08.10.05 Antonio Mumolo a Perugia per “Strada facendo 2”

Il 28, il 29 e il 30 ottobre a Perugia si svolge un appuntamento nazionale di approfondimento e proposta su: carcere, dipendenze, disabilità, immigrazione, giovani e prevenzione, psichiatria, senza dimora; tratta degli esseri umani.

All’incontro parteciperà anche Antonio Mumolo, in rappresentanza dello Sportello di Avvocato di Strada, l’aiuto legale gratuito per i senza fissa dimora.

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L’incontro di Perugia, organizzato dal Gruppo Abele, accompagna l’evolversi dell’esperienza del lavoro sociale si intitola “Strada Facendo”, e intende approfondire una pluralità di tematiche fortemente interconnesse:

1. Il carcere. Non solo in riferimento ai temi maggioritari e prioritari dell’immigrazione e tossicodipendenza ma rispetto alla questione preliminare della giustizia e delle scelte selettive da parte di una politica penale.

2. La tossicodipendenza. Per quanto riguarda gli interventi dei servizi rispetto alla dipendenza patologica sia nei confronti di un consumo diffuso ad elevata componente di rischio. Quali interpretazioni dell’evoluzione del fenomeno tra cronicità e possibilità di emancipazione, quali strategie e politiche di intervento.

3. La disabilità tra diritti esigibili nell’aiuto alle persone e il sostegno alle famiglie. La problematica del “dopo di noi”. Inserimento lavorativo.

4. La questione psichiatrica oggi: quali direzioni nel potenziamento dei servizi territoriali e nel superamento delle vecchie e nuove reclusioni.

5. Le persone senza dimora. L’aumento della emarginazione e le politiche di integrazione tra servizi di emergenza a bassa soglia e la costruzione di opportunità di reinserimento sociale.

6. Immigrazione: alcune necessarie modifiche legislative (CPT, flussi, permessi di soggiorno … ), le indicazione per l’implementazione dei servizi, la conciliabilità delle politiche di accoglienza e di sicurezza.

7. La tratta degli esseri umani: il traffico di donne a fini di sfruttamento sessuale, il traffico di minori, lo sfruttamento nei luoghi di lavoro.

8. I giovani: gli interventi preventivi tra informazione, accompagnamento e promozione di opportunità.

25.07.05 Il piano di zona presentato dalla Giunta Comunale di Bologna. Antonio Mumolo interviene in Consiglio Comunale

Durante il Consiglio Comunale di Bologna del 27 luglio, Antonio Mumolo è intervenuto sul piano di zona, chiedendo interventi a favore dei senza fissa dimora.

Data Seduta: 25/07/2005

Argomento:
N. 168 DELL’O.D.G. – P.G. N. 164270/2005: APPROVAZIONE DEGLI INDIRIZZI PER LA DEFINIZIONE DEL PIANO SOCIALE DI ZONA TRIENNALE 2005-2007 E DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2005.(ODG LENZI APPROVATO)

L’intervento

Grazie Presidente. Intanto preliminarmente rivolgo un doveroso ringraziamento alla Vicesindaco e a tutti coloro che hanno collaborato per portare a termine e scrivere questi piani di zona.

Io penso che un lavoro così corposo necessariamente sia in alcuni punti e in alcune parti generico e che qualche aspetto possa anche essere in qualche maniera sfuggito o comunque poco considerato. Per questo penso sia opportuno segnalare alcuni aspetti concreti su cui sono certo che la Giunta lavorerà in applicazione dei principi espressi nel piano di zona.

Uno di questi aspetti è quello relativo al dormitorio. Noi sappiamo che a settembre la struttura di via Carracci si trasferisce in via del Lazzaretto. Il Comune in questa struttura pensava di inserire 68 posti letto. Guardate, soltanto chi non ha visto la struttura di via Carracci può pensare che questa non sia una scelta saggia, perché la struttura di via Carracci è vergognosa, è qualcosa di indicibile. Per chi non l’ha mai vista e non c’è mai andato: è un casermone vecchio, abbandonato, messo in una maniera tale che davvero si fa fatica a pensare che qualcuno voglia andarci a dormire. Disgraziatamente però, nonostante il fatto che a Bologna ci siano altri dormitori, c’è una lista d’attesa delle persone che chiedono di andare a dormire anche al dormitorio Carracci.

Questo dormitorio ha 80 posti letto, il nuovo dormitorio ne ha solamente 68, cioè 12 in meno.

Qui purtroppo c’è un problema, e il problema è che ci sono sempre più persone che diventano senza fissa dimora, sempre di più. Questo lo vediamo tutti i giorni.
L’altro giorno sono venuti a trovarmi a Piazza Grande due persone, una ragazza di 30 anni ex assistente alla poltrona di un dentista, adesso licenziata, e una persona di 40 anni che aveva perso anche lui il lavoro. Questi due dormono attualmente in un sacco a pelo vicino a villa Angeletti perché non c’è il posto per andare a dormire nel dormitorio. Ne ho descritta solamente una, potrei descriverne tante, ma queste sono situazioni che aumentano.

Ci sono sempre più persone in strada. Allora pensare a un dormitorio che abbia posti in meno, significa poi arrivare ad una situazione di emergenza in cui ci troveremo con molte più persone in strada.

Forse su questo punto bisognerebbe fare un ragionamento e cercare di capire come ovviare a questa situazione.

Io ho partecipato ad una serie di riunioni con la Vicesindaco Scaramuzzino e con altri invitati e partecipanti, per quanto riguarda i piani di zona. In una di queste riunioni la Vicesindaco ci ha anche accennato al fatto che siccome ogni anno c’è la famosa emergenza freddo (che emergenza non è, perché purtroppo c’è tutti gli anni in quanto le persone che rimangono fuori dai dormitori, d’estate si arrangiano in sacco a pelo a dormire dove capita, mentre d’inverno dormire diventa un problema), si ragionava su una struttura che potrebbe essere affiancata al dormitorio di via del Lazzaretto.

Ora, di questa struttura nel piano di zona non se ne parla; immagino che sia un progetto che sarà destinato a concretizzarsi però sempre relativamente alla questione dell’emergenza. Forse bisognerebbe pensare – ripeto – ad un dormitorio che abbia più posti letto, e non meno posti letto, perché altrimenti ci troveremo in una situazione ancora più difficile quando si tratterà poi di ospitare in un luogo caldo e coperto, durante l’inverno, le persone che vivono in strada.
L’altra questione è quella del mensa bus. Per chi non lo sa, il mensa bus è un autobus che girava per la città (in realtà faceva solo un paio di fermate), e distribuiva da mangiare alle persone sena fissa dimora.
L’attività del mensa bus è stata soppressa e i pasti vengono distribuiti in via del Porto.

Forse bisognerebbe ripensare a questa scelta, perché l’idea per cui era stato istituito il mensa bus è più o meno la stessa idea del servizio mobile di strada, e cioè non aspettare che le persone arrivino in un determinato posto, ma portare verso le persone un aiuto; in questo caso si trattava di portare un pasto a queste persone.

Il mensa bus faceva solo un paio di fermate.
Nel piano di zona c’è scritto che c’era una difficoltà di accettare il servizio che vede continui spostamenti del mezzo, io sono andato ad una delle fermate del mensa bus quando esisteva e c’era un discreto numero di persone che prendevano il pasto, quindi non ho riscontrato, almeno le volte che sono andato io, questa difficoltà.

Poi pare che questo progetto non esista più perché c’era una difficoltà con la popolazione residente. Ma ripeto, i due luoghi in cui si fermava il mensa bus erano luoghi in cui la popolazione residente praticamente non esisteva perché erano luoghi abbastanza vicini al viale, dove non credo che si possa verificare un problema del genere, anche perché poi i pasti venivano distribuiti dalle 19.00 alle 20.00 (non venivano distribuiti all’una di notte), quindi è un po’ difficile che ci fossero contrasti con la popolazione residente. Questo è un altro problemino su cui penso bisogna ragionare. Poi c’è un’ultima cosa che volevo fare presente ed è la questione dei migranti.

Una Consigliera della minoranza che mi ha preceduto ha parlato del fatto che non ci sarebbero nel piano di zona progetti relativi alla famiglia. Non so se si riferiva alle famiglie di italiani o di stranieri.

C’è un problema, un problema grosso, determinato da una legge dello Stato, di cui ho avuto già modo di parlare in Consiglio Comunale, che è la legge Bossi/Fini, e dai suoi regolamenti attuativi. Come ho detto anche altre volte, con questi regolamenti attuativi sostanzialmente se in una famiglie nasce un bimbo si crea un problema enorme per i lavoratori extracomunitari perché – soprattutto se sono in scadenza di permesso di soggiorno – o trovano una casa nuova più grande, oppure, se la metratura non è sufficiente, il permesso di soggiorno non viene rinnovato ed il datore di lavoro è costretto a licenziare. Quindi queste persone sono spinte alla marginalità e alla clandestinità solamente perché nasce un figlio in una famiglia, ed è una situazione veramente vergognosa, rispetto alla quale si sono lamentati tutti, le aziende per prime. L’abbiamo visto, eravamo tutti in commissione e si sono lamentati tutti (aziende, sindacati, lavoratori etc.). Questa emergenza c’è, ed è un problema. Speriamo tutti che la legge venga un domani modificata, speriamo tutti che anche questo governo decida prima o poi almeno di modificare i regolamenti attuativi, però adesso la situazione è questa.

C’è anche un altro problema, che abbiamo avuto anche modo di dibattere ed è un problema di welfare, e riguarda le file vergognose (ogni tanto qualcuno di voi le avrà viste) che ci sono tutti i giorni davanti all’ufficio immigrazione della Questura; sono file che in qualche maniera potrebbero essere evitate, abbiamo avuto modo di parlarne quando abbiamo discusso dell’immigrazione. Il Comune potrebbe organizzare dei centri, utilizzando ad esempio l’URP o altri uffici, anche nei quartieri, per fare in modo di aiutare i lavoratori extracomunitari a compilare i moduli e preparare le pratiche necessarie per la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno.

Anche su questi punti, in considerazione delle situazioni particolari che si sono create, bisognerebbe ragionare per capire come Comune, all’interno dei piani di zona, e se non è all’interno dei piani di zona all’esterno dei piani di zona, possa in qualche maniera contribuire a risolvere questi problemi, aiutando le famiglie nella ricerca di una casa più grande in caso di nascita di un figlio e collaborando con l’ufficio stranieri della Questura per l’espletamento delle pratiche di soggiorno.
Nel Piano di Zona ci sono invece, ed è assolutamente apprezzabile, molti progetti per quanto riguarda la richiesta di asilo, molti progetti relativi all’aiuto a extracomunitari in situazioni di bisogno.

Io so che sto parlando di temi specifici, il piano di zona è corposo e parla di molto, questi sono temi specifici e particolari. Però ritengo opportuno sollevarli durante la discussione sui piani di zona perché si dia la giusta attenzione a situazioni reali e sempre più critiche sul nostro territorio.
Penso infine che sia auspicabile attivare – questo lo diceva anche la Vicesindaco nel suo intervento – periodici momenti di confronto con il terzo settore per monitorare quanto previsto nel piano di zona e per la programmazione successiva.

Ho voluto sollevare questi aspetti, che ritengo critici, perché penso e intendo dare un contributo costruttivo a questa discussione. Ovviamente per il resto concordo con l’ordine del giorno e voterò a favore.

Antonio Mumolo

15.05.05 Un aiuto concreto. Intervento di Antonio Mumolo in Consiglio Comunale.

Lunedì 30 maggio l’Associazione Amici di Piazza Grande Onlus ha dato un contributo alla risoluzione del problema di un senza tetto che viveva in Piazza Santo Stefano. Antonio Mumolo è intervenuto in Consiglio Comunale per raccontare la vicenda.

Intervento di prima seduta nel Consiglio Comunale del 6.06.2005

UN AIUTO CONCRETO

Lunedì 30 maggio l’Associazione Amici di Piazza Grande Onlus ha dato un contributo alla risoluzione di un problema che si portava avanti ormai da moltissimo tempo.
Da molti mesi, infatti, in Piazza S.Stefano, si era fermato stabilmente a vivere sotto il porticato Roberto (il nome è di fantasia), portando con sé tutta la roba e gli effetti personali necessari alla vita quotidiana.
Bologna è una città ospitale anche verso le persone senza fissa dimora e Roberto vi ha trovato accoglienza e aiuto, pur nella difficile situazione di chi vive in strada: comprensione che egli ha sempre ricambiato con educazione e cordialità. Nelle ultime settimane, però, i residenti della zona avevano segnalato più volte la presenza di Roberto alla Polizia Municipale, per la difficile situazione igienica, aggravata dall’arrivo del caldo estivo e, soprattutto, perché il materiale accumulato stava diventando ingombrante. In seguito alle segnalazioni i Vigili Urbani hanno iniziato ad emettere contravvenzioni per occupazione di suolo pubblico. I Vigili stessi sono consapevoli che questo tipo di provvedimento è perfettamente inutile, perché non risolve la natura vera del problema di Roberto, che dovrebbe essere aiutato a recuperare il desiderio di vivere sotto un tetto, ad avere maggiormente cura di sé e, possibilmente, a tentare anche un recupero della sua capacità lavorativa.
Piazza Grande ha preso contatti con i Vigili Urbani per cercare di affrontare insieme il problema.
Parlando con Roberto, i volontari lo hanno convinto a spostare, con i mezzi di Piazza Grande, le sue cose al capannone dell’Associazione.
Grazie anche alla disponibilità dei Vigili, i volontari si sono recati con il furgone dell’Associazione per aiutare Roberto nel trasloco delle sue proprietà, che ora sono presso il capannone di Via Libia. L’intervento dei Vigili Urbani si è svolto in un clima di grande collaborazione e rispetto, senza mai calpestare, non solo i diritti, ma anche la sensibilità di Roberto.
Tutti i presenti, infatti, si sono resi ben conto che Roberto stava lasciando a malincuore quella che comunque considerava la sua “casa”.
Nei prossimi giorni, e sempre in coordinamento con il Servizi Sociali del Comune di Bologna, l’intervento a favore di Roberto proseguirà, tentando il suo inserimento presso il dormitorio di Via Lombardia.

Questo tentativo rappresenterà la seconda fase dell’intervento di assistenza: quella più difficile. Roberto, infatti, è legato ai tempi e ai modi della vita di strada e fa molta fatica ad accettare le regole della convivenza in un dormitorio.
L’impegno dell’Associazione è quello di portare progressivamente Roberto, se desidererà farlo, ad una vita diversa.
Un intervento coordinato che, partendo dal rispetto della dignità della persona che vive in strada, unisce le forze di vari attori sociali e prende in esame tutti gli aspetti del problema – dalla casa al tentativo di inserimento lavorativo – pur non garantendo mai a priori il successo finale, si dimostra essere il migliore approccio possibile.
Diversamente, ogni intervento agisce solo sul sintomo, lasciando intaccato il cuore vero del problema che, prima o dopo, si ripresenterà, irrisolto, alla cittadinanza.

Antonio Mumolo

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15.03.05 Avvocato di Strada a “Un mondo a colori”

Martedi 15 marzo, alle ore 09.45 su RaiDue, nel corso del programma “Un mondo a colori”, è andato in onda uno speciale realizzato dalla Rai sullo Sportello degli Avvocati di Strada. Il filmato racconta il lavoro degli avvocati, e l’esperienza in generale del progetto dell’Associazione Amici di Piazza Grande Onlus arrivato ormai al quarto anno di età. Lo speciale, andato gia’ in onda lo scorso 8 dicembre 2004, è stato replicato per scelta della Rai, in seguito al significativo successo ottenuto durante la sua prima messa in onda.

21.10.04 Antonio Mumolo alla Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia

Nei giorni 21, 22e 23 Ottobre si è svolta a Roma la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia. L’incontro, a cui hanno partecipato importanti personalità e legali del mondo del volontariato ha trattato i temi della giustizia, dei diritti e della solidarietà nella società moderna. Nella giornata di venerdì, l’Avvocato Antonio Mumolo ha illustrato l’esperienza dello sportello di Bologna suscitando un grande interesse per il progetto e sul tema della gratuità del servizio legale per le persone senza fissa dimora.
La conferenza ha sottolineato come la giustizia non si possa realizzare se non rendendo più confortevoli i percorsi di esclusione sociale: il volontariato è impegnato nella costante alimentazione di atteggiamenti che migliorino la qualità della vita e comportino un aumento di azioni di giustizia e pace sociale.

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