Le banche non sospendono il pagamento dei mutui dei terremotati. Mumolo: “Garantire a questi cittadini i loro diritti sanciti dalla legge”

“Nonostante le disposizioni del Governo alcune banche stanno intimando ai cittadini terremotati di pagare le rate dei mutui che invece dovrebbero essere sospesi”. A denunciarlo in un’interrogazione scritta depositata oggi in Assemblea legislativa è il consigliere regionale PD Antonio Mumolo.

“Lo scorso maggio – sottolinea il consigliere Mumolo – il Governo ha emanato una serie di norme a sostegno delle popolazioni colpite, che prevedono fra l’altro la sospensione di pagamenti ed utenze fino al 30 settembre 2012. Tante famiglie che hanno perso la casa e il lavoro stanno affrontando spese impreviste perché magari hanno dovuto cambiare paese e devono pagare un affitto, e in questo momento non potrebbero assolutamente sostenere anche il pagamento del proprio mutuo. Per tutte queste persone la sospensione dei pagamenti è un aiuto indispensabile.”

“Nonostante il Decreto sia chiaro ed immediatamente operativo, – prosegue il consigliere regionale – in queste settimane sono arrivate alla Federconsumatori diverse segnalazioni di cittadini residenti nei Comuni colpiti dal sisma, che lamentano la disapplicazione del decreto da parte delle banche. Alcuni cittadini residenti nel Comune di Baricella, inoltre, mi hanno segnalato due casi riferiti alle filiali della Barclays di via Riva di Reno e della BNL di Via Rizzoli a Bologna: nel primo caso si tratterebbe di un’intimazione a pagare a pena di messa in mora e nel secondo di un addebito della rata direttamente sul conto corrente del mutuatario senza applicazione della sospensione”.

“Con l’interrogazione da me depositata ho chiesto alla Giunta regionale se è a conoscenza di questa situazione e – conclude Antonio Mumolo – cosa sia possibile fare per garantire a questi cittadini, già duramente colpiti dal terremoto, un diritto sancito dalla legge”. (altro…)

Concorso Arpa, selezione legittima? Mumolo interroga la giunta regionale

Dopo le due selezioni indette di recente da Arpa Emilia-Romagna per l’assunzione di un collaboratore amministrativo, la prima presso la direzione generale e la seconda presso la direzione amministrativa, con numerosi concorrenti risultati idonei e inseriti nelle graduatorie finali di merito della durata di 3 anni, il 13 giugno scorso, la stessa Arpa “ha indetto un ulteriore selezione per il medesimo profilo professionale con evidente aggravio di costi per la pubblica amministrazione”.

La segnalazione giunge dal consigliere regionale PD Antonio Mumolo in un’interrogazione presentata alla Giunta regionale per sapere se “sia legittima l’indizione di una nuova procedura selettiva, nonostante la disponibilità per lo stesso profilo ricercato di graduatorie ancora in corso di validita”.

Il consigliere del Pd vuole anche sapere se la Giunta non ritenga che tale “modus operandi non infici il principio di buon andamento, economicità, efficacia e celerità dell’azione amministrativa e, infine, se per venire incontro ad esigenze di revisione della spesa pubblica” si pensi di utilizzare in altri enti o Agenzie della Regione le professionalità “già duramente selezionate e disponibili nelle graduatorie in corso di validita”. (altro…)

Mumolo interroga la giunta regionale: “A rischio il posto di lavoro di oltre quattrocento postini”

“Poste Italiane SpA ha annunciato una vasta opera di riorganizzazione degli uffici e del lavoro in azienda che coinvolgerà 5 regioni:
Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Toscana e Basilicata. Dal 2013 in poi, la “razionalizzazione” delle zone di recapito dovrebbe investire il resto dell’Italia e portare – secondo i sindacati – a qualcosa come 12.000 “esuberi”: entro un anno, ci sarà una vera propria ecatombe per i dipendenti delle Poste, che si ritroveranno disoccupati.” Lo afferma in un’interrogazione presentata oggi in Assemblea legislativa il consigliere regionale PD Antonio Mumolo.

“In Emilia-Romagna, sottolinea il consigliere PD – Poste Italiane ha deciso un taglio di 466 zone di recapito, che porterà all’esubero di moltissimi postini. La Cisl-Slp parla di un taglio lineare del 15% sulla copertura dei recapiti le cui conseguenze cadranno inevitabilmente sui lavoratori. Le provincie più colpite sono quella di Bologna, con 137 tagli di zona (eliminato il 21% delle zone di consegna, contro una media regionale del 15%), Modena con 73, Parma con 50, Piacenza e Ravenna con 32, Ferrara con 31, Reggio Emilia 30, Forlì 24 e Rimini con 22. E tutto questo avviene anche se il bilancio 2011 di Poste italiane ha registrato 846 milioni di euro di utili.”

“A dettare la scelta – prosegue Mumolo nella risoluzione – sarebbe un coefficiente, utilizzato da Poste Italiane SpA per l’organizzazione del lavoro, che tiene conto del volume di corrispondenza, della distanza tra l’ufficio postale e la zona di recapito, dei numeri civici, di quante famiglie e negozi ci sono in zona e del tragitto totale per attraversarla tutta, da una parte all’altra. Si tratta di una scelta industriale che forse renderà più uniforme la distribuzione dei postini, ma che intanto getterà nel panico quasi duemila dipendenti in tutto il paese. L’ultima riorganizzazione aveva già ridotto il personale in regione di 300 unità limitando ogni singolo recapito a 5 giorni alla settimana”.

“Con l’interrogazione presentata oggi – conclude Mumolo – chiedo alla Giunta regionale se è al corrente della situazione e se quanto denunciato dai sindacati corrisponde al vero. Chiedo inoltre se non ritenga di attivarsi in tutte le sedi più opportune per scongiurare le ricadute sul livello occupazionale della regione e perché sia chiarito e mitigato l’impatto della riorganizzazione sulle aree colpite dal sisma.”

Interrogazione Tagli Poste

Disservizi in sanità. Mumolo interroga la giunta regionale

E’ noto l’alto profilo di professionalità che contraddistingue la sanità bolognese, – afferma il consigliere regionale Antonio Mumolo (PD) in una interrogazione rivolta alla Giunta regionale – tuttavia “episodi di sconcertanti disservizi” potrebbero rischiare di offuscare la professionalità e la dedizione degli operatori, oltre all’immagine della stessa sanità emiliano-romagnola.

Il consigliere prende a riferimento una lunga lettera aperta, riportata integralmente nell’interrogazione, in cui un cittadino ha denunciato agli organi di stampa e all’assessore regionale Carlo Lusenti una “situazione veramente paradossale, che – scrive Mumolo – “merita attenzione e un intervento risolutivo”.

La lettera, che si apre con una sorta di titolo di questo tenore: “La Sanità a Bologna…alcuni paradossali disservizi che ti lasciano senza parole…”, riporta le traversie subite in 48 ore dal cittadino in questione, che, “a causa di un lieto evento” in famiglia, starebbe “vivendo la sanità locale in prima persona e in maniera continuativa”.

L’autore afferma di non aver mai pensato che “fossimo in uno stato organizzativo (e paradossale)” come quello che si appresta a descrivere nella lettera, rilevando “situazioni vissute in prima persona”, “che vanno al di là della normalità e che meritano di essere denunziate, capite e risolte”.

Nella lettera, il cittadino ricorda che alla moglie, in gravidanza, sono stati prescritti alcuni esami da effettuare entro tempi determinati.
Così ha inizio l’odissea: né l’ospedale Sant’Orsola, né il Maggiore, appositamente interpellati, hanno posto per effettuare il primo esame (al Sant’Orsola si potrebbe fare subito a pagamento), all’ospedale di Bentivoglio non lo eseguono, mentre l’ospedale di Bazzano risponde che l’esame non è prenotabile in quanto la signora non è seguita dallo stesso nosocomio per tutta la gravidanza. A questo punto, visto che l’esame deve essere eseguito entro la tredicesima settimana, l’autore della lettera e sua moglie optano per la prenotazione a pagamento.

E non va meglio per un altro esame: il primo intoppo riguarda la prescrizione del medico curante. I coniugi si recano in orario di ricevimento, alle 18.00, presso l’ambulatorio, che però è chiuso. Il medico, interpellato al cellulare, afferma di essere assente, ma di avere un sostituto, che forse ha chiuso perché non ha visto nessuno, anche se l’ambulatorio dovrebbe garantire reperibilità ed apertura sino alle 19.30.

Tornato all’indomani mattina in ambulatorio, il cittadino in questione, oltre all’attesa di più di un’ora, assiste a una scena “per così dire indegna”: visto il bagno chiuso per guasto (da quasi 10 giorni, come ha appurato lo scrivente), un anziano paziente in attesa, con evidenti necessità, bussa dal medico e gli chiede di poter usufruire del bagno “privato”. La risposta “arrogante” del medico – riportata nella lettera – è “ma che chiave…se deve andare in bagno vada al bar”.

E non è finita qui: ottenuta la prescrizione, il cittadino va al Cup della farmacia dove lo informano del fatto che l’esame in questione non risulta a sistema e che per avere informazioni si deve rivolgere al n. 800033033 del Servizio Sanitario Regionale.

Sentito il numero verde, l’autore della lettera apprende che l’esame viene effettuato solo nel distretto Ausl di Imola (Imola, Castel San Pietro, etc.). E qui la storia si complica, perché l’autore racconta nella lettera di essersi dovuto recare a Castel San Pietro tre volte: “una volta per prenotare, perché dal Cup di Bologna non si può, nemmeno on line, una volta per eseguire l’esame e un’altra per ritirare il referto. Totale 216 km, di cui 72 (la volta dell’esame) con una donna incinta, peraltro con gravidanza a rischio”.

Alla luce di questo scritto, Mumolo chiede alla Giunta regionale quali azioni intenda attivare per evitare il ripetersi di simili disservizi e se non ritenga di adottare un atto di indirizzo per le strutture sanitarie regionali, affinchè non possano ripetersi risposte come quella data dall’ospedale di Bazzano.

OG2012020602