Durante il ConsiglioComunale di Bologna di lunedì 17 maggio, Antonio Mumolo è intervenuto per richiamare l’attenzione delle Istituzioni sulla grave vicenda della settimana scorsa, quando ignoti hanno tentato di dare fuoco a un senza fissa dimora.


L’intervento integrale

Intervento di prima seduta nel Consiglio Comunale del 16.05.2005
Solidarietà per IVO

Intervengo per esprimere solidarietà a nome del gruppo DS e, ne sono certo, di tutto il Consiglio Comunale, per IVO.

Nella notte tra giovedì e venerdì della settimana scorsa, tra mezzanotte e l’una, nei pressi dello Stadio di Bologna, alcuni ignoti hanno incendiato il giaciglio di un senza fissa dimora, che in quel momento si era allontanato per pochi minuti. Come molti sapranno, la tragedia è stata fortunatamente evitata, ma questo non può giustificare la blanda reazione che c’è stata da parte della società civile bolognese. Da venerdì ad oggi della vicenda si è trattato unicamente in qualche articolo di cronaca locale, e, francamente, tutto ciò sembra un po’ poco, se si pensa all’entità di quello che è accaduto e al rischio che è stato corso.

Ivo, questo il suo nome, dorme da molto tempo sotto il portico dello Stadio. Nel quartiere è molto conosciuto e nessuno si è mai lamentato di lui per i suoi comportamenti. Anzi, come testimoniano le voci raccolte dai giornali, sono molti a provare dell’affetto verso di lui. Ivo viene descritto da tutti come una persona semplice, senza pretese, che pur non volendo vivere come gli altri, dagli altri si fa accettare.
Gli operatori del servizio mobile di Piazza Grande lo conoscono.
Ivo accetta di buon grado il cibo che gli operatori gli portano, non si lamenta del suo stato e dice che fino a quando non avrà una casa rimarrà a dormire sotto il portico.

E lì Ivo è rimasto per molti mesi, da dicembre fino ad oggi. O meglio, fino all’incidente di giovedì scorso.

Probabilmente il fatto che quasi nessuno in città parli di un omicidio tentato ai danni di un senza fissa dimora non è altro che un segno dei tempi. Da più parti si sente dire che Bologna non è più quella città accogliente e generosa di un tempo. Evidentemente deve esser cambiato qualcosa nella maniera in cui la cittadinanza sente la propria partecipazione alla vita della città. E un cambiamento altrettanto importante deve aver riguardato la scala dei valori di questa stessa cittadinanza. Ci si scandalizza – e giustamente – se qualcuno butta per terra una bottiglia di vetro ma non se qualcuno tenta di dare fuoco ad un essere umano.
In occasioni come queste la voce delle Istituzioni dovrebbe farsi sentire.

Dobbiamo sempre ricordarci che il modo in cui ci si rapporta alle persone a rischio di esclusione sociale è un fondamentale segnale del grado di civiltà di una società.

Antonio Mumolo