Quello che sta succedendo all’Hub di via Mattei a Bologna è semplicemente inumano. Migranti spostati come pacchi da Bologna in Sicilia, percorsi di integrazione interrotti, 35 persone che rischiano il posto di lavoro, associazioni di volontariato che gratuitamente sostenevano i migranti che vedono vanificato il lavoro di mesi. Il tutto senza alcun confronto con i gestori dell’Hub, con le amministrazioni pubbliche, con i sindacati, con le associazioni. Ho appena depositato una risoluzione in Consiglio Regionale su questo e credo che ognuno di noi debba fare il possibile per cercare di ridurre l’impatto catastrofico della decisione del Ministero dell’Interno.

LA RISOLUZIONE IN FORMATO TESTO

Risoluzione
L’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna

Premesso che
Il Consorzio Arcolaio, che gestisce il Centro Mattei dal 2014, ha ricevuto venerdì 7 giugno 2019 dalla Prefettura la comunicazione di chiusura della struttura e del conseguente trasferimento dei 169 richiedenti protezione internazionale accolti entro il 14 giugno con la motivazione della necessità di urgenti lavori di manutenzione.
Prima di quella data nessun accenno o riferimento era mai stato fatto al Consorzio
riguardo la necessità di manutenzione.
La comunicazione prevede la chiusura immediata della struttura e lo smistamento a Caltanissetta delle persone attualmente accolte (ad esclusione di 27 che rimarrebbero in Emilia-Romagna).
Nessuna comunicazione è stata inoltrata ai sindacati e nessun confronto è stato cercato
rispetto alla possibile perdita di posti di lavoro.

Considerato che
Le persone verranno spostate senza alcuna considerazione per i percorsi di integrazione già avviati positivamente dal Consorzio sul territorio.
L’accoglienza realizzata dal consorzio Arcolaio ha mostrato di saper realizzare percorsi di integrazione efficaci, che vanno dalla formazione professionale (sartoria, cura del verde…) alla formazione artistica (laboratori teatrali, video partecipativi…), con una fattiva collaborazione tra soggetti pubblici e privati e il coinvolgimento di realtà associative del territorio.

Tenuto conto che
Ieri, lunedì 10 giugno, il Consorzio aveva proposto alla Prefettura, sulla base dell’esperienza maturata nella gestione della struttura di via Mattei, di non cessare i servizi di accoglienza rivolti agli ospiti presenti, prevedendone la sistemazione in differenti locali del centro così da non ostacolare i lavori di ristrutturazione. In questo modo, evitando il trasferimento delle persone accolte, si sarebbero potuti rispettare e mantenere i percorsi di integrazione con il territorio già avviati positivamente. Non solo, sarebbe stata anche assicurata la necessaria continuità terapeutico-assistenziale di 18 casi di vulnerabilità sanitaria e sociale individuati, considerata auspicabile dalle stesse Linee guida del Ministero della Salute per assistenza e riabilitazione di vittime di tortura e di violenza. La soluzione proposta avrebbe altresì potuto garantire una
possibile continuità anche per il posto di lavoro delle 52 persone coinvolte direttamente o indirettamente nella gestione della struttura. Si è dovuto prendere atto del fatto che, pur a fronte della fattibilità e ragionevolezza delle soluzioni suggerite, non c’è stata alcuna volontà ed intenzione di accogliere le proposte del Consorzio.
Dal 15 giugno 35 lavoratori delle diverse cooperative coinvolte nella gestione rimarranno improvvisamente senza lavoro e con un preavviso di soli 7 giorni.
Considerato inoltre che
L’hub di via Mattei e il sistema emiliano-romagnolo, basato sull’accoglienza diffusa e su reali processi di integrazione, sul lavoro di qualità di cooperative e consorzi competenti, ha mostrato di funzionare e dare ottimi risultati.

Invita la Giunta
Ad attivarsi presso il governo per evitare lo spostamento repentino di persone con vissuti già sufficientemente difficili e con percorsi di integrazione in atto.
A portare il tema del modello di accoglienza diffusa alla conferenza stato-regioni, per ribadire la necessità di politiche di integrazione efficaci.
Ad attivarsi presso il governo per negoziare soluzioni per l’hub, che consentano di preservare i posti di lavoro del settore dell’accoglienza.