca, Libera, Avvocato di Strada, Open Group, Centro Sociale Papa Giovanni XXIII, Associazione Orfeonica e Università di Bologna.
L’EVENTO
A novembre 2019 si è tenuto a Firenze l’evento per celebrare i 25 anni della Carta di Certaldo: documento programmatico, politico e metodologico che riuniva educatori di strada di tutta Italia e che poneva questioni di prospettive. Operatori ed equipe di tutta Italia si sono confrontate sull’evoluzione degli spazi urbani, della comunicazione, della salute e dei diritti, continuando ad interrogarsi su come leggere le contraddizioni e raccogliere le sfide che le strade reali e virtuali pongono ogni giorno.
25 anni dopo le educative di strada continuano ad interrogarsi sul senso e le prospettive del loro agire: creare relazioni di prossimità come mezzo e come fine.
Da Certaldo 2019 è emersa la necessità di continuare il confronto a livello locale: iniziamo dall’Emilia Romagna, la terra italiana forse con maggior tradizione nell’ambito del lavoro di strada, ma sarà solo il primo passo di una serie di incontri fra operatori, servizi ed istituzioni politiche per riscoprire ed accreditare una pratica, quella della prossimità, che nelle mille sue incarnazioni propone un percorso che parta dal non giudizio per arrivare all’umanità.
Con queste tematiche e questi obiettivi, l’Università della Strada del Gruppo Abele, il Cnca, Libera, Avvocato di Strada, Open Group, Centro Sociale Papa Giovanni XXIII, Associazione Orfeonica e Università di Bologna organizzano una formazione online gratuita, l’8 ottobre 2020 dalle 9.30 alle 16.30.
Il 9 ottobre parteciperò a questo evento sulla medicina di genere. Il convegno intende approfondire alcuni aspetti legati alla salute delle persone nei momenti di maggiore fragilità legati alla coesistenza di malattie croniche ma anche alla gestione delle malattie acute trasmissibili come nella recente pandemia da Covid 19, nell’ottica di un approccio che tenga conto delle differenze di genere.
Su ricorso di Avvocato di strada il Prefetto di Bologna ha annullato una multa di 533,33 € che era stata inflitta ad una persona senza dimora trovata in strada durante il periodo del lockdown.
La persona era stata multata dalla Polizia Municipale mentre da Bologna si stava recando in un paese della provincia alla ricerca di una soluzione alloggiativa. Uno spostamento che era stato considerato del tutto illegittimo ed in violazione alle misure di contenimento COVID-19.
Nel ricorso, gli avvocati di strada Antonio Mumolo e Paola Pizzi hanno dimostrato che la persona ricorrente si trovava in strada perché non aveva una casa ed era alla ricerca di un luogo, più sicuro per la propria salute rispetto ad un dormitorio, dove vivere durante i mesi di lockdown senza rischi di contagio.
Il Prefetto, considerate le circostanze e alla luce dei rilievi avanzati dalla nostra associazione, ha ritenuto lo spostamento legittimo ai sensi della normativa COVID e, pertanto, ha ordinato l’archiviazione della violazione.
La decisione del Prefetto è un grande sollievo per la persona da noi assistita, che era stata ingiustamente multata solo perché non aveva una casa e che non avrebbe avuto nessuna possibilità economica di pagare una multa onerosa che si sarebbe moltiplicata in breve tempo.
“Quando erano state decise le sanzioni per chi veniva trovato in strada durante il lockdown avevamo denunciato la situazione paradossale in cui si sarebbero trovate le persone senza dimora con la campagna “Io resto a casa. E se una casa non ce l’ho?”. Eravamo stati facili profeti e in poche settimane erano fioccate multe e denunce a tantissimi senza tetto in tante città italiane. Siamo molto soddisfatti per il risultato di oggi – concludono Antonio Mumolo e Paola Pizzi – e ci auguriamo che vengano annullate tutte le multe analoghe fatte a chi viveva in strada durante l’emergenza Covid”.
ALLEGATO
PROVVEDIMENTO PREFETTURA (PDF)