COMUNICATO STAMPA Residenza anagrafica e richiedenti asilo. Gli ultimi sviluppi e il Bilancio sociale dell’Associazione Avvocato di strada

Mumolo: “La residenza è un diritto anche per i richiedenti asilo. Serve per lavorare, studiare, esistere come persone. Noi ci occupiamo dei più deboli, italiani e stranieri, e assistiamo 4000 persone ogni anno”

“Il Ministero dell’Interno ha impugnato la sentenza del Tribunale di Bologna ottenuta dai legali di Avvocato di strada. La sentenza aveva consentito ad una donna di origine armena, richiedente asilo, di ottenere la residenza anagrafica e quindi di rientrare in possesso di pieni diritti civili nonostante l’ostacolo del Decreto Salvini”. A darne notizia in conferenza stampa è stato l’Avv. Antonio Mumolo, presidente dell’Associazione Avvocato di strada e firmatario del ricorso.

“La nostra assistita, contro cui il Ministero dell’Interno ha fatto ricorso, è una maestra di oltre 70 anni molto malata e sola al mondo, alla quale hanno ucciso figlio e marito, perseguitati politici nel suo paese di origine. Quando le dicemmo che finalmente avrebbe avuto la residenza e avrebbe potuto curarsi scoppiò in lacrime e ci disse che finalmente si sentiva riconosciuta come persona. Evidentemente al Ministro dell’Interno non interessa la storia di questa persona, che può essere sacrificata senza tanti problemi sull’altare della lotta contro tutti i “diversi”.

“Aspettiamo con fiducia la decisione del Tribunale di Bologna e siamo sicuri che, come già accaduto per l’analogo caso di Firenze, verrà applicata la legge e la sentenza da noi ottenuta resterà valida. Quello che temiamo davvero – aggiunge Mumolo – è questo astio che sembra trapelare dagli atti del Ministero, che con uno scellerato Decreto sicurezza ha creato caos, ha gettato in un limbo migliaia di richiedenti asilo che rimangono privi di una serie di diritti fondamentali e non ha avuto alcun effetto sulla sicurezza reale e percepita nel Paese. Noi non ci facciamo intimidire e andremo avanti, convinti come sempre che difendere i diritti degli ultimi significa difendere i diritti di tutti”.

La conferenza stampa è stata l’occasione per presentare anche il Bilancio Sociale dell’Associazione. “3945 persone assistite gratuitamente in tutta Italia nel corso del 2018. 1051 volontari impegnati quotidianamente in 54 città italiane. 2,6 milioni di euro il valore del lavoro legale messo gratuitamente a disposizione degli ultimi. Le pratiche da noi seguite hanno riguardato tutte le aree giuridiche; i casi più rilevanti sono relativi a diritto alla residenza, diritto di famiglia, fogli di via, tutela di persone vittime di violenze e aggressioni, diritto dell’immigrazione. Alla nostra attività di tutela legale – conclude Mumolo – abbiamo affiancato una ricchissima serie di attività parallele: convegni, corsi di formazione, iniziative pubbliche, attività nelle scuole e nelle università. Siamo stati presenti su tutto il territorio nazionale, anche per sensibilizzare cittadini e istituzioni sul tema della difesa degli ultimi. Con la consapevolezza di star realizzando qualcosa che è utile non sono per la fascia più debole della cittadinanza”.

BILANCIO SOCIALE 2018
Avvocato di strada Onlus

La storia di Laura, mamma di una bimba di sei anni, disoccupata e senza residenza

La storia di Laura, mamma di una bimba di sei anni. Dopo aver perso il lavoro è stata sfrattata, è andata ad abitare in una casa occupata dove il Comune di Firenze non voleva concederle la residenza. Grazie all’intervento di Avvocato di strada ha ottenuto la residenza e con quella l’assistenza sanitaria e tutti i diritti civili per lei e sua figlia. Ne ha parlato Antonio Mumolo alla trasmissione Tagadà di La7.

Mumolo: “Reddito di cittadinanza? venga dato anche ai senza tetto”

Il reddito di cittadinanza non verrà dato alle persone che vivono in strada e sono prive di residenza. Ne ho parlato in un’intervista a Radio Cusano Campus

+++REDDITO. AVVOCATI STRADA: C’E’ SCOGLIO BUROCRATICO PER I SENZATETTO NON HANNO RESIDENZA, E NON POSSONO CHIEDERLO MA NE HANNO DIRITTO+++

(DIRE) Roma, 25 gen. – Antonio Mumolo, avvocato giuslavorista, e’ intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’e’ desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Universita’ Niccolo’ Cusano. Mumolo fa parte di ‘Avvocato di strada’, una rete di legali che si occupa delle persone in estrema difficolta’. Riguardo la possibilita’ che i senzatetto possano beneficiare del reddito di cittadinanza, Mumolo ha affermato: “Da quello che ho letto del decreto finora, e’ assolutamente possibile per i senzatetto richiedere il reddito di cittadinanza, con un enorme scoglio: da un lato potrebbero richiederlo perche’ non hanno reddito, ma se finiscono in strada perdono la residenza e la carta d’identita’ quindi non possono richiedere il reddito di cittadinanza. Bisogna quindi risolvere prima il problema della residenza per richiedere il sussidio. Il problema e’ gia’ risolvibile perche’ la normativa sulla residenza c’e’, ma c’e’ una forte resistenza da parte dei sindaci, ma c’e’ anche un rapporto con la poverta’ che non e’ univoco. Da una parte il governo fa il reddito di cittadinanza per sconfiggere la poverta’, ma dall’altra parte le ultime norme del decreto sicurezza sembrano invece andare contro la poverta’, perche’ per i clochard che occupano strutture abbandonate per proteggersi dal freddo, le pene sono state raddoppiate, si rischia da 2 a 4 anni di galera. E’ una pena enorme se consideriamo che per le lesioni personali la pena e’ da 1 a 3 anni. Poi c’e’ il reato di accattonaggio, per chi chiede l’elemosina, di cui non se ne sentiva il bisogno perche’ gia’ erano previste dalla legge pene per l’accattonaggio molesto e per lo sfruttamento di minori per l’accattonaggio. Queste norme sembrano quasi voler acuire questi problemi di poverta’. Ci sono persone senza fissa dimora che ci hanno chiesto informazioni sul reddito di cittadinanza e noi li indirizziamo verso i soggetti che possano seguirli in questa pratica. Stiamo lavorando anche ad una soluzione alternativa: se i comuni insistono a non dare residenza a queste persone, gli devono comunque fornire tutti i servizi di welfare sulla base del domicilio. Ma questa e’ una situazione un po’ farraginosa, noi lavoreremo per fargli ottenere la residenza e il reddito di cittadinanza”. (Comunicati/Dire) 11:49 25-01-19