images

7 maggio 2014, seduta dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.

OGGETTO 5087
Progetto di legge d’iniziativa della Giunta: «Disposizioni per la promozione della legalità e della responsabilità sociale nei settori dell’autotrasporto, del facchinaggio, della movimentazione merci e dei servizi complementari» (88)

MUMOLO: Grazie, presidente. Ho in mano il dossier 2013, redatto in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, che si chiama L’altra ‘ndrangheta in Emilia-Romagna, “l’altra ‘ndrangheta” per differenziarla dalla ‘ndrangheta che si trova in Calabria. Non parla solo di ‘ndrangheta questo rapporto, questo rapporto racconta di una serie di inchieste, tantissime inchieste, che si sono sviluppate nella nostra regione e che riguardano le varie mafie, le varie organizzazioni criminali che purtroppo in questa regione ci sono e operano e in questa regione ormai sono radicate, perché ormai purtroppo non si parla più di infiltrazioni mafiose ma di radicamento di varie organizzazioni criminali. Un capitolo di questo dossier riguarda il lavoro nero e sommerso, inizia così: “lavoro nero, sottopagato, capolarato, evasioni contributive e mancato rispetto delle norme sulla sicurezza dei lavoratori sono utilizzati dai boss per ottenere un vantaggio economico nei confronti delle imprese legali per conquistare l’economia sana”. Il lavoro nero non è di per sé qualcosa che viene praticato solamente dalle organizzazioni criminali, ma viene definito in tanti rapporti della Direzione distrettuale antimafia un “reato spia”, cioè un reato dal quale si può poi verificare l’esistenza di un’organizzazione criminale. Perché è un reato spia? Perché il lavoro nero e il lavoro sommerso consentono il radicamento delle organizzazioni criminali perché in questa maniera le organizzazioni criminali, non pagando i lavoratori, non pagando i contributi, esercitano una sorta di concorrenza sleale e con questa concorrenza sleale, con gli appalti magari al massimo ribasso, con un’offerta bassissima riescono a vincere l’appalto. Se le organizzazioni criminali vincono l’appalto che cosa succede? Che ne vincono uno, due, tre, quattro e alla fine le ditte sane, quelle che si comportano onestamente, quelle che rispettano le leggi, chiudono. E questo che cosa significa? Significa che poi i lavoratori di quelle aziende devono andare dai responsabili delle ditte mafiose a chiedere un lavoro. L’infiltrazione mafiosa è come una goccia d’inchiostro che cade su una carta assorbente, quella goccia d’inchiostro si allarga sempre di più così come si allarga l’infiltrazione, perché se non ci sono degli argini, quella goccia d’inchiostro tende ad allargarsi.

Le mafie non tendono solo a riciclare il denaro, ma tendono anche a controllare il territorio. Vi informo che ad esempio a Napoli sono aperti gli sportelli bancomat della camorra, cioè ci sono degli sportelli dove la camorra presta dei soldi. L’usura è un’attività nota delle organizzazioni criminali, ma in questo caso la particolarità è che non vengono richiesti interessi, quindi non solo non c’è usura, ma non vengono neanche richiesti interessi perché la camorra ha la possibilità di recuperare quei soldi e in questa maniera si sostituisce alle banche e allo Stato, in questa maniera crea consenso sul territorio, in questa maniera controlla il territorio. E’ quello che sta avvenendo a poco a poco anche in Emilia-Romagna.
Noi dobbiamo rendere quella carta assorbente su cui cade l’inchiostro nero delle infiltrazioni mafiose impermeabile, e questa legge, insieme alle altre leggi che il collega Alessandrini ha ricordato, va esattamente in quella direzione. Abbiamo ottenuto una serie di risultati, tutti quanti li possiamo vedere. Ad esempio con la legge 3/2011 migliaia di ragazzi sono stati coinvolti in una serie di iniziative culturali, sono andati a lavorare nei campi di Libera. E’ una cosa importantissima perché la promozione della legalità è una di quelle cose che noi possiamo fare in Regione Emilia-Romagna.
Su questa legge vorrei parlare solamente di due articoli. L’articolo 3 è già stato illustrato dal collega Alessandrini, ma l’articolo 3 in particolare è l’articolo che riguarda la promozione della legalità con una serie di iniziative anche culturali e formative nei confronti dei lavoratori, che in questo caso sono i soggetti deboli perché sono quelli più facilmente ricattabili. La cultura della legalità è qualcosa di importantissimo, è una risposta che noi possiamo dare allo stereotipo di quell’Italietta nella quale si va avanti solo sgomitando, violando le regole, facendosi raccomandare, perché, come ha detto il presidente di Libera don Luigi Ciotti, la cultura mafiosa è anche qui quando si pensa che le regole valgono solo per gli altri o quando noi non ci preoccupiamo dei più deboli.
Sull’articolo 6 sono state fatte delle osservazioni, ma l’elenco di merito per gli operatori economici è un segnale, è un segnale importantissimo: significa premiare gli onesti, significa fare in modo che l’onestà e il rispetto delle leggi siano riconosciuti e siano incentivati. Tempo fa un ministro di questa Repubblica disse che con la mafia si doveva convivere. Noi non vogliamo convivere con nessun tipo di organizzazione criminale, leggi come questa sono anche una risposta a quella disgraziata frase.
L’ultima cosa che vorrei dire, presidente, è che comprendo anche le perplessità. Ho visto che il centrodestra si è astenuto sui singoli articoli di questa legge e l’astensione è anche un segnale politico, però sarebbe un segnale politico ancora più forte, visto che quello l’avete già lanciato, che questa legge venisse votata all’unanimità. Non ho visto grandi perplessità di merito…

NOÈ: Manca l’assessore.

MUMOLO: L’assessore non è un consigliere, collega Noè, e non vota. Io vorrei che questa legge venisse votata all’unanimità, che ci fosse anche il tuo voto, consigliera Noè, perché noi stiamo lanciando dei segnali. Certamente non abbiamo poteri di ordine pubblico, certamente non abbiamo poteri che sono di competenza dello Stato, ma possiamo lanciare un segnale ed è importante. Ci saranno qualcosa come duecento inchieste in questo dossier solamente nel 2013 in Emilia-Romagna, duecento inchieste che riguardano le mafie albanesi, la mafia turca, oltre a quelle nostrane, la mafia rumena. Noi però il compito di lanciare un segnale ce l’abbiamo…

MUMOLO: Ci sono delle cose assolutamente positive in questa legge. C’è qualcosa che non vi convince del tutto? Però votare sì all’approvazione di questa legge sarebbe un segnale di compattezza di questo organo politico nei confronti delle infiltrazioni e del radicamento delle organizzazioni criminali. Grazie, presidente.